DIRITTO ECCLESIALE E LIBERTÀ
Rubrica a cura di Maria Giovanna Titone
Sinodalità in sospeso: la nuova Curia di Leone XIV tra segnali e silenzi
Papa Leone XIV ha iniziato a definire la sua Curia con alcune nomine che, seppur di rilievo, lasciano emergere più interrogativi che certezze sul reale cambiamento in atto.
Fra queste, spicca la nomina del dottor Luigi Carbone a Direttore della Direzione di Sanità ed Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Carbone, già medico personale di Papa Francesco, assume un incarico importante in un ambito fondamentale, ma che resta molto tecnico e lontano dalle scelte pastorali e strategiche della Chiesa.
Più significativa, almeno sul piano simbolico, è la nomina di Suor Tiziana Merletti come Segretaria del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Merletti, con la sua esperienza consolidata nella vita religiosa, rappresenta un segnale verso una maggiore presenza femminile nella Curia. Tuttavia, si tratta ancora di un ruolo subordinato.
Queste nomine, per quanto apprezzabili, sollevano domande cruciali: siamo davanti a segnali di un vero cambiamento culturale e strutturale nella governance della Chiesa, o a eccezioni isolate che non intaccano la tradizionale egemonia maschile? La presenza femminile e laicale sarà finalmente valorizzata o continuerà a restare marginale?
Intanto, numerose cariche strategiche sono state semplicemente prorogate con la formula “donec aliter provideatur”, sospese in attesa di decisioni che tardano ad arrivare. È segno di una prudenza che può apparire anche come un indugio.
Non si può evitare una riflessione sulla sinodalità, tema da tempo annunciato come fondamento della riforma ecclesiale. Ma quanto questo principio viene effettivamente tradotto in una reale corresponsabilità, capace di includere e valorizzare le donne e i laici nei centri decisionali? Non rischiamo che la sinodalità resti un'idea teorica, senza concrete trasformazioni nelle strutture di potere?
Le nomine di Carbone e Merletti confermano in gran parte una continuità con il passato, senza segnali chiari di innovazione sostanziale. La vera domanda che Papa Leone XIV e la Curia sono chiamati a rispondere è se intendano proseguire davvero lungo la strada della riforma o mantenere uno status quo che rischia di indebolire la credibilità ecclesiale agli occhi di molti.