COMUNICATO STAMPA
FARIAN SABAHI e MIRIAM CAMERINI A TRIESTE IL 13 FEBBRAIO
Trieste, 9 febbraio 2025
Giovedì 13 febbraio 2025, con inizio alle ore 18, presso la Sala Excelsior del Savoia Excelsior Palace Hotel, a Trieste, in Riva del Mandracchio 4, si svolgerà un incontro dal titolo “Trieste-Gerusalemme-Teheran. Pro/vocazioni e dia/loghi di pace”, con la partecipazione di due straordinarie protagoniste del dibattito interculturale nel nostro Paese: l’autrice italo-iraniana Farian Sabahi e l’autrice italo-israeliana Miriam Camerini.
Si tratta di due figure molto note per gli originali contributi che offrono costantemente all’approfondimento delle realtà mediorientali, persiane ed ebraiche, in un momento di estrema delicatezza come l’attuale.
Farian Sabahi (1967) è ricercatrice senior in Storia contemporanea presso l’Università dell’Insubria e delegata per gli Affari istituzionali e diplomatici presso il DISUIT (Dipartimento di Scienze Umane e dell’Innovazione per il Territorio). Specializzata sull’Iran e sullo Yemen, è membro della Sissco (Società italiana per lo studio della storia contemporanea), della Sis (Società italiana delle storiche) e dell’Aiso (Associazione italiana storia orale).
Laureata in Economia all’Università Bocconi e in Storia Orientale a Bologna, ha conseguito il Ph.D. in Storia presso la School of Oriental and African Studies di Londra ed ha studiato i contratti petroliferi buy-back e le zone di libero scambio nel Golfo persico.
La sua metodologia multidisciplinare tiene conto della storia, dell’economia, degli aspetti religiosi e culturali, con un’attenzione alle minoranze e alle problematiche di genere. Ha tenuto corsi in atenei italiani e stranieri. È autrice di numerosi articoli scientifici e saggi pubblicati da editori italiani e internazionali. Tra i suoi libri: Storia dello Yemen (Istituto per l’Oriente C.A. Nallino, Roma 2021), Storia dell’Iran 1890-2020 per Il Saggiatore (2020). È autrice del testo per il teatro Noi donne di Teheran, un racconto – in prima persona femminile – sulle origini della capitale iraniana e sulle sue contraddizioni, sui diritti delle minoranze religiose e delle donne (nuova edizione ottobre 2022 aggiornata alle proteste scatenate il 16 settembre 2022 dopo la morte della ventiduenne Mahsa Amini).
Come regista ha realizzato i cortometraggi I bambini di Teheran (2018) sui rifugiati polacchi in Iran durante la Seconda guerra mondiale, Out of place (Skytg24, 2009) e Che ne facciamo di Teheran? (Rainews24, 2008); in tutti e tre i video, protagonisti sono israeliani di origine iraniana o con un qualche legame con l’Iran, intrecciando così le vicende iraniane a quelle dello Stato ebraico.
Figlia di un iraniano e di una piemontese, ha raccontato i percorsi della sua vita nel memoir Non legare il cuore. La mia storia persiana tra due paesi e tre religioni (Solferino, 2018), con cui è stata insignita del Premio Giuditta ad Alessandria, la sua città natale.
Miriam Camerini (1983) è nata a Gerusalemme la sera di Purim e cresciuta a Milano. Ha studiato Lettere e Storia del Teatro a Milano, Bibbia e Letteratura rabbinica a Gerusalemme, canto con Lee Colbert e Camilla Barbarito; è stata assistente alla regia di Lorenzo Arruga e di Cesare Lievi all’Opera di Zurigo e alla Fenice di Venezia, prima di iniziare a cimentarsi con i suoi progetti di teatro ebraico con sede a Milano.
Regista teatrale, autrice, attrice, cantante e studiosa di ebraismo, si dedica all’allestimento di spettacoli teatrali e musicali, festival e rassegne attorno e all’interno della cultura ebraica in Italia e nel mondo.
Tra i suoi spettacoli: Golem, Un grembo due nazioni molte anime, Il Mare in valigia, Caffè Odessa, Chouchani, Messia e Rivoluzione e Lo Shabbat di tutti, performance – cena dedicata al Sabato ebraico, nata a Mantova Festivaletteratura nel 2013 e da allora mai più fermatasi. Miriam collabora con varie testate di cultura religiosa, fra cui il mensile Jesus, delle Edizioni San Paolo, per cui cura la rubrica mensile La Cantica di Miriam, dedicata a donne, arte e religioni. Il suo libro Ricette e Precetti (Giuntina, 2019), illustrato da Jean Blanchaert, con prefazione di Paolo Rumiz, racconta il rapporto intricato fra cibo e norme religiose ebraiche, cristiane e islamiche; è stato pubblicato in Germania nel 2021 con il titolo Rezepte und Gebote. Miriam Camerini sta studiando per diventare rabbina alla scuola Har’El di Gerusalemme, una delle prime accademie rabbiniche ortodosse aperte alle donne. I suoi ultimi lavori da regista sono stati l’allestimento, lo scorso giugno presso il Teatro di Gerusalemme, dell’Opera Armida e Rinaldo, del compositore Giuseppe Sarti (1729 – 1802), e Di tantse mishpokhe.
La regia di Armida e Rinaldo fu commissionata a Camerini prima della tragedia del 7 ottobre 2023 e la regista ha tuttavia annunciato, prima della rappresentazione: «Ci sarà ad esempio un soldato dotato di uno scudo che è in realtà uno specchio, rivolto verso il pubblico in sala. Sarà un modo per porre una domanda che attraversa l’umanità da millenni: perché la guerra invece dell’amore? Le risposte possibili sono molteplici – la necessità di difendere i propri cari, la spinta a seguire un’ideologia, il desiderio di vendetta – e ciascuna sarà rappresentata da un personaggio, con un cartello in mano». L’Opera ha riscosso un ampio successo ed apprezzamento, pur suscitando anche prese di posizione critiche.
L’incontro di giovedì prossimo è organizzato e promosso congiuntamente da “Il giornale di Rodafà. Rivista online di liturgia del quotidiano” – che lo scorso 12 gennaio è uscito con il suo numero 800 - e dall’Associazione Culturale “Casa Alta” di Trieste. Modererà l’incontro Stefano Sodaro, direttore responsabile del settimanale e presidente dell’associazione. L’ingresso è libero. Sarà trasmesso anche via Zoom al link: https://us02web.zoom.us/j/89999469744
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Editoriale
Stefano Sodaro
Tra Farian e Miriam, Sofia Esti, manzoniana che parla sloveno
Dario Culot - Le tesi 5 e 6 del vescovo Spong
Silvano Magnelli - La indifferenza fa la differenza
Le rubriche de Il giornale di Rodafà
APRIRE SPAZI
Rubrica di Paola Franchina
I calzini spaiati
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ASSOCIAZIONE CULTURALE CASA ALTA