Svezzamento e ... riduzione del latte.
Data pubblicazione: 14-set-2020 16.23.51
Gentile Dott. Giordano,
Le scrivo ancora per chiederLe un parere su come stiamo gestendo lo svezzamento. Il mio bambino nato il 27/01/20 3,5 kg all'ultima visita del 28/7 pesava 8,6 kg per 72 cm circa.
Dai primi di giugno ho ripreso a lavorare in ufficio il lunedì e giovedì e gli altri giorni da casa, perciò la mia pediatra mi ha suggerito di iniziare lo svezzamento. Abbiamo iniziato introducendo la frutta e la pappa salata a pranzo ( crema di riso o mais e tapioca + brodo + mezzo omo di carne ), mentre da agosto il bambino mangia:
-latte materno ( seno ) la mattina tra le 7 e 8,
-frutta verso le 10,30,
-latte materno tra le 11,30 e le 12,00 ( seno se sono in casa oppure 100/150 gr di latte materno dal frigo o scongelato, una volte ne ho lasciato meno e si è innervosito ),
-pappa salata alle 14,30 circa, prima non riesco ad essere a casa ( 15 gr semolino + vedure 60 gr + 1 omo carne/ il venerdì pastina con omo di formaggino e verdure ),
-pomeriggio uno yogurt e poi seno varie volte fino alla sera/notte.
XXX mangia tutto ma il latte è molto diminuito, io ultimamente cerco di tiralo a ora di pranzo e la media che riesco a produrre è 60/50 gr.
Vorrei sapere se è normale o se ho sbagliato qualcosa e se posso rimediare.
Cordialità
Gentile mamma,
TUTTE le linee guida e le procedure nazionali (Soc. Italiana di Pediatria in testa) ed internazionali (UNICEF, OMS, Accademia Americana di Pediatria) di tutto il mondo sono concorde nell'indicare i SEI mesi come età migliore per iniziare lo svezzamento. Anzi tutto il mondo scientifico preferisce parlare di "alimentazione complementare", sottolineando l'importanza del latte materno che deve essere anche in questa età sostenuto e stimolato. Non per una questione di moda o ideologica o di buona creanza, ma semplicemente scientifica = cosa è meglio per la salute attuale e futura del bambino e della mamma.
Nel Vostro caso, ahimè, l'introduzione è avvenuta a poco più di 4 mesi.
Non potendo, nè volendo entrare nel merito della scaletta di cibi solidi e semisolidi che Lei riporta, certo è che viene da pensare che la mammella sia stata trattata un pò biberon-style, come se fosse un contenitore da cui ad orari prefissati (forse per non "disturbare" i cibi da grandi, quelli dello svezzamento) si possa tirare fuori il volume giusto di latte.
Scaricare il seno così poche volte al giorno porta inevitabilmente nella migliore delle ipotesi alla graduale scomparsa del latte (meno estrazione = meno stimolo = messaggio alla mammella "non produrre più latte perchè non serve") e nella peggiore un bell'ingorgo che poi si infiamma che poi si complica con una mastite e che qualche volta scatena anche un ascesso.
In tutto questo non emerge che durante la giornata a casa o al lavoro questo povero seno sia stato scaricato OGNI TRE ORE, come è necessario quando NON si attacca il bambino per assenza o per ... altri motivi.
Ritengo che la Sua mammella, pur maltrattata e negletta, si sia comporta molto giudiziosamente, planando verso una graduale riduzione del latte senza scossoni (= INGORGO E MASTITE).
Se è nelle Sue intenzioni continuare ad offrire il Suo latte al bambino, l'unica strada possibile è recuperare ogni possibilità di stimolo attaccando il pupo tutte le volte che si lecca le labbra oppure che si dimostra interessato, anche se i soliti sapientoni Le diranno che "usa il seno come ciuccio" oppure "per vizio" o altre cretinate trite e ritrite.
Cordiali saluti
Dott GG