Data pubblicazione: 10-lug-2019 16.33.21
Gent.le Dott. Giordano,
ho provato ad iscrivermi ai post, ma non ci sono riuscita, per cui mi
permetto di contattarla tramite e-mail.
Sono mamma di un bimbo di quasi tre mesi. Da subito ho avuto problemi
con l'allattamento per fortissimi dolori ai capezzoli, ancora purtroppo
non completamente risolti.
Da circa un mese e mezzo, però, la situazione è peggiorata perché sono
soggetta a ripetuti ingorghi mammari. Mi sono rivolta più volte al
consultorio e le ostetriche mi hanno praticato massaggi e spremiture
manuali, senza risolvere però il problema e mi hanno così consigliato di
assumere ibuprofene da 400 mg. Per la precisione, ho avuto bisogno di
prendere il farmaco in queste occasioni:
- 28/05: 2 compresse;
- 29/05: 2 compresse;
- 18/06: 1 compressa;
- 22/06: 1 compressa.
Volevo quindi chiederle se sia corretto continuare ad assumere il
farmaco all'occorrenza o se ci sia una frequenza al di sopra della quale
non andare. Potrebbe essere il caso di provare con compresse da 200 mg?
Per timore di un eccessivo utilizzo di ibuprofene, mi sono poi rivolta
ad una pediatra, che me lo ha sospeso e mi ha prescritto 2 compresse al
giorno di ananase, impacchi quotidiani con acqua calda ed eliminazione
dalla dieta di latticini. Sono 11 giorni che sto seguendo questa
terapia, ma la situazione, pur non essendo degenerata, non si è risolta.
Oltretutto, sono un po' perplessa sull'ananase, perché nei documenti del
Ministero della Salute non ho trovato nessuna indicazione sulla
possibilità di utilizzare questo farmaco durante l'allattamento. Ho così
contattato sia il Centro Anti Veleni di Bergamo sia il Telefono Rosso
del Policlinico Gemelli ed entrambi mi hanno detto che l'ananase è
compatibile con l'allattamento.
A questo punto, però, non so cosa fare, perché gli ingorghi mi si stanno
ripetendo continuamente. Lei che cosa mi consiglierebbe di fare?
Continuo con l'ananase o riprendo l'ibuprofene all'occorrenza? Potrebbe
essere vantaggioso utilizzare un tiralatte ed, eventualmente, con quale
frequenza?
Grazie mille,
Gentilissima mamma,
complimenti innanzi tutto per il Suo impegno e per il cammino sin qui percorso.
Alla Sua narrazione mancano alcuni dati importanti:
1) si tratta di un allattamento esclusivo o ci si mette dentro anche il biberon ?
2) allatta a richiesta oppure è tornata al lavoro oppure è impegnata a casa ? Magari con un altro bimbo ?
3) ci entra anche il ciuccio ?
4) etc. etc.
L'ingorgo mammario è un incidente frequentissimo nelle mamme che allattano e dipende sempre dall' incompleto svuotamento del seno.
Cause: l'allattamento misto biberon / seno, l'allattamento NON a richiesta, magari attendendo il pianto del pupo che è un segno tardivo, crisi angosciata del pupo che si sente abbandonato ed esposto ai pericoli arcaici della foresta (ora mi mangia qualche predatore !), il vizietto di fare 10 min o 15 min per lato standardizzati, la pressione sul seno per fare respirare il bambino,
un attacco non del tutto corretto ed efficace. Poi l'uso di un reggiseno troppo stretto, dormire su uno stesso lato tutta la notte e la pressione di borsa o zaino a tracolla.
Purtroppo, ogni ingorgo produce un certo grado di flogosi per sofferenza dei lattociti e l'accorrere di mediatori e cellule infiammatorie. Ogni flogosi produce un residuo di fibrosi
di distorsione dei tubicini e predispone ad ingorghi sempre più numerosi e sempre più massivi e sempre più radicati (si strutturano !) nel tessuto ghiandolare.
Il problema NON è la ipotetica tossicità da accumulo da ibuprofene (FANS) o da ananase (estratto ad azione proteolitica dal gambo dell'ananas).
Specialmente per il primo esistono solidi studi che lo classificano come "sicuro". Ma anche il secondo, benché gli studi siano meno ampi,
ha meritato l'etichetta di compatibile con l'allattamento.
Quindi non esistono limiti di prescrizione.
L'applicazione di panni caldo umidi (preferisco dire TIEPIDO-umidi = ho visto ustioni !) o di docce tiepide NON ha l'obiettivo (né potrebbe)
di sciogliere nodi o grumi ! La sensazione piacevole di tepore può stimolare il riflesso della ossitocina, l'ormone che "spinge" il latte
verso l'esterno. Pertanto, non ha molto senso se non si estrae dopo lo stimolo con la bocca del bambino o con un buon tiralatte o con
la spremitura manuale GENTILE. Quindi stimolo tiepido da associare sempre ad estrazione.
Attenzione ! Il caldo può essere anche controproducente vasodilatando e promuovendo ancora di più l'ingorgo e l'infiammazione !
Se dovesse notare rossori sulla cute, sarebbero più indicati panni freschi da frigorifero.
Anche le manovre drastiche di spremitura del seno possono essere controproducenti e traumatizzanti il tessuto ghiandolare.
Gliele sconsiglio (è il caso di dirlo) caldamente !
In conclusione:
Vigile sorveglianza contro tutti i fattori che favoriscono l'insorgenza dell'ingorgo (in primo luogo un attacco non del tutto efficace e drenante,
usi la funzione "cerca nel sito" parola chiave ATTACCO). Sulla alimentazione della mamma si è detto di tutto ed il contrario di tutto,
tuttavia, in tutta sincerità non esistono evidenze scientifiche secondo le quali l'esclusione di latte e latticini diminuisca
la possibilità di ingorghi, anche se ho letto su bibliografia dedicata di diminuire l'assunzione di grassi animali … però ripeto
non esistono valide prove scientifiche di efficacia.
Elimini in ciuccio, attacchi frequentemente ai primi segni di fame il pupo e valuti quanto ho elencato sopra.
Un po' di anti-infiammatorio male non fa, a meno che la mamma non soffra di gastrite.
Stia ben attenta: ripeto l'ingorgo si infiamma molto facilmente e facilmente vira verso la mastite.
Cordiali saluti e … restiamo in contatto.
Sono sicuro che il Suo allattamento ha comunque un futuro.
Ancora complimenti per il Suo impegno
Dott GG
Dott