Data pubblicazione: 17-apr-2020 8.17.35
Gent.mo Dott. Giordano,
ricorro nuovamente ai suoi consigli, sempre preziosissimi, per due questioni:
- il mio piccolo di tre mesi, allattato esclusivamente al seno, soffre di dermatite seborroica o crosta lattea sul cuoio capelluto e nel viso. La pediatra ha giustamente prescritto detergenti specifici e una crema al cortisone. In più, mi ha consigliato di ridurre nella mia dieta i latticini dato che la dermatite è in parte dovuta ad una intolleranza del bambino alle proteine del latte vaccino. Non che sia una limitazione per me sacrificante (anche se, lo ammetto, io adoro i latticini) me ricordo, dal corso tenuto da Lei, che in allattamento si può mangiare tutto. Cosa può dirmi a riguardo?
- quando tornerò al lavoro, forse dopo il 3/5, darò al bambino il mio latte estratto. Prima della emergenza Coronavirus (febbraio-inizio marzo), avevo fatto delle riserve che ho conservato in freezer. Posso utilizzarle?
Sono abbastanza nutrienti per lui?
Grazie sempre
Gentile mamma,
la dermatite seborroica è un motivo frequente di preoccupazione delle mamme.
In realtà riconosce varie cause e quella alimentare, del tutto possibile, non è la più frequente. Negli anni 90 si riteneva che il 90 % se non il 100 % delle situazioni fossero da ascrivere ad una allergia alimentare, alle proteine del latte vaccino in testa.
Via via si è visto che incidono altri fattori immunoreattivi: funghi, batteri, ph della cute, tipologia del film idrolipidico della cute (in pratica il sebo), predisposizione familiare, etc.
In passato, ma un pò anche adesso, si è dato grande importanza al latte di mamma come veicolo di pezzi di proteine del latte vaccino e quindi della possibilità di provocare una intolleranza alle proteine del latte vaccino anche mediante l'allattamento esclusivo.
Ora, in medicina 2 + 2 non fa sempre 4 ed ogni ragionamento clinico si fonda sempre su una valutazione ragionata delle probabilità: prescrizione di antibiotici (funzionerà o no su quel batterio ?), diagnosi, riabilitazione etc. Rischio e probabilità di successo !!!
Quindi, nessuno può escludere che in particolari casi il latte di mamma veicoli oligo-peptidi che possano innescare effetti indesiderati.
Però, il calcolo delle probabilità che
1) le proteine del latte vaccino superino i processi digestivi dell'intestino della mamma, 2) vengano assorbite e passino nel sangue sotto forma di "pezzi grossi",
3) arrivino alla cellula mammaria,
4) siano scaricati tali e quali nella bocca del bambino
5) l'intestino del bambino non li finisca di digerire (= scindere, distruggere) completamente, tanto da renderli del tutto inoffensivi,
6) i fattori immunologici presenti nel latte di mamma non li neutralizzino
7) il lattante sia pure tanto sfortunato da avere una predisposizione familiare da farsi pure la dermatite ....
Insomma, tutti questi passaggi fanno sì che il calcolo delle probabilità sia sfavorevole alla ipotesi del latte "contaminato" .
In sintesi, a mio avviso, è ragionevole ridurre l'introito delle proteine del latte vaccino, qualora risultasse obiettivamente un pò troppo generoso, però senza angoscia e senza dare la caccia alle streghe e considerando che con la stagionatura molti formaggi (il parmigiano ed il grana > 20-24 mesi) perdono quasi del tutto il loro potenziale allergizzante.
Per il resto, siamo tutti concordi certamente con le occasionali applicazioni di creme al cortisone sulle lesioni infiammate della dermatite e con il ripristino del film idrolipido evitando i detergenti schiumogeni aggressivi (io direi: solo acqua).
Un caro saluto
Dott GG
PS:
consulti il portale allattamenti riuniti funzione "cerca nel sito" in alto a Dx per i consigli "ritorno al lavoro" e per il latte estratto (può rimanere il frezeer sino a 12 mesi e va scongelato gradualmente o spostandolo in frigo oppure più rapidamente a temp ambiente. Mai al microonde).