Data pubblicazione: 1-apr-2019 22.38.52
Gentile dott. Giordano,
mi occorrerebbe un suo parere riguardo la situazione di mio figlio, nato venerdi scorso, alla 41esima settimana di gestazione, con un parto naturale (alla nascita pesava 3.400 Kg). Intenzionata ad avviare e portare avanti il più a lungo possibile l'allattamento al seno, ho chiesto ed ottenuto di avere mio figlio a contatto pelle a pelle già in sala parto e di sperimentare anche, in tal senso, un primo rudimentale attacco al seno entro le sue prime due ore di vita. Ho pertanto proseguito contatto/attacco per le successive ore, riuscendo ad avviare discretamente la suzione. Nonostante io mi fossi "ben preparata" all'argomento, anche grazie alla frequentazione dei suoi corsi, ho tuttavia sperimentato qualche difficoltà nella ricerca della corretta posizione, sia perché ho un seno molto grande sia per le difficoltà nelle posizioni da seduta a causa dei punti relativi all'episiotomia (ho pertanto prevalentemente utilizzato la posizione sdraiata sul fianco a letto, che mi non mi ha consentito di avere un efficace controllo sul posizionamento). Inoltre ho l'impressione di avere un inizio di ragadi. Nonostante ciò, in questi primi 2 giorni Daniele ha comunque succhiato a mio modo di vedere con efficacia. Al controllo del terzo giorno, tuttavia, non sono stata dimessa poiché è stato riscontrato un aumento dei valori di sodio e pertanto ipotizzato un insufficiente riscontro con l'allattamento al seno. Quindi mi è stata suggerita un'integrazione momentanea con biberon. Inutile descrivere la mia frustrazione a riguardo, dato che so bene quanto possa essere controproducente l'uso delle tettarelle specie nei primi giorni. Mi chiedo pertanto se non sarebbe stato più corretto verificare il nostro corretto posizionamento e semmai intensificare ulteriormente gli attacchi, anche in vista della "montata" che credo si concretizzerà nei prossimi giorni. Sono molto spaventata perché vedo queste piccole integrazioni come serie insidie all'avvio dell'allattamento, ma contemporaneamente è chiaro che non vorrei mai nuocere alla salute di mio figlio. Lei come vede la nostra situazione? Mi da un parere complessivo? Riuscire ad allattare in modo efficace ed esclusivo mio figlio è per me questione... di vita o di morte. Grazie mille in anticipo
Gentile mamma,
ho controllato fra i nostri nati al nido, pronto per scendere giù a vedere un pò più da vicino la Sua situazione, ma non La ho trovata fra le nostre mamme e quindi suppongo si trovi attualmente presso un altro punto nascita.
Non è infrequente che i neonati allattati nei primi giorni di vita si disidratino un pò con aumento del sodio (per concentrazione) nel sangue. La logica e la fisiologia della lattazione inizialmente pone una piccola sfida al neonato che si trova in attesa della montata lattea.
Attesa che, in una donna prima-volta-mamma e che ha mammelle, ipofisi, competenze ed abilità da organizzare e strutturare, può arrivare a tre giorni.
Inoltre, la letteratura scientifica ha più volte accertato che le procedure ostetriche ed i farmaci (attenzione: di cui non discuto l'indicazione o la scelta) messi in atto prima e durante il parto hanno un impatto sul network ormonale della mamma (e del bambino).
Un discorso a parte va fatto sulla attitudine e sul contributo dei sanitari di contatto delle maternità, ovviamente, sempre suscettibili di miglioramento.
Ma veniamo a noi ...
La prego di NON scoraggiarsi e di NON pensarsi sconfitta, nè privata di alcuna chance !
Non so i livelli di sodio e di disidratazione del Suo cucciolo, ma sono fermamente convinto che il Suo attacco al seno tenace e frequente porterà una montata lattea con i contro fiocchi.
Anzi, faccia ben attenzione all'insorgenza di ingorgo parziale o globale che può concretizzarsi all'improvviso e sia pronta a scaricare manualmente o con tiralatte i seni.
Osservi ed analizzi la posizione. Testa-spalle-sederino sulla stessa linea. Pancia contro pancia.
Mento poggiato sul seno. bocca a perta a leone. No dita sul seno per farlo respirare o presa a forbice. No presa sul sedere che spinge il pupo in avanti. No braccino sotto l'ascella della mamma .
Braccino che sta sotto esteso lungo il fianco, manina che sta sopra sul seno.
Ripeto: non si scoraggi !
Non offra il ciuccio ovviamente ! Se si tratta di poche poppate (per es. tre) al biberon con minima quantità di formula (per es. 30 cc), queste saranno sovrastati dai molto più numerosi attacchi al seno. Non appena giungerà la montata, è estremamente probabile che il pupo stesso verrà a rifiutare il biberon.
Restiamo in contatto.
Auguri per la bella nascita
Dott GG
Grazie mille per la sua immediata e preziosa risposta. Ha ragione, io ho seguito i suoi corsi sebbene abbia partorito presso un'altra struttura.
I livelli di sodio nel sangue pare in serata siano rientrati entro valori limite (mi è stato detto 140). Nel pomeriggio io ho tenacemente attaccato al seno il piccolo giusto poco prima dell'arrivo dei biberon, di cui ha preso solo 15 cc per 2 volte, rifiutando il resto. Tuttavia mi pare che a seguito di tale integrazione si mostri meno irritabile. Magari ne aveva effettivamente bisogno. Ciò che mi preoccupa è la presenza delle ragadi oltre che appunto il verosimile "ritardo" della montata. In tal senso, a proposito di quanto ha spiegato circa la letteratura scientifica, mi chiedevo se un "ruolo" nella definizione dei tempi della montata, possa essere attribuito all'analgesia peridurale. In ogni modo, farò tesoro dei suoi consigli e non demorderó. La aggiorno. Grazie infinite ancora.