La mamma torna al lavoro e .... andrebbe sostenuta e NON ...

Data pubblicazione: 14-feb-2019 23.35.27

Gent.mo Dott. Giordano,

Le scrivo perchè mi è stato consigliato di integrare il latte materno, vorrei sapere da Lei se è davvero necessario.

Mio figlio G. è nato il 6 novembre, pesava alla nascita 3,060 Kg ed era lungo 51 cm. Dimesso dall'ospedale il peso era calato a 2,830 Kg. Al controllo del primo mese il peso era di 4,050 Kg e la lunghezza 56,5 cm. Al secondo mese 5,2 Kg. Venerdì il peso era pari a 5,850 Kg e la lunghezza 62 cm.

L'ho sempre allattato io, fin dal giorno in cui è nato, si è attaccato al mio seno già mentre ero in sala osservazione dopo il parto e non mi è mai pesato farlo, giorno o notte che fosse, senza badare a nulla, quando lui voleva e ovunque fossi. G. non ha mai avuto problemi di rigurgiti, coliche o altro come sento dire a tante amiche, nè ha mai pianto disperato per fame (ormai riconosco quando piange per fame o per sonno o perchè vuole coccole). Non mi è mai importato ad es. che "tirasse tutta la notte" per lasciarmi dormire, allattare è per me un'esperienza meravigliosa e mi sento fortunata a farlo e senza problemi; non ho sofferto con le ragadi, non ho avuto difficoltà di attacco, posizione, nulla. In definitiva una di quelle situazioni da raccontare con vera gioia.

Da circa 10 giorni sono tornata a lavoro e mi ero già organizzata tirando il latte e conservandolo perchè mia madre potesse darlo a G. in mia assenza. Ho tirato anche fino a 120 ml di latte, ma qualche volta anche meno, mai sotto i 90 ml comunque; la pediatra mi dice che sono molto pochi e che dovrei tirarne almeno 150 anche meglio 180.

Mi dicono che 600 gr di aumento di peso in un mese (dal secondo al terzo) sono pochi e che sarebbe meglio integrare il latte materno con uno artificiale, specie perchè lo stress dell'essere tornata a lavoro potrebbe causare un'ipogalattia (ma io non mi sento affatto stressata, ritengo di essere consapevole che anche se mamma non ho smesso di essere altro tra cui una lavoratrice). In più mi dice che dovrei lasciare sempre a mia madre, per la poppata in cui manco per via del lavoro, almeno 150 ml di latte che, a seconda delle giornate, non riesco sempre a tirare in questa quantità come le spiegavo prima (e non l'avesse mai detto davanti a mia madre che mi guarda come se, per questo, affamassi suo nipote).

Senza considerare i consigli, a volte poco richiesti, di mamma, zie, amiche ecc sui due litri di acqua al giorno, l'evitare quasi tutti i cibi che invece mi piacciono e variano la mia alimentazione, le bustine di integratori che dovrebbero rendere il mio latte non ho capito neppure ricco di cosa (per carità poi magari sono ottime e "miracolose").

Non ho avuto grandi dubbi finora sul mio allattamento, ma da qualche giorno mi stanno facendo sentire, un pò tutti, una madre inadeguata, non capace di nutrire a fondo suo figlio, e soprattutto una "fissata" con l'allattamento al seno che vuole soddisfare il proprio bisogno di avere il figlio attaccato a lei senza pensare, invece, a cosa è meglio per lui, alla sua salute e al suo benessere. Mi dicono che non è veleno il latte artificiale e che devo smetterla di essere "un'integralista dell'allattamento". La verità è che non mi sento nulla di tutto ciò, solo non mi spiego perchè l'integrazione con l'artificiale se il mio latte c'è e se G. non piange o non mostra segni che possano farmi pensare non stia bene. Credo che la variazione di peso possa essere normale e che se un mese è aumentato più di un chilo e quello successivo un pò meno possa capitare. Nel complesso non mi sembra che non cresca e lo noto anche solo dai vestitini senza "l'ossessione" della bilancia. È per questo che Le ho scritto, perchè vorrei sapere da Lei, visto che non sono una persona competente in materia, (seguo solo l'istinto di mamma), se è davvero necessario procedere con questa integrazione o se posso invece perseverare unicamente col latte materno. E se devo necessariamente tirare almeno i famosi 150 ml o se, posso lasciarne anche meno e poi provvedere semplicemente ad allattare mio figlio non appena torno da lavoro nel caso che avesse ancora fame.

Scusi se sono stata prolissa.

La ringrazio in anticipo per qualsiasi consiglio volesse fornirmi.

Gentilissima mamma,

leggendo la Sua mail mi vengono "di pancia" 2 o 3 cosette

1) ma che splendido esempio di allattamento di successo ! Di normalità ! Di mamma e bimbo sereni !

2) ma come ha fatto questa povera disgraziata a resistere a tutte queste aggressioni !

3) da appassionato di musica cantautori anni 70-80 (scusate ma ho la mia età ..) la strofa della canzone Sara di Venditti "dai retta a me, lasciale tutte parlare"

La Sua è davvero una storia di assoluta normalità !

Di come dovrebbero andare le cose in un mondo normale, con mamme normali e bambini normali.

Ovviamente a parte i soliti guastatori, che sembrano non mancare mai .

Innanzi tutto, fughiamo ogni dubbio sulla crescita di Suo figlio. Personalmente NON ce la faccio più a ripetere le solite tiritere sulla velocità di crescita scalare e decrescente dei bambini nel primo anno di vita ! E' davvero frustrante ruminare le solite solfe.

Eppure sembra che il pensiero dominante voglia bambini-mostri che mettano a segno un chilo al mese per tutti i 12 mesi arrivando quindi a 15 chili standard (3 alla nascita + 12 quanti sono i mesi), altrimenti scattano in ordine l'accusa, il processo e la condanna finale di mamma inadeguata ed insensibile.

Allora, ancora una volta ripetiamo la solita, vecchia, trita regoletta che era scolpita nei vecchi manuali di puericultura (la cui validità NON è cambiata): i bambini raddoppiano il peso nascita a 4-5 mesi e lo triplicano a 11-12.

Parabola: se sono 3.000 - 3.200 gr alla nascita a 4-5 mesi peseranno 6.500 gr circa poco più poco meno.

Poi prenderanno altri 3-3,5 kg dal 5° al 12 mese, il che significa target finale di circa 9,5 chili, poco più poco meno o se preferisce 3-3,5 chili diviso 7 mesi cioè 400-450 gr al mese.

Applicando questa semplice regola a Suo figlio, posso solo dire che è in anticipo (ha tre mesi compiuti no ?) avendo già raddoppiato il peso nascita. Per di più ha una crescita di qualità (leggi lunghezza = a tre mesi 62 cm, mizzica !) eccellente !

Matematica a parte, come ha già saggiamente evidenziato Lei, se giudizio dobbiamo esprimere questo non può che fondarsi su una attenta valutazione del bambino: se è sano, sereno e visibilmente soddisfatto, ma di che cosa stiamo a blaterare ?

Lei è tornata al lavoro. ... e vabbè ... sarà un test in più da superare. Leggendo il Suo curriculum e quanto sta mettendo in atto non posso che essere SICURO che ci riuscirà alla grande. Le donne allattano e tornano al lavoro. Anzi Le donne "in carriera" ed emancipate allattano (con fatica ed impegno) di più e più a lungo. E questo non è un dato italiano ma mondiale.

Le ricordo il mio solito e più volte espresso punto di vista. Ponendo come obiettivo la durata e la qualità dell'allattamento, è FONDAMENTALE svuotare il seno sul posto di lavoro, NON tanto per recuperare il volume di latte per la poppata in assenza, QUANTO per evitare il ristagno intra-ghiandolare che costituisce un potentissimo segnale di stop della lattazione , oltre che rischio di ingorgo !

Quindi, la prego di drenare la mammella (un tiralatte pulito e qualche vasetto) in pausa caffè, idealmente a 3 ore dalla poppata del pupo.

Il latte estratto può stare 6-7 ore a temperatura ambiente o più o meno secondo la stagione e tre giorni in frigo (6-12 mesi in freezer).

Altro punto: ma stiamo a discutere sui 30 cc di latte della poppata della nonna ????

Ma Lei davvero pensa che 20 o 30 cc di latte (o di formula) in meno in una sola poppata possa compromettere la vita di un lattante di così diamantina salute ???

Va considerato che

a) come si può leggere su un bellissimo articolo su Pediatrics (una delle Bibbie scientifiche della pediatria internazionale) di qualche anno fa, la quantità di latte di mamma per chilo necessaria alla crescita ed alla buona salute è significativamente INFERIORE al volume di formula (insomma il c.d. "latte artificiale").

In parole povere 80-90 cc di latte di mammà, grazie alla spiccata bioattività specifica) fa lo stesso lavoro (meglio se posso dire) di 140 cc di formula !

Ora, NOI non siamo integralisti di nulla, la nutrizione al seno risponde a principi di scientificità sia per la mamma sia per il bambino !!

Come scrive l'Accademia Americana di Pediatria "allattare non è uno stile di vita o una moda privata, ma una questione di salute pubblica".

Le consiglio vivamente di continuare a seguire il Suo buon senso e la Sua intelligenza, quelle cose che Lei chiama istinto di mamma.

Attacchi il bambino frequentemente quando è presente a casa. Dispensi dalle visite le persone "moleste" e destabilizzanti.

Attivi il papà in funzione "cane da guardia", di solito funziona.

Non entri in paranoia con la frenesia di raggiungere il quantum da lasciare al bambino per la poppata in assenza.

Se non potesse arrivare con il Suo latte ai soliti 120-130 cc ... allora nulla vieta di metterci pure qualche cc di formula (ovviamente il meno possibile) a seguire Questo a dimostrazione del nostro NON integralismo e della nostra libertà intellettuale.

Lasci perdere i consigli idro-alimentari per fare più latte. Bere eccessivamente può far diminuire il latte !!!!

Mangi pure ciò che Le fa piacere mangiare. In quantità ragionevoli.

Ultima cosa, quando la mamma torna al lavoro di solito il bambino riprende o intensifica le poppate notturne, come se recuperasse l' iperstimolazione serale della prolattina del primo mese di vita. E' stancante, ma del tutto normale.

Un caro saluto, ancora complimenti !

Dott GG