Data pubblicazione: 15-apr-2020 11.12.36
Gentilissimo dott. Giordano,
In attesa del prossimo incontro online, Le scrivo nuovamente per darle qualche aggiornamento e chiedere i Suoi preziosi consigli. Io e la mia bimba siamo riuscite a ridurre i biberon e aumentare l'attacco al seno, anche se ancora imperfetto (bocca non spalancata, labbra non completamente estroflesse, capezzolo a forma di rossetto e di colore biancastro a fine poppata). Sabato ha preso 3 integrazioni da 60 ml, domenica nessuna, lunedi una da 80 ml e stamattina una da 40 ml. Non Le nascondo che ogni volta che preparo un biberon è una coltellata al cuore. Domenica e lunedi soprattutto la bambina (46 giorni oggi) è stata molto irrequieta, ha voluto ciucciare in continuazione notte e giorno e soprattutto verso le 18 si è innervosita parecchio, piangendo col capezzolo in bocca fino a diventare rossa in viso ed andare in apnea per poi smettere sfinita. Questo evento mi ha spaventato parecchio. A nulla sono valsi i miei tentativi di calmarla cullandola ed offrendole il seno, massaggiandole il pancino (anche se dubito fosse colica dal tipo di pianto e dal mancato piegamento a scatto delle gambe). Sono riuscita ad addormentata per pochi minuti. So che non era mancanza di latte nel mio seno ma come spiegare questo comportamento? E soprattutto come aiutare la bambina e porre rimedio senza farla piangere in quel modo? Esiste questo cosiddetto scatto di crescita? Nel caso in cui debba somministrare nuovamente il biberon è opportuno che io svuoti il seno col Tiralatte? Mi scusi per le tante domande
Gentile mamma,
certamente non si finisce mai di perfezionare la qualità dell'attacco al seno.
A tal proposito l'UNICEF/OMS sono restii all'uso del ciuccio che è il grande dis-educatore del bambino (boccuccia chiusa, lingua mal posta etc.) .
I bambini vanno educati o ri-educati (se dopo una esperienza più o meno lunga di biberon e ciuccio) al seno.
Si sminuisce sempre l'importanza del c.d. "prendere familiarità", cioè di lasciar soggiornare fra i seni i bambini a prenscidere dalla suzione e dal trasferimento del latte.
In ogni caso i bambini vanno attaccati NON quando iniziano a piangere, ma ai primi segnali di invito (cominciano a fare smorfie ed a girarsi anche con gli occhi chiusi a Dx e Sx).
Continuo a ripetere (come può leggere dal portale Allattamenti Riuniti) che non esistono schemi o procedure accreditati per l'allattamento "misto", che pure è così diffuso e che in tanti casi potrebbe virare all'esclusivo.
L'unico consiglio valido sec. me è di offrire meno formula possibile, ma soprattutto con volumi i più limitati possibili (50 o 60 cc). Invece spesso sono somministrate le solite poppatone da alimentazione artificiale (150-160 cc).
Le crisi di pianto producono facilmente uno stato di ipocapnia (buttano via tutta l'anidride carbonica) che riduce l'attività centri del respiro.
Ad un certo punto sembra che i bimbi non respirino più con grande ansia e spavento dei presenti.
Nella medicina popolare siciliana esisteva un nome ben preciso, che circoscriveva l'evento nei confini del parafisiologico e scaricava le tensioni (il bambino "ngusciò").
Quindi, almeno per questo, stia tranquilla.
La semeiologia delle gambette flesse sull'addome per discriminare se si tratta di coliche o altro dolore (30 anni fa esisteva il mal d'orecchio come alternativa diagnostica, adesso estintasi) non mi ha mai convinto.
Certamente, a 45 gg di età potrebbero entrare in causa le famose colichette di passaggio ... ma senza mettere una mano sul pancino non saprei esprimermi.
Certo che esistono gli scatti di crescita !! Sono una nota acquisizione scientifica.
I bambini non crescono sempre con un andamento lineare, ma a scatti in avanti dopo brevi periodi di stazionarietà .
Non capisco la Sua domanda "Nel caso in cui debba somministrare nuovamente il biberon è opportuno che io svuoti il seno col Tiralatte?" ...
Se è nelle condizioni di dover scaricare (cosa mai sbagliata secondo me), perchè dovrebbe dare il biberon ?
L'unica circostanza è il ritorno al lavoro, mamma assente per diverse ore e bambino a casa.
Sì ! In quel caso il seno va scaricato durante il turno di lavoro per evitare le brutte conseguenze del ristagno: ingorgo e/o scomparsa del latte.
Un caro saluto
Dott GG
Caro Dottore,
Grazie mille per la Sua esaustiva risposta, mi sento più tranquilla, soprattutto per il pianto. Farò tesoro dei suoi consigli! Per quanto riguarda la domanda del Tiralatte mi riferivo al fatto che somministrando un biberon viene a mancare la suzione e stimolazione della mammella da parte della bambina in quel frangente, per cui pensavo fosse necessario mimarla in parte col Tiralatte, sebbene non sia ugualmente efficiente. Mi auguro comunque di non dovere piu ricorre all' utilizzo del LA.
La ringrazio nuovamente ed a presto
Cordialmente