Data pubblicazione: 31-ago-2019 18.54.38
Gentile dott. Giordano,
sono la mamma di G., la mia secondogenita nata il 23 agosto presso l'ospedale Cervello. La mia prima esperienza di allattamento, durata fino a che la bimba non ha voluto staccarsi da sé (intorno ai tre anni), è stata da manuale: mai un problema, un ingorgo, ho tirato il latte quando sono rientrata al lavoro e ho affrontato bene lo svezzamento. Anche questa volta sembrava essere partita bene, la bimba si è attaccata da subito (con qualche comprensibile tentennamento durante il ricovero in ospedale), ma arrivati al quinto giorno di vita, senza preavviso, si è presentata una terribile febbre alta con dolore intenso a entrambi i seni. Su indicazione del ginecologo sto prendendo antibiotico e tachipirina, continuando ad attaccare la bimba il più possibile (faccio allattamento esclusivo). Ho anche applicato impacchi freddi e pezze calde. Dopo tre giorni di terapia la situazione è un po' migliorata, la febbre è passata e il seno sinistro è tornato normale, quello destro però continua a essere molto pieno con delle aree dolenti e arrossato. La bimba si attacca con più difficoltà rispetto all'altro seno (non riesce a prendere bene il capezzolo perché anche l'areola è interessata dall'edema) ma con un po' di insistenza riesce a succhiare e vedo che deglutisce. Con il tiralatte invece non riesco a estrarre quasi nulla, solo poche gocce. Dopo la poppata il seno risulta un po' ammorbidito, ma torna pieno e dolente dopo poco tempo. Volevo chiederle cosa posso fare per risolvere questo ingorgo, se i tempi di guarigione sono questi e quindi è normale che io non veda grandi progressi (nell'aspetto e consistenza del seno interessato) dopo tre giorni, e se è il caso di contattare una figura professionale che possa seguirmi a casa (magari può indicarmi qualcuno lei?). La ringrazio molto per l'aiuto che potrà darmi.
Gentilissima mamma, grande veterana dell'allattamento !
L'ingorgo è senza dubbio l' ostacolo più frequente del percorso di allattamento e non dobbiamo meravigliarci se nel Suo caso sia stato così precoce.
Lei infatti proviene da una lunga e robusta esperienza pregressa. Tre anni di allattamento che hanno profondamente modificato anatomia, funzione ed epigenetica delle mammelle, facendone delle macchine da corsa ben rodate, pronte a scattare alla successiva gravidanza .
Sono abbastanza sicuro che l'origine dei guai attuali sia il fatto che la Sua ultima bimba non si sia attaccata quanto sarebbe stato opportuno.
Probabilmente proprio perchè "sentiva" la maturità delle mammelle e quindi la non-necessità di poppate furiose e frequenti come invece faceva la primogenita.
Le mamme dovrebbero essere avvisate del maggior rischio di montata lattea esplosiva nella seconda esperienza di allattamento.
Adesso, come ben ha scritto Lei, le linee di intervento sono due: drenare il più possibile il latte affinchè non ne rimangano dentro quantità pericolose (pericolo di stop della lattazione e/o di infiammazione e mastite) e risolvere l'edema.
L'edema infiammatorio è un bel guaio in quanto, come ha scritto Lei, deforma l'areola ed il capezzolo irrigidendoli, disturba l'attacco e, schiacciando i dotti, lo scarico del latte.
Inoltre tende ad "indurarsi" cioè a strutturarsi sotto forma di nodo duri più o meno dolenti.
Mi sembra che Lei abbia agito più che correttamente applicando panni freschi (sulle parti arrossate) e "caldi", spero voglia dire tiepidi, per stimolare il deflusso.
Le docce tiepide aiutano molto. Inoltre, oltre al massaggio (delicato) verso il capezzolo per fare uscire il latte, è indicato il massaggio "inverso" con la punta delle dita , cioè dal capezzolo verso l'ascella corrispondente, per fare defluire il gonfiore verso i linfonodi.
Fondamentale è l'attacco della bimba: che sia frequente, efficace (Lei dice che deglutisce bene), corretto (pancia contro pancia, mento poggiato,collo un pò inarcato con il capezzolo che punta contro il nasino, etc.). Per facilitare il drenaggio è meglio cambiare spesso posizione : una volta seduta in poltrona, un'altra coricata di fianco, un'altra ancora "a rugby", ancora con la bimba su un tavolo e la mamma poggiata con i gomiti ed il seno che pende sulla bocca della pupa,etc .
Se il seno è abbondantino, può anche aiutare sorreggerlo un pò dal basso durante la poppata e/o massaggiare (dolcemente !!!) la parte indurita.
E' importante l'assunzione di un FANS, a meno che non si soffrà di gastrite. L'ibuprofene è quello di prima scelta (Moment, Brufen, Nurofen etc. ) 200 mg tre volte al giorno sino a che sussiste il durone dolente. La tachipirina NON è un FANS, un anti-infiammatorio. Calma il dolore e la febbre ma non agisce sulla infiammazione.
Penso di averLe scritto (probabilmente) tutte le dritte.
Cordiali saluti
Dott GG
PS Ci dia dentro tutto si risolverà, ma stia sempre in guardia: l'ingorgo recidiva facilissimamente !