Data pubblicazione: 11-apr-2020 20.09.35
Gentilissimo Dottor Giordano,
sono la mamma di M., nato il 16 novembre scorso. Alla 36esima settimana ci siamo accorti che M. non stava crescendo abbastanza nella mia pancia, quindi alla 37esima mi sono dovuta ricoverare per l'induzione del parto, ma dopo circa 18 ore mi hanno tolto la fettuccia di prostaglandine, perché ad ogni mia contrazione si rallentava il battito cardiaco del bambino. Dopo pochi minuti ho avuto una perdita di sangue e quindi mi hanno fatto un cesareo d'urgenza.
Tutto è andato bene.
M. è nato di 2,280 kg con un indice di Apgar 9/10, non ha avuto bisogno di incubatrice né culletta termica né nulla. Stava benissimo, però è nato Small for Gestational Age, SGA, quindi alle dimissioni ci hanno consigliato di fare tutti i controlli che si fanno ai prematuri.
Quando ho visto mio figlio per la prima volta (3 ore dopo la nascita) era sereno... immagino gli avessero dato sicuramente un biberon. M. non si attaccava in nessun modo al mio seno, non sapeva che poteva uscire il latte anche dal mio seno. In ospedale mi hanno consigliato di usare i paracapezzoli per aiutarlo nella suzione, ma neanche in quel modo riusciva a bere il mio latte: si attaccava, ma non succhiava. Il bambino dovevamo farlo crescere, l'avevamo fatto nascere prima per questo! Quindi gli ho dato biberon dal primo giorno e ho continuato così per tutto il primo mese, perché nonostante io provassi ad attaccarlo al seno lui succhiava per pochi secondi, poi scoppiava in pianti disperati e quindi gli davo il latte in formula. Il primo mese l'ho passato a tentare e a sperare che M. crescendo avesse più forza per succhiare. Con il tiralatte riuscivo a tirare la quantità di un cucchiaino, niente di più. Poi una dottoressa specializzata in allattamento mi ha spremuto il seno mentre il bambino era attaccato e lui ha capito che di là usciva il latte e ha iniziato a succhiare. Finalmente! Io ho continuato a dargli le dosi di latte in formula di prima, perché ero convinta che da me non bevesse granché e anche perché lui piangeva affamato. Finché a fine dicembre siamo finiti al pronto soccorso perché vomitava spesso. Dopo tutti gli esami, ecografia all'addome ecc. la diagnosi è stata 'iperalimentazione'. Così ho ridotto le quantità di latte in formula e pian piano sono arrivata a dargli un solo biberon la sera e per il resto della giornata solo seno. Il 19 febbraio al controllo dalla pediatra M. aveva preso solo 400 g in un mese e 20 giorni, quindi la pediatra mi ha detto di raddoppiare la quantità di latte in formula. Così sono passata da 1 biberon da 120 ml a 2. Così facendo in una settimana ha preso 150 g e la pediatra mi ha detto di garantirgli 4 biberon da 180 ml al giorno più una poppata libera, "tanto il suo latte glielo ha dato per tre mesi", mi ha detto. Inoltre mi ha detto che ad un lattante, così come ad un adulto, fa male mangiare piccole quantità tante volte al giorno, deve mangiare ogni 3 ore e mezzo/4. Io non volevo perdere il mio latte e quindi non ho ascoltato la pediatra e ho continuato a dargli 2 biberon da 120 ml, a volte 3 e al controllo successivo la pediatra ha detto di continuare così perché andava bene. Se non che sono riuscita a togliere i paracapezzoli (a 4 mesi) e ho avuto un ingorgo, quindi ho attaccato M. anche quando non lo richiedeva e ho iniziato ad avere più latte, così ho tolto pian piano tutto il latte in formula 3 giorni fa. Il bambino sembra soddisfatto, sorride, gioca con mamma e papà, dorme (di notte con risvegli frequenti). Due problemi: 1. Il bambino da 3 giorni non sta prendendo peso, anzi sembra che perda qualche grammo; 2. A fine poppata i capezzoli mi bruciano e diventa chiaro (giallino).
Inoltre con il tiralatte non riesco a tirare più di 50 ml in totale dai due seni.
Le pongo i miei quesiti:
1. Torno a dargli un paio di biberon al giorno per non fargli perdere peso?
2. Ritiene che io debba iniziare con lo svezzamento (fra una settimana compie 5 mesi)?
3. Il bambino trarrà benefici dal mio latte anche dopo lo svezzamento? Non essendo riuscita a dargli il mio latte da subito, spero di poter continuare a dargli il mio latte e le chiedo se ha gli stessi effetti benefici a lungo termine sul bambino.
Mi scuso per la lunga mail e la ringrazio par l'attenzione.
Colgo l'occasione di augurarle una buona Pasqua.
Cordiali saluti,
Gentilissima,
ho letto con molta attenzione la Sua mail.
La storia che Lei narra è un ennesimo esempio di determinazione di una mamma.
Innanzi tutto Suo figlio nasce piccolo per l'età gestazionale, per fattori endogeni, per problemi placentari, non so.
E' un esserino programmato in utero alla "fame" cronica, ad un limitato apporto di nutrienti.
Secondo il noto e comprovato (non è una follia del Dott GG !!) modello del "fetal programming", cioè della origine prenatale/fetale del destino e della salute degli individui, è conveniente non stressare la crescita in peso postnatale con uno sproporzionato apporto di calorie, non previsto dal metabolismo in base all'imprinting prenatale.
Parabola: se un bambino era abituato a nutrirsi e crescere poco in utero, è indispensabile essere cauti con gli apporti e le pressioni dopo la nascita pena la sindrome metabolica dell'adulto (ipertensione, ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari diabete etc.)
Se un bambino è nato su determinati centili (le famose curve o traiettorie di crescita) può essere innaturale e pericoloso cercare di spostarlo a forza su centili superiori !
In questo caso il latte di mamma si conferma la scelta migliore con il carico calorico sempre e comunque "sartorializzato" sulle specifiche necessità di quel bambino.
Lei non scrive quanto pesava il pupo quando la crescita sembrava essersi ridotta. Però vige la regola del raddoppio del peso a 4-5 mesi. Se Suo figlio è nato 2,300 gr il raddoppio fisiologico del peso è circa 5 chiletti ! Non sono i 6 chili del nato adeguato per la data.
Mi congratulo con la sagacia ed il buon senso dimostrati quando a fronte della diagnosi di "iperalimentazione" ha preferito escludere la formula ! Qualcuno avrebbe probabilmente fatto altrimenti ... magari escludere il latte di mamma.
Purtroppo è ancora diffuso il paradosso che i ritmi "giusti" siano quelli artificiali biberon-style cioè la storia dei pasti abbondanti ed intervallati da tempi di riposo obbligatori per il pancino ....
Quindi grandi volumi (180 ml = un bicchiere da tavola) dati poche volte al giorno.
La fisiologia è esattamente il contrario: il bambino naturale, cioè quello allattato al seno mangia poco e spesso !
I pasti ad orario, con grandi volumi ed in breve tempo (svuotano il biberon in un attimo) sono una convenzione artificiosa motivata dalle esigenze pratiche di noi adulti.
Quindi, cautela con queste entusiasmanti fughe in avanti, questi scatti di peso determinati dalle abbondanti libagioni al biberon.
Sono restio alle frenate improvvise, da 1800-200 ml al biberon a zero, però mi sento di consigliarLe volumi i più piccoli possibili ed in numero il più ridotto (quanto non saprei ... l'allattamento misto è tutta una cosa indefinita, non codificabile).
Invece è opportuno, per la salute presente e futura di Suo figlio, fare tesoro di ogni goccia di latte spremuta dal seno.
Dopo questo intenso full-immersion nel mondo del biberon (magari con l'incursione del ciuccio, il killer dell'allattamento) mi aspetto che il bambino atteggi l'attacco in biberon-style, cioè a labbra socchiuse a cuoricino (e non aperte "a leone" come dovrebbe) e la mamma lo ponga al seno con i soliti contorsionismi piuttosto che rispettando l'allineamento testa spalle sederino, il pancia contro pancia, la manina del braccio inferiore lungo il fianco e non davanti, il collo non piegato in avanti sul petto e le mani della mamma giunte sulla schiena e NON SUL CULETTO.
Ogni deviazione dal corretto attacco predispone ai traumatismi dell'areola e del capezzolo (ragadi) ed ostacola il deflusso di latte (ingorgo e frustrazione del bambino).
Quindi, è necessario un piccolo periodo di riabilitazione, di rieducazione della mamma e del bambino. E' necessario ripristinare la familiarità con il seno.
Se il capezzolo è stropicciato e dolorante, cerchi di tenerlo il più possibile scoperto.
L'adeguatezza dell'allattamento è comprovato non tanto dalla bilancia quanto da tutto un pattern di segni e di messaggi che il bambino invia.
Faccio fede a quanto Lei scrive : "Il bambino sembra soddisfatto, sorride, gioca con mamma e papà, dorme (di notte con risvegli frequenti)". Sembrerebbe una situazione soddisfacente.
Lo svezzamento è consigliabile a 6 mesi sia per motivazioni generali sia per la storia individuale di Suo figlio: è opportuno essere ancora più cauti con cibi ad alta densità calorica come quelli semisolidi, proprio per la nascita SGA !
Il latte di mamma non può essere giudicato in termini di volumi.
La sua enorme potenza in termini di bioattività (ormoni, immunoglobuline, peptidi, fattori di crescita neuronali, etc) lo pongono su una dimensione che spesso sfugge.
E' sempre consigliabile continuare ad allattare anche dopo aver iniziato l'alimentazione complementare, dopo i sei mesi.
Come vede anche io mi sono dilungato.
Le porgo i miei più caldi auguri di Santa Pasqua
Dott GG
Gentilissimo Dottor Giordano,
La ringrazio per questo bellissimo regalo di Pasqua che mi ha fatto rispondendo così prontamente e in maniera esaustiva alla mia mail, seppur in giorni festivi.
Le sue risposte sono sempre molto incoraggianti e rincuorano noi mamme che viviamo sempre nel dubbio che tutto vada bene.
La ringrazio per avermi dato delle utili informazioni relative alla condizione di bimbo SGA che nessuno prima di lei mi aveva dato, informazioni utili a capire il mio bambino.
Mia sorella, quando ha letto la sua mail, mi ha detto che se fosse venuta a conoscenza 2 anni e mezzo fa dell'esistenza del portale 'allattamenti riuniti' forse sarebbe riuscita ad allattare suo figlio che non si è mai attaccato al seno. Ha espresso la volontà di partecipare anche lei all'incontro del 16 aprile, anche se lei si trova in Germania. Le ho detto che non ci dovrebbero essere problemi, ma per sicurezza aspetto una sua conferma.
Le rinnovo i miei più sentiti auguri di una serena Pasqua.
Gentile mamma,
grazie a voi mamme che vi spendete ogni giorno per i vostri bambini.
Non credo che ci siano problemi per la connessione dalla Germania ...
Il bello di internet è che le distanze non contano. Mi scrivono anche mamme dalla Francia e dalla Russia.
Per quanto riguarda la nota sui bambini nati SGA, crescita post-natale e s. metabolica, un punto su cui mi dilungo
sempre negli incontri di percorso nascita è di NON CREDERE A QUELLO CHE DICO solo perchè lo dico io.
L'attività di un medico, nel 2020 meno che mai, non può svolgersi in via autoreferenziale.
Le allego le prime cose che ho trovato sul web
https://doi.org/10.1590/S0004-27302011000800012
Ancora Buona pasqua
Dott GG