ritorno al lavoro

Data pubblicazione: 30-gen-2020 20.45.22

Salve Dottor Giordano, mi chiamo x ed il 3/10/19 sono diventata mamma (primipara - cesareo post rottura acque con meconio) di X che pesava alla nascita kg 3308 ed in dimissione kg 2950, perché il mio pigrone invece di attaccarsi passava il tempo a dormire. Così, mal seguita ed indirizzata, ho integrato da subito la formula, offrendo i seni 10 min per lato prima della poppata... Per farla breve, adesso Christian ha quasi 4 mesi, pesa kg 6400 e solo ora, con pesate settimanali e varie soste da "scarso" aumento, sto finalmente riuscendo ad eliminare l'aggiunta. Le scrivo perchè sto iniziando a fare pratica col tiralatte elettrico (ne ho provato uno avent e uno medela) in vista del rientro a lavoro e la cosa mi destabilizza non poco: tirando circa 15 min per seno, tiro complessivamente circa 30 gr di latte. Capisco che questo dato non rispecchi la realtà altrimenti il bambino sarebbe deperito, mi preoccupa però il fatto di dover integrare nuovamente la formula, riprendendo a lavorare, dopo tutta questa fatica. Cosa posso fare per rendere più produttivo l'utilizzo del tiralatte? Inoltre sono preoccupata che col rientro al lavoro mi vada via il latte perchè non avrò la possibilità di tirarlo ogni 3 h... Insomma, poche idee e ben confuse! Mi scusi per essermi dilungata, grazie in anticipo per i suoi consigli.

Saluti,

Gentile mamma,

innanzi tutto riconoscimento al SUo impegno e complimenti in ogni caso per i risultati.

Mi piace sempre ricordare che la c.d. crescita fisiologica dei bambini nel primo anno di vita prevede raddoppiare

il peso della nascita a 4-5 mesi (il Suo pupo lo ha già fatto a 4) e triplicarlo a 11-12 mesi (peso target = 8,8 - 9 -

9,5 chili).

Secondo, la "fatica fatta sino ad oggi" ha in ogni caso già tesaurizzato un bel pezzo di benefici in termini di salute

e di sviluppo cognitivo in Suo figlio. Ogni giorno conta ! Non è che smettendo prima dei sei mesi si perdano tutti

i vantaggi dell'allattare ! Quindi, gioisca in ogni caso del tesoretto già messo da parte.

Con questo non sto dicendo che non si debba andare avanti come consigliato dall'OMS sino a 6 mesi per poi

iniziare la alimentazione complementare ed andare avanti sino a due anni ed oltre se fa piacere a mamma e bambino.

Vedo che la regolina dei famosi dieci minuti per lato (ma perchè dieci ? e perchè per ogni lato ? Mah !) prima

delle poppate al biberon, quelle sicure, continua a funestare gli allattamenti di tutta l'Italia. Ma questa è ormai

storia passata.

L'ansia da ritorno al lavoro, il timore di non farcela, di non riuscire a tirare il latte necessario alla bisogna del pupo quando la mamma è assente attanaglia tutte le mamme, come può vedere dalle numerose conversazioni pubblicate sul portale Allattamenti Riuniti. Io ritengo che sia utile per la mamma e per il proprio bambino valorizzare le ore disponibili all'attacco diretto, alla relazione, ai giochini, alle attenzioni. Se ne resta di tempo da dedicare al tiralatte, meglio, ma non credo sia una priorità e temo che guasti la serenità di queste ore preziose.

Penso che sia invece indispensabile scaricare le mammelle durante il turno di lavoro per evitare rischiosi ristagni che possano o inibire la lattazione (dare lo stop) o, peggio, fare partire penosi ingorghi che alla fine si infiammano sempre !

Il latte estratto può stare a temperatura ambiente per 5-9 ore secondo la temperatura ambientale oppure tre o quattro giorni in frigo. Quindi quanto estratto può riportarselo a casa in una borsetta termica.

Per aumentare il latte estratto è necessario simulare l'attacco del pupo: mettersi in un ambiente tranquillo, avere una foto del bambino davanti, applicare panni TIEPIDI (non caldi, ma piacevolmente tiepidi) sul seno e praticare un leggero massaggio. Non si lasci impressionare dalle quantità di latte estratto. A qualunque mamma sembra sempre poco ed insufficiente. Peraltro il latte di mamma ha una valore biologico estremamente elevato: 80-90 ml di latte materno fanno (meglio) il lavoro di 140-150 ml di formula.

Infine, ma vorrei essere capito a pieno, in una ottica laica ritengo che non è peccato in caso di necessità mettere un pò di formula quando la mamma è al lavoro e/o non riesce a lasciare il volume necessario !

Non significa avere fallito la propria mission, aver abdicato al proprio destino o aver dissacrato il proprio ruolo

Stia serena

Cordiali saluti

Dott GG

La ringrazio moltissimo per la sua risposta, mi ripeterò le sue parole come un mantra, in effetti la mia

preoccupazione finora è stata quella di non potergli dare abbastanza! La regolina purtroppo è proprio

quella che mi ha messa nei pasticci, sia sotto indicazione della pediatra che delle nonne

(ecco perchè le ho parlato di fatica, ahahah).

Nella mail precedente ho dimenticato di chiederle: in previsione dell'inserimento al nido, mi è stato consigliato

di iniziare ad aggiungere un barattolino di frutta al giorno dal 4' mese compiuto. Ho letto che anche altre

mamme si sono trovate nella mia situazione, di ciò che suggerisce l' OMS, le chiedo: quanto potrebbe incidere sull'allattamento?

La ringrazio moltissimo per le sue risposte e per il tempo che mi dedica... Buona serata!

Le indicazioni OMS sono allattamento esclusivo sino a 6 mesi e poi aggiungere alimenti semisolidi

(frutta di stagione fresca, magari quella bacata con il verme bio, oppure passata di lenticchie, carote etc etc.)

In caso di alimentazione artificiale si può iniziare anche un pò prima ma sempre tenendo conto dello

sviluppo neurologico (sta seduto ? porta le manine in bocca ? ha smesso di protrudere la lingua ? etc)

e fisiologico (tratto digestivo)

Quindi non c'è eccessiva fretta.

Cordiali saluti e stia serena !

Dott GG

Grazie ancora!

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