Data pubblicazione: 11-ott-2017 19.05.04
Buona sera Dott. Giordano,
sono una mamma di 37 anni, ho partorito da circa due settimane il mio secondo figlio.
Premetto che la mia prima figlia è nata alla trentunesima settimana di gravidanza e, nonostante per i 40 giorni di ricovero presso l’UTIN io abbia tirato costantemente il latte manualmente, non sono riuscita ad allattarla al seno al suo rientro a casa.
Le racconto della mia prima esperienza per farle capire quanto io ci tenga e sia determinata, in questa mia seconda occasione, a riuscire ad allattare.
Dunque, dopo il parto cesareo ho subito attaccato al seno il bimbo riuscendo con successo (cosi pensavo) ad allattarlo esclusivamente al seno per circa tre giorni. Alle dimissioni in ospedale avevo però i capezzoli sanguinanti e la pediatra che ha visitato il mio bimbo mi ha consigliato di dare una piccola “aggiunta” di latte. Purtroppo io ho insistito ad allattarlo e la situazione delle ragadi e peggiorata fino a rendere impossibile l’attacco (nonostante io abbia provato in tutti i modi a resistere al dolore). Questo ha comportato una montata lattea piuttosto scarsa, avvenuta dopo una settimana, e un proporzionale aumento dell’aggiunta che oggi è arrivata a 90g di latte di giorno e un po di più la notte. Io continuo ad attaccare il bimbo ma lui si spazientisce e dopo un quarto d’ora circa si addormenta per poi attaccarsi senza energia. Tutto questo dura quasi un ora per entrambi i seni, al suo distacco non ho mai la soddisfazione di vederlo sazio o calmo perché si mangia subito le manine e piange….quindi devo dargli il biberon.
La mia domanda è, come faccio a togliere l’aggiunta di latte se lui con me non si sazia?
E come faccio ad attaccarlo più spesso se io sento il seno vuoto e ancora dolorante per le ragadi?
Ho provato anche le bustine di Più latte, ma il latte non aumenta,
La ringrazio per il suo tempo e le porgo i miei saluti.
Gentile mamma,
onore al Suo impegno ed alla Sua storia di vita !
La Sua storia, della prima e della seconda gravidanza, ricalca (ahimè) quella di molte mamme, molto volenterose, ma svantaggiate per un milione di motivi (scarso sostegno - che non significa solo dire "siamo tutti a favore dell'allattamento" - taglio cesareo con la difficoltà di assumere le posizioni corrette per un attacco adeguato ed una generica, diffusa, scarsa preparazione, esperienza, condivisione di allattamento).
L' alibi, il luogo comune, la storielle più frequente é "allattare è un fatto naturale", dove naturale vorrebbe dire ovvio ed automatico.
Ritengo che il Suo problema, sia nella prima che nella seconda maternità, sia stata il non raggiungimento di un attacco adeguato ! E' una facile diagnosi perchè attestata dalle ragadi che in caso di attacco non adeguato (con le labbra serrate, bambino mezzo staccato, la pancia 1/2 e 1/2 che guarda al soffitto e non alla mamma, solita mano sul culetto/pannolino che spinge in avanti etc. etc.) sono inevitabili.
Come inevitabili sono le urla di insoddisfazione del neonato che con un attacco inadeguato tira POCO O NULLA.
Quindi il problema non è fare guerra ideologica al poppatoio, ma (RAZIONALMENTE, MA QUALE ISTINTO !!) valutare bene la posizione della mamma e del bambino.
Lei potrà prendere tutte le pozioni magiche che vuole per aumentare il latte, ma senza l' abracadabra della giusta, corretta, insostituibile stimolazione da attacco FREQUENTE e corretto, non potrà fare molta strada.
Quindi, corregga l'attacco.
Sul portale ALLATTAMENTI RIUNITI troverà una infinità di mail di mamme che l'hanno preceduta. Cerchi con la funzione "cerca nel sito" ATTACCO CORRETTO / ADEGUATO.
L'aggiunta di 90 cc di formula nelle 24 ore in sè non mi sembra una cosa tremenda. Non so come cresce Suo figlio però. Tremenda è la persistenza delle ragadi ...
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Dott GG