Data pubblicazione: 1-mar-2015 20.15.53
buongiorno,
sono una mamma di 30 anni..allatto la mia bimba da quasi due mesi :)
da venti giorni a questa parte però ho avuto un problema al seno sx. è cominciato come un dotto ostruito, il latte non usciva e si è formata una placchetta dura sull'areola. sono stata in ospedale e mi hanno fatto delle iniezioni di ossitocina, spremitura, massaggi e consigliato di fare impacchi caldo umidi..ho proceduto in questo modo ma nulla da fare..la zona cominciava ad arrossarsi e mi hanno dato un antibiotico (Zimox 1gr) che ho preso per sei giorni... sembrava stesse migliorando ma dopo la fine della cura è tornato tutto peggio di prima... mi hanno detto di continuare lo zimox per altri sei gg... l'ho fatto..ma nulla..
alla fine sono andata da un senologo..il quale mi ha prescritto 10 gg di rocefin 1gr...ora sono alla 5 quinta iniezione.. come miglioramento vedo meno rossore, il seno riesce a svuotarsi (lo svuoto io..la bambina non vuole saperne di attaccarsi lì...non capisco il motivo) ma la placca dura sull'areola non scompare.. è solo più morbida..
oltre all'antibiotico sto prendendo 2 cp di fortilase (una mattina e una sera) e i soliti integratori che prendo dall'inizio dell'allattamento (materna e piùlatte).
il responso della visita senologica è il seguente:
"mammelle normoconformate, simmetriche di medio spessore, a prevalente componente fibroghiandolare con mamemlla sinistra turgida, dolente ed arrossata nella regione emitelica esterna. al controllo ecografico si apprezza area disomogenea di 31x23 mm come da probabile flogosi. il restante parachima mammario appare indenne da lesioni focali o diffuse. cavi ascellari con presenza di linfoadenopaia reattiva a sinistra."
come devo procedere secondo lei? è normale che quella placchetta continua a restare? può trattarsi di un ascesso? come si interviene in questi casi?
è normale che sia così lungo il processo di guarigione?
continuo con i massaggi e gli impacchi? massaggiando mi dirigo verso il capezzolo?
non so più cosa fare...
grazie...
buon lavoro
Gentile mamma,
mi dispiace tantissimo per il disagio che sta vivendo e che sta inficiando la "vostra" festa (leggi allattamento).
Dalla Sua lettera non comprendo bene se Lei abbia partorito presso l' Ospedale V. Cervello o no ... comunque poco importa
Quella che Lei descrive é una situazione di ingorgo lobare (cioé di un limitato settore) della mammella .
La grandissima parte del tessuto ghiandolare si trova sotto o comunque molto vicino alla areola e, pertanto, non c'é da stupirsi della sede.
I fattori di rischio per ingorgo sono quelli ben noti:
1) reggiseno troppo serrato: anche quello a finestrella per allattamento o, peggio, quello con ferretto.
2) dormire per gran parte della notte su uno stesso lato.
3) avere l'abitudine di portare la borsa o la sacca a tracolla
4) la suzione del pupo non del tutto corretta (testa spalle sederino in linea, bocca ben aperta e niente schiocchi o rumori di risucchio, etc) e non del tutto drenante oppure troppo monotono: per es. sempre la stessa "a culla", con la bocca che batte sempre sullo stesso quadrante.
5) alcuni testi specializzati parlano di "eccesso" di grassi animali (mah ! Come se dalle ns parti le mamme mangiassero chili e chili di burro
6) poppate ad "orario" e poco frequenti rispetto alla produzione di latte oppure il famoso "allattamento misto"
Questi i fattori che mi vengono in mente .... ma va aggiunto l' elemento più importante che rimane sempre una buona dose di sfortuna !
Il dotto ostruito é già una ottima causa di ingorgo lobare !!!
(legga le mail precedenti sul ns portale ALLATTAMENTI RIUNITI utilizzando l'icona "cerca nel sito")
Il ristagno di latte dentro la mammella produce sofferenza delle cellule ghiandolari, sino ad arrivare alla morte cellulare.
In questo caso il latte esce fuori dall' alveolo e passa nel tessuto circostante, dove richiama cellule infiammatorie (globuli bianchi) che scatenano una infiammazione acuta.
I dotti ghiandolari, tra l'altro, si incrociano come i bastoncini del vecchio gioco dello Shanghai, quindi se uno é o resta ostruito gli altri vicini ne risentono e tendono ad ostruirsi a loro volta.
Nel Suo caso l'ingorgo sembrerebbe, ripeto, localizzato ad un solo lobo ed esprimersi con un durone a discreta componente infiammatoria. Lei non parla di sintomi generali (febbre, brividi) quindi suppongo che non ne abbia sofferto.
Cosa fare ?
Alla base del trattamento dell'ingorgo rimane il drenaggio del latte bloccato !!
1) applicazione di panni tiepidi (non troppo caldi) e docce e/o bagni altrettanto caldi
2) se prevale l'infiammazione e la parte é rossa e calda, invece panni freschi di frigo
3) I massaggi pre-estrazione DEVONO ESSERE MOLTO DELICATI direi al limite della carezza piacevole.
Ho visto donne con graffi, ecchimosi, etc . I massaggi vanno diretti con movimento rotatorio verso l'areola
4) potrebbe assumere del thè verde (una tazza, non esageri) che possiede azione decongestionante (vasocostrittore) ed antiinfiammatoria naturale. Non esageri, altrimenti le scompare il latte (effetto vasocostrittore !)
5) aiuta la somministrazione di un buon antiinfiammatorio (a meno che non soffra di gastrite o allergie comprovate). Il semplice Moment o Brufen (Ibuprofene) , una compressa da 200 mg. mattina, mezzodì e sera (a "stomaco pieno") per qualche gg
Infine tanta estrazione, tanto drenaggio e tanto e tanto tirare, poppare e pompare a volontà.
E' frequente che, in caso di ingorgo, il lattante sia nervoso, prenda il seno di malavoglia, esprima frustrazione :
Tira con difficoltà e contro resistenza. Riesce a drenare molto poco latte. Altrimenti non si chiamerebbe ingorgo !!!
Inoltre, l'areola, sotto la pressione dell'ingorgo, tende a deformarsi, a diventare più rigida ed il capezzolo meno protrudente.
Se il pupo non si attacca va usato un buon tiralatte, meglio se elettrico (con quello manuale ci si stanca parecchio e sono possibili anche crampi alla mano), previo massaggio delicato come sopra, tante volte al giorno sino a che il seno non diventi soffice e "vuoto".
Nell' ingorgo, anche quello esteso ed infiammato NON é prevista terapia antibiotica. SI tratta di una reazione infiammatoria reattiva al latte fuori uscito ed alle cellule in disfacimento e NON ad una infezione.
Gli antibiotici vanno assunti solo se presente la febbre alta con brividi che dura da più di 24-36 ore.
L'antibiotico di scelta é l' Amoxicillina -Clavulanico, attivo soprattutto sui germi gram positivi:
Augmentin, clavulin etc. cpr 1 gr mattina e sera per 10 gg .
Assolutamente compatibile con l' allattamento come la maggior parte dei farmaci
Il Fortilase ha come principio attivo la "bromelina": un estratto del succo e dello stelo dell' Ananas. Ha un vero e proprio effetto farmacologico. E di tutto rispetto ! Funziona come un buon antiinfiammatorio perché esplica una azione sostanzialmente proteolitica.
Però può avere, come qualunque farmaco, effetti collaterali significativi quali la possibilità di emorragie (anche menstruazioni più prolungate ed imponenti, emorragie gastro-intestinali etc.). E' la solita storia: Naturale NON significa innocuo come l' acqua da bere.
Per quello che ci riguarda, l'allattamento, non sono stati effettuate sino ad ora indagini clinico-epidemiologiche a proposito e quindi non é possibile quantificare con certezza la safety (cioé il grado di sicurezza) della sostanza, che, ripeto, é un buon antiinfiammatorio.
Mi faccia sapere
Dott GG