maledetto ingorgo ! Troppo latte ?

Data pubblicazione: 11-mar-2020 12.02.31

Buongiorno dottore,

Sono la mamma di un bimbo di quasi due mesi (15/01/20). Il bimbo pesava 3.650 kg alla nascita e ad oggi pesa circa 6 kg. Lo allatto al seno ma questa avventura sembra arrivata al termine.

Il 14 febbraio per via di un ingorgo terribile ho iniziato una terapia di 8 giorni con Augmentin e Tachipirina. La situazione sembrava migliorare, il latte in eccesso finalmente fluiva ds solo fuori dal seno, ma finita la terapia l'ingorgo è tornato dopo soli due giorni. Ho sentito nuovamente la mia ginecologa che mi ha consigliato di intraprendere un nuovo ciclo di 15 giorni questa volta. Ora sono al quattordicesimo giorno, purtroppo l'ingorgo è tornato, e il latte in eccesso da qualche giorno non riesce più a fluire.

A complicare il quadro c'è il mughetto che il bimbo ha dalla nascita, e la candida al culetto che curo l'una con canesten e l'altro con il terzo tubetto di daktarin, pomata che metto anche sul mio seno, tre volte al giorno. Tuttavia non appena abbasso la guardia e smetto di mettere la daktarin tornano le fitte lancinanti al seno, soprattutto il destro dove l'ingorgo è recidivo, fitte che partono dalla scapola fino al capezzolo. Inoltre per due volte la punta del capezzolo è diventata completamente bianca per alcuni gironi, la prima volta ho notato un "filo" di latte che usciva fuori dal capezzolo, filo che ho rimosso in parte con una pinzetta, la seconda volta la parte bianca è venuta via come pelle morta inumidita durante l'allattamento.

Oltre al dolore dato dal turgore eccessivo del seno che sparisce dopo la poppata sento un dolore persistente e tagliente che mi perseguita soprattutto la notte.

Aggiungo un evidente problema di calibrazione: il bimbo mangia 10 min per seno ad oggi ogni 4 ore (prima ogni 3 o anche meno), dopo il pasto rigurgita sistematicamente più volte e delle volte vomita , ma sia in consultorio che dalla pediatra mi hanno detto di non preoccuparmi perché la crescita era buona.

Il problema di iperlattazione non riguarda solo me, anche mia sorella per il primo figlio ha avuto esperienze affini (lei 3 mastiti con febbre e conseguente ascesso), mia madre che ha smesso di allattare me per una mastite e la sorella di mia madre anche lei mastite.

Mi chiedo: prima di inibire la lattazione e e passare al latte artificiale c'è altro che posso fare?

La ringrazio per la disponibilità.

Gentile mamma,

mi dispiace per il Suo problema. Le ricordo che nel portale ALLATTAMENTI RIUNITI esiste la funzione "cerca nel sito" il cui utilizzo Le permette di avere IMMEDIATAMENTE la risposta ad ogni Suo quesito. In questo caso parola chiave "ingorgo". Inoltre la prego di inviarmi il form che Le è pervenuto in Default compilato nelle varie parti si tratta solamente di 3 minuti ...

Ribadisco ancora una volta che l'ingorgo va trattato prioritariamente estraendo il latte frequentemente e profondamente !

Manualmente o con l'ausilio un buon tiralatte oppure (meglio) attaccandosi al seno mille volte di più del solito il bimbo (IN POSIZIONE CORRETTA ! v. sul portale funzione cerca nel sito).

Il latte va tirato sino all'ultima goccia ed oltre. Può essere conservato in freezer e somministrato al bambino entro sei-12 mesi.

Prima del drenaggio può aiutare l'applicazione di panni TIEPIDO-umidi (NON CALDI: attenzione alle scottature), bagni o docce tiepide e massaggi DELICATISSIMI verso l'areola.

Se prevalgono i segni di infiammazione (rossore, dolore acutissimo, linfonodi gonfi) si possono anche usare panni freschi ad effetto decongestionante (un reggiseno tenuto in frigo).

Le consulenti professionali spesso consigliano una foglia di lattuga o di cavolo presa dal frigo e messa fra reggiseno e cute.

Inevitabile l'assunzione di FANS, a meno che non vi sia una storia di allergia o di gastrite o di intolleranza nella anamnesi personale.

Quindi una cpr di Ibuprofene (FANS di prima scelta) 200 mg tre volte al giorno, che seda il dolore, riduce l'edema al seno e permette un migliore drenaggio. Ma vanno anche bene il Chetoprofene, il Piroxicam, persino il Diclofenac etc.

Il FANS va somministrato ben più della risoluzione dell'ingorgo in quanto il processo infiammatorio che accompagna ogni ingorgo tende a STRUTTURARSI: ogni infiammazione lascia delle "cicatrici" perchè richiama polimorfonucleati, fibrina e/o fibrociti, etc.

Nella mammella i dotti tendono a distorcersi e di conseguenza ogni episodio di ingorgo rende più probabile la recidiva.

Non si tratta di una maledizione divina o di una predisposizione costituzionale, ma di una disavventura affrontata in maniera non interamente corretta.

Ripeto: il drenaggio va praticato frequentemente e profondamente: sino a che la mammella non si riduca ad un sacchetto vuoto !

Attaccare il bambino ogni 4 ore NON è sufficiente ! Certamente lascia persistere del ristagno negli alveoli ed i lattociti (le celluline che producono latte) risultano schiacciate dalla pressione, dal gonfiore dell'alveolo sino a soffrirne, sino a morire e lasciare fluire piccole quantità di latte nel tessuto connettivo circostante richiamando infiammazione.

L'attacco deve avvenire seguendo le consuete regole dell'allineamento testa-spalle-sederino, pancia contro pancia, mento ben poggiato sul seno, bambino spogliato e non insaccato tipo salsiccia nella sua copertina. Evitando di schiacciarsi il seno per "far respirare", di usare "le forbici" cioè la presa indice-medio (corretta la presa a C pollice-indice). Evitando la solita, stupidissima regolicchia dei 10 minuti per lato !

E' possibile che una bella quota del Suo dolore nell'attacco sia dovuta semplicemente al non corretto attacco .... cioè all'attacco stile ciuccetto: in punta e boccuccia a cuoricino.

D'altra parte nel sospetto di una candidiasi dell'areola, non è sbagliato l'utilizzo del Daktarin oral gel (bastano piccole quantità).

Vanno tassativamente verificate le cause della candidiasi: l'insufficiente lavaggio delle mani quando si cambia il pannolino, la "pulizia" della bocca del bambino con il bicarbonato che abrade la mucosa orale, l'utilizzo del (malefico) ciuccio (anch'esso causa di lesioni della mucosa), una possibile candidiasi genitale materna o del partner.

Comportamenti da evitare :

1) Bloccare la lattazione con il Dostinex, inibitore della prolattina a lungissima emivita. Cosa che non

fa riassorbire il latte già prodotto e/o già stravasato e non ha alcun effetto sulla flogosi in corso.

2) Somministrare un antibiotico, a meno che non esistano disturbi generali (Febbre alta, malessere, dolori muscolari) da più di 24 ore.

3) Strizzare energicamente il seno ed applicare caldi CALDI: il traumatismo aumenta l'infiammazione

Cordiali saluti

Dott GG

Gentile dottore,

Ho provato con le foglie di verza senza ottenere risultati, così come gli impacchi caldo umidi e freddi pre e post poppata , ho provato ad allattare più di frequente ma questo portava ad una sovrapposizione tale da crearmi problemi ogni volta che per un caso qualsiasi non riuscivo ad attaccare il bimbo in tempo. Ho allungato i tempi a 4 ore e l'attaccamento a 10 minuti sotto consiglio della pediatra perché il bambino rigurgita davvero molto, dopo 4 ore quando lo prendo dalla culla rigurgita il latte dell'ultima poppata prima di mangiare, inoltre il lettino è sempre sporco di rigurgito. Non vorrei ingozzarlo perché il latte che gli esce dalla bocca e dal nasino lo disturba molto.

Quanto al tiralatte l'ho usato un periodo ma era deleterio perché finivo per produrre sempre più latte che faticavo a smaltire.

È possibile che la calibrazione arrivi così tardi? Posso ancora sperare di avere un rapporto sereno con il mio seno?

Attualmente non riesco ad indossare reggiseni (sono passata da una seconda ad una sesta), non posso indossare nulla di vagamente stretto, complice la quarantena sto usando solo le t-shirt di mio marito, non riesco ad abbracciare nemmeno mio marito per il forte dolore, ne tantomeno riesco a tenere il bimbo appoggiato dalla parte destra.

Questa situazione davvero mi avvilisce.

Gentile mamma,

allungare forzosamente ed artificiosamente l'intervallo fra una poppata e l'altra non è corretto per i motivi fisio-anatomici che Le ho abbondantemente descritto.

E' chiaro che si pongono le premesse dell'ingorgo.

Per di più suppongo che nelle more si offra il ciuccio (insegnando al bambino un attacco scorretto) o le tisane (che aumentano il reflusso).

Il rigurgitino nel bambino piccolo è del tutto fisiologico. Non è indicato alcun intervento se

1) il bambino cresce

2) non manifesta dolore "da risalita" (cioè segni di esofagite)

3) appare comunque sereno.

La foglia di verza sotto il reggiseno l'ho citata più come nota di costume che clinico-medica. Personalmente ci credo poco.

Drenare il latte aumenta la produzione solo fino ad un certo punto.

In ogni caso è necessario alleggerire spesso il seno se vi sono segni quale tensione, parti dure, etc.

Considerati i benefici dell'allattamento in termini di cancro mammario e delle ovaie, artrite reumatoide per la madre e leucemie, morte improvvisa, diabete, ipercolesterolemia etc. per il bambino, vale la pena, eccome, allattare anche a fronte di qualunque fastidio o impedimento.

Infine, in tempi passati, in casi come il Suo, alcune mamme da me seguite hanno trovato giovamento nella assunzione di

una-due tazze di tè verde al giorno. Il tè verde ha una blanda azione vasocostrittrice e riduce un pò la produzione di latte.

Non esageri però, perchè oltre che di una irresistibile insonnia, potrebbe soffrire del blocco totale della lattazione.

Mi faccia sapere

Cordiali saluti

Dott GG

Gentile dottore,

Come da lei suggerito ho iniziato l'allattamento a richiesta, ho eliminato quasi del tutto il ciuccio (solo la notte all'una per farlo addormentare), sto bevendo the verde e ho assunto brufen per tre volte al giorno per tre giorni.

La situazione è notevolmente migliorata, ma dopo aver svuotato bene il seno sento ancora un residuo di quell'ingorgo che mi ha torturata fino ad oggi.. si tratta della "cicatrice " di cui mi scriveva? C'è qualcosa che devo fare o è normale?

Sento un cordoncino che va dallo sterno all'areola, non duro e gonfio come prima ma pur sempre presente. Temo che appena passerà l'effetto del farmaco ritorni l'infiammazione.

Scusi se mi permetto di disturbarla anche la domenica!

Le auguro una buona giornata

Gentile mamma,

sono felice che la situazione sia migliorata !

Mai detto che la "curetta" con il FANS debba durare solo tre giorni.

Anzi, come può ben leggere dalle conversazioni avute in precedenza con altre mamme sul portale, ritengo che l'antifiammatorio / antiedemigeno debba essere continuato ben oltre la sensazione del "che bello, mi è passato".

Questo perchè il processo infiammatorio (moltiplicazione di globuli bianchi ed altre cellule infiammatorie nei tessuti mammari, fibrina stravasata che diventa cicatrice, edema) ha bisogno di diversi giorni per spegnersi.

Se non ha intolleranza (per es dolore di stomaco o per es. una Sua patologia pregressa) al FANS può continuarlo per almeno 8-10 giorni.

La sensazione di "cordoncino" potrebbe essere dovuta ad un dotto ostruito (e sempre un pò infiammato).

Motivo in più per continuare con

1) poppate a richiesta (frequenti),

2) tiralatte,

3) FANS

4) una (meglio) o due (per favore non di più) tazze di di tè verde al giorno

Cordiali saluti e ... in gamba

Dott GG

PS sul cordoncino che apprezza alla palpazione potrebbe praticare un leggero massaggio prima di usare il tiralatte