Data pubblicazione: 30-set-2020 20.42.53
Buona sera dottore, ho letto molti articoli ma nessuno perlomeno di quelli che ho letto prima di scriverle presenta il problema che mi trovo ad avere io. Ma partiamo dall'inizio.
Sono mamma di una ragazza di 17 anni e di un bambino di 5 mesi... Con la prima figlia l'allattamento è partito da subito con ragadi ma in dieci giorni più o meno problema risolto e poi allattata per 22 mesi.
Premesso che adesso ho 45 anni e tutti mi sembra diverso.. che pensare.. ovvio sono sempre io ma con 17 anni in più rispetto la prima!
L'allattamento con il bimbo di 5 mesi è iniziato malissimo dolore allucinante da subito... Le ostetriche mi dicevano più lo attacchi prima imparate e prima passa il dolore, non è mai passato si è solo modificato. Prima non lo attaccavo bene e nel frattempo ragadi dolori fitte piccotti e bruciore poi 2 cicli di antibiotico tot 10 giorni per i primi 3 mesi tachipirina e nurofen 3 volte al giorno.. poi finalmente un giorno comincio a sentire cosa dolore poi più nessun dolore ..... Fino a 20 giorni fa di nuovo dolore quando si attacca in entrambi i seni quasi sempre dura tutta la poppata che per il dolore spesso sono costretta ad interrompere e la notte la passo in bianco non perché il pupo non dorme ma per il dolore. Provo a descrivere il dolore bruciore al seno dolore ai capezzoli spesso diventano bianchi e freddi anche lontano dalla poppata... Fitte che arrivano fino al polso passando per spalla e ascella più un senso di costrizione e bruciore al centro del petto a volte mi sembra di avere crampi dentro il seno. Nei primi mesi ho avuto 2episodi di ingorghi e si è ripetuto anche qualche giorno fa non so che fare a chi chiedo la risposta è sempre la stessa "devi attaccarlo bene, vedrai dopo passa tutto". Non sono una che molla soprattutto per il bene dei figli....ma se non trovo una soluzione sarò costretta ad abbandonare l'allattamento (scelta che non vorrei prendere) ma vorrei portare l'allattamento più avanti possibile.
Le chiedo pertanto un parere perché io non ho un ricordo così doloroso del primo allattamento e non voglio prendere la decisione di interromperlo prima voglio provare tutte poi se proprio non ce la faccio allora mollo ..
Grazie sin da ora per il tempo che vorrà dedicarmi.
Una mamma dolorante e sconfortata.
Dimenticavo, ho fatto ecomammaria Manon c'è nulla dirti liberi poi ho fatto un tampone del decreto mammario ma non c'è niente!
E tra le cure che ho fatto c'è anche bactraban, canesten... E ad oggi prendo tachipirina perché altrimenti non riuscirei ad attaccarlo.
Vorrei risolvere la cosa per non essere divorata dal nervosismo costante.
Grazie
Gentile mamma,
innanzi tutto tutta la mia solidarietà per il Suo impegno e la Sua motivazione.
No ! Lei NON è certo la stessa persona di 15 aa or sono ! E' un'altra persona con vulnerabilità, punti di forza, conoscenze, paure, microbi, ghiandola, braccia, respiro, gioia diversissimi dalla giovane donna di 15 aa or sono.
Di tutto ciò occorre avere comprensione, rispetto, pazienza.
La Sua storia è comune a molte donne. L'avvio è spesso funestato da una successione di ragadi, di ingorghi, di ostacoli al deflusso del latte. Ne viene fuori uno stato infiammatorio che favorisce l'insorgenza di ingorghi o sub-ingorghi senza fine, in quanto frequente causa di distorsione dei dotti che portano latte all'areola.
E' vero: Tutto parte da una corretta o scorretta posizione. Non basta ostinarsi ed aspettare che i fastidi passino da soli.
Occorre perfezionare, migliorare la posizione della mamma (spalle poggiate), quella del bambino (allineato testa spalle sederino, senza bavaglini e senza collettoni che fanno da diaframma mamma/bambino, meglio se con il solo pannolino per osservare meglio il corpicino. Pancia bimbo APPIATTITA contro la pancia della mamma, evitando contorsionismi del busto o del collo, il mento ben poggiato sul seno, senza troppe paranoie per il nasino che il pupo si sistema da solo. Buttando via il ciuccio che mal-educa al corretto attacco e condiziona il lattante alla presa "in punta", con la lingua che schiaffeggia, traumatizza il capezzolo e non permette il drenaggio completo della mammella (è un attacco poco efficace !)
e potrei continuare.
Non posso parlare per il passato. Se qualcuno ha prescritto l'antibiotico, forse sussisteva importante infiammazione.
D'altra parte l'antibiotico predispone all'insorgenza di candidiasi del capezzolo ! Mah !
Adesso, secondo me, è importante semplificare il più possibile ...
Quindi,
1) posizione, attacco e trasferimento del latte come sopra (le consiglierei di scaricare dal portale Allattamenti Riuniti il manuale 20 ore UNICEF OMS e guardare bene almeno i disegni delle posizioni.
2) eliminare la tettarella
3) se vi fosse evidenza di ingorghi anche solo parziali e localizzati (noduli, bozzette, grumi) scaricare il seno con massaggi delicati, estrazione manuale o con tiralatte.
4) Se il dolore fosse insopportabile, ma anche al fine di scaricare un pò di edema ed infiammazione che accompagna sempre l'ingorgo localizzato o generalizzato che sia, direi di fare un ciclo di Ibuprofene (una cpr da 200 mg tre volte al giorno per 7-10 gg. a meno che Lei non soffra di idiosincrasie personali) e vedere un pò
5) Mi asterrei da antibiotici per bocca, ma consiglierei di tenere per buona regola igienica il seno scoperto per quanto possibile. Abolirei paracapezzoli, coppette assorbilatte e bollirei i reggiseni ben bene (10-15 min) per bonificare da eventuali ife di candida.
6) Infine, tanto vale provare, metterei piccole ripeto piccole quantità di Daktarin oral gel (antimicotico, ma anche un pò attivo sullo stafilococco) sull'areola dopo le poppate, lasciandola asciugare sopra, senza risciacquare.
Spero di esserLe stata utile
Buona serata
Dott GG