E' una vita che ti aspetto (2003)

"Viviamola. Punto"

Titolo: E' una vita che ti aspetto

Anno di pubblicazione: 2003

Edizione: Mondadori - Oscar n.1475

Pag.: 179

Prezzo: Euro 8.40

Finito il: 08/01/2010

Vantaggi: Un romanzo ben scritto e pieno di interessanti riflessioni.

Svantaggi: Il personaggio ricorda il Peter Pan del precedente "Esco a fare due passi".

vivere come se morissi il giorno dopo,

pensare come se non morissi mai

e', molto riassunta, la filosofia di "E' una vita che ti aspetto", secondo romanzo di Fabio Volo, scritto nel 2003 ed edito dalla Mondadori (la mia versione e' della serie Oscar, n.1475 a 8.40 euro).

Un accenno di trama

Scritto in prima persona, parla di Francesco, detto Checco, un laureato in economia con un buon posto di lavoro, un appartamento tutto suo e nulla di cui lamentarsi. La vita gli ha dato praticamente tutto cio' di cui ha bisogno, forse troppo.

Un giorno decide di andare dal medico: non si sente a posto, crede ci sia qualcosa che non va.

E Giovanni, il classico medico di famiglia che lo conosce da tutta la vita, lo rassicura: la sua salute e' perfetta.

Gli da' pero' un consiglio: impara a vivere.

"Ma che paura di morire? Il tuo problema e' proprio l'opposto. Checco, il tuo problema non e' aver paura di morire, ma aver paura di vivere. E' il contrario. Hai quella maledettissima malattia molto diffusa del "NON VIVERE"."

Checco rimane colpito da questa diagnosi e decide di analizzare la sua vita alla ricerca delle cause del suo male e dei modi per curarlo.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Il "NON VIVERE" e' una malattia comune e molto diffusa.

Almeno secondo il mio punto di vista e dopo aver visto l'evolversi della societa' negli ultimi decenni.

Da una prima analisi, i giovani sembrano alla ricerca di una felicita' artificiale, fatta di alcool, droghe e sesso, non capendo che la felicita' si trova in altri posti, prima di tutto in noi stessi. Per raggiungerla bisogna cercare le ragioni per cui l'abbiamo abbandonata e poi porvi rimedio.

I bambini sono spensieratamente felici di natura (a parte casi eccezionali) e pensano che diventare adulti non possa che aumentare tale stato. Gesu' invece diceva che era necessario essere come bambini per andare in Paradiso.

Quindi dove si inizia a sbagliare?

Forse si inizia con le responsabilita'. O, per essere piu' precisi, con la paura delle responsabilita'.

Checco ha delle responsabilita' lavorative, ma sul lato privato ne' e' del tutto privo.

Purtroppo lo capisco benissimo, anche se il mio stile di vita non rispecchia il suo.

Vista da fuori, la vita di Checco sembra improntata alla liberta' tipica dell'eterno Peter Pan: fa cio' che vuole, non dipende da nessuno e nessuno dipende da lui. Non ha una relazione fissa e non la cerca, ma preferisce avere tante relazioni, magari di una sola notte.

Il libro di Volo ci accompagna nell'analisi della vita di Checco, che ricorda molto da vicino il personaggio del romanzo precedente, "Esco a fare due passi". E lo stesso vale per il modo di raccontare.

Volo ha un modo di scrivere molto semplice e diretto, mai noioso, anche se non sempre risulta avvincente.

Ci sono pero' alcune parti realmente ben scritte, che danno modo di riflettere.

Mi sono ritrovato a farmi le domande che Checco fa a se stesso e non sempre ho trovato risposte soddisfacenti.

Sicuramente dovrei anch'io imparare a vivere, apportando significativi cambiamenti alla mia vita. Chissa' se ci riusciro'.

Concludo consigliando la lettura di questo libro. Potete benissimo evitare di leggere "Esco a fare due passi" e iniziare a conoscere il Volo scrittore da questo. Credo potrebbe tornarvi utile.

Buona lettura a tutti!