Il quarto sacrificio (2000)

La risposta nei dettagli

Titolo italiano: Il quarto sacrificio

Titolo originale: The Fourth Sacrifice

Anno di pubblicazione: 2000

Edizione: PiEmme - Maestri del Thriller n.18

Pag.: 381

Prezzo: Euro 5.90

Finito il: ...

Vantaggi: Secondo libro di May con la stessa coppia di "Sette notti di sangue" e la sua ottima ambientazione cinese

Svantaggi: Un po' prevedibile come trama

Eccoci ad una nuova avventura della coppia presentataci da Peter May nel suo primo giallo "Sette notti di sangue", di cui "Il quarto sacrificio" ne e' l'immediato proseguimento.

Ritroviamo quindi la dottoressa americana Margaret Campbell e l'investigatore cinese Li Yan alle prese con una nuova indagine congiunta cino-statunitense e nuovi attriti personali.

Per rispetto verso chi non avesse ancora letto il libro precedente e avesse intenzione di farlo, cerchero' di ridurre al minimo indispensabile il numero di riferimenti a quella storia.

Mi scuso fin d'ora per eventuali violazioni a questo proposito.

La storia parte dagli efferati omicidi di un serial killer che decapita le sue vittime con una spada di bronzo, utilizzando cosi' un metodo che ricorda molto da vicino alcune procedure punitive in atto durante la Rivoluzione Culturale.

Le vittime sono gia' tre e presto se ne aggiunge una quarta che viene uccisa apparentemente nello stesso modo delle precedenti. Ma presenta anche qualche piccola differenza. Per di piu', mentre le prime tre erano uomini cinesi, questa e' invece un cittadino americano, seppur nato in Cina. Yuan Tao infatti ha la cittadinanza statunitense e lavora presso l'ufficio visti dell'ambasciata americana a Pechino.

Quindi l'ambasciatore chiede, pretende e ottiene dalle autorita' cinesi una supervisione delle indagini per gettare al piu' presto luce sull'omicidio. E chi viene coinvolto come supervisore? Ovviamente Margaret Campbell, reduce dalla brutta avventura narrata nel libro precedente.

Come non giustificare e capire la sua riluttanza a partecipare e la sua voglia di tornare a casa?

E a ritrovarsi di nuovo al fianco del vicecaposezione Li Yan?

Gli attriti tra i due fanno piu' scintille che mai, ma questa volta c'entra poco il contrasto occidente-oriente. Questa volta l'origine e' del tutto personale, aiutata anche dall'ingresso in scena di Michael Zimmerman, archeologo aitante e televisivamente famoso. Un po' come il nostro Piero Angela, ma giovane e di bell'aspetto. Ovviamente questa apparizione suscita gelosie e ostilita'...

Ma il resto lo lascio a voi.

Come romanzo giallo, trovo che questo libro non e' all'altezza del precedente, anche se riserva qualche sorpresa nel finale. Forse la causa sta nel fatto che l'ho letto subito dopo l'altro e in tal modo ho compreso il pensiero dell'autore e il metodo usato per creare le sue storie. C'e' anche da dire che dopo appena due libri, questa comprensione non dovrebbe risultare cosi' semplice e mi aspetterei una maggiore originalita'.

Pero' ci sono anche degli aspetti positivi.

Come diceva Paola che mi ha prestato il libro, questa volta la cosa piu' apprezzabile e' l'ambientazione cinese e i ricordi vividi della Rivoluzione Culturale che ha in questa storia un ruolo determinante. Si rivivono alcuni episodi di quei dodici anni folli e inverosimili, anche se purtroppo fin troppo reali, che hanno devastato un paese ricco di cultura millenaria come la Cina e che hanno dato il potere a persone immature e incapaci di gestirlo: gli adolescenti travestiti da Guardie Rosse, che imperversavano nelle strade e nelle scuole seguendo solo pensieri di vendetta e di violenza incomprensibile.

Leggere i tragici avvenimenti di quegli anni mette in mostra la bestialita' insita nel profondo degli uomini. Si parla tanto di civilta', ma dove finisce la civilta' quando vengono fuori i peggiori istinti dell'animo umano?

Non lo so.

Eppure se penso che avvenimenti simili non sono singoli episodi ma si sono succeduti nella storia cambiando bandiera e fede politica o religiosa senza alcun limite o regola, mi sento quasi male. L'unica speranza che ho e' che non capiti di nuovo.

Ma poi guardo i giornali di oggi e nuove paure mi assalgono: il totalitarismo, l'integralismo, la corruzione, la violenza, la volonta' di provare emozioni forti a scapito del prossimo... sono queste le notizie che vi leggo quasi ogni giorno.

Perche' succede?

La ragione potrebbe essere ricercata nella mancanza di ideali dei nostri tempi, nella mancanza di una volonta' di pace, nella mancanza di una base solida della societa'.

Quando inizia a mancare il rispetto per gli altri, tutto si sfalda.

Quando un semplice e comune libro riesce a minare le certezze della gente e a spazzare via millenni di tradizioni e verita', allora il risultato non puo' essere che quello che vediamo ogni giorno.

Quando il massimo delle aspettative dei nostri ragazzi e' provare emozioni forti e ottenere tutto il resto senza sudore e fatica, allora come possiamo pretendere il loro rispetto per noi?

E quando siamo noi a non saper piu' insegnare e a portare avanti i principi civili della societa', questa societa' non puo' avere certamente vita lunga.

Non punto il dito su una particolare fede politica o religiosa. Nessuno e' totalmente innocente o colpevole. Bisognerebbe solo imparare il significato della parola collaborazione e ancor piu' il significato della parola rispetto. Non ho controllato le nuove edizioni dei dizionari e quindi, forse, sono io a sbagliarmi: queste parole esistono ancora?

Scusate, ma mi sono lasciato trasportare troppo dalle idee che mi tormentano ultimamente.

Quindi chiudo consigliando questo libro per la storia umana che racconta e anche, perche' no?, come giallo. Ma consiglio anche di leggere prima "Sette notti di sangue": i riferimenti sono troppi per non farlo.

Buona lettura a tutti!