La porta dell'inferno (2007)

Diavoli umani

Gia' pubblicato in: http://www.ciao.it/La_porta_dell_inferno_Stuart_MacBride__Opinione_1232465

Titolo italiano: La porta dell'inferno

Titolo originale: Broken Skin

Anno di pubblicazione: 2007

Edizione: Newton Compton

Pag.: 363

Prezzo: Euro 4.90

Finito il: 16/09/2010

Vantaggi: Un buon thriller ben scritto e realistico. Personaggi interessanti.

Svantaggi: Solo troppi errori di stampa

"La porta dell'inferno" mi ha ispirato per il titolo di questa nuova recensione. Ho pensato a qualcosa legato all'inferno e cio' che ne e' venuto fuori sono i soliti e banali diavoli. Ma purtroppo i diavoli di questo libro sono fin troppo umani e nessun inferno e' peggiore dello spirito che si nasconde in alcuni degli esseri che camminano su questa Terra. In effetti esseri umani e' una definizione sbagliata perche' di umano hanno ben poco.

Ma non precorriamo i tempi e veniamo al libro.

Si intitola appunto "La porta dell'inferno" (titolo originale "Broken Skin") ed e' scritto da Stuart MacBride, uno scozzese che ha fatto tantissimi lavori e alla fine si e' imposto come scrittore di successo di thriller ambientati in Scozia. Questo libro e' il terzo della serie con protagonista il sergente Logan McRae della polizia di Aberdeen, pubblicato nel 2007 e arrivato in Italia l'anno successivo edito dalla Newton Compton. Io ho letto la versione Pocket uscita solo quest'anno.

La serie e' formata dai seguenti titoli:

    1. Il collezionista di bambini (2005)

    2. Il cacciatore di ossa (2006)

    3. La porta dell'inferno (2007)

    4. La casa delle anime morte (2008)

    5. Il collezionista di occhi (2009)

    6. Dark Blood (2010, ancora inedito in Italia)

Vediamo, come di consueto, un accenno della trama.

Un accenno di trama

Ad Aberdeen si aggira un nuovo mostro: uno stupratore che alla fine lascia come firma tagli e sfregi sul viso delle sue giovani e belle vittime.

Il colpevole viene arrestato fin dalla prima pagina, grazie ad una trappola: l'agente Jackie Watson si offre come esca e cattura Robert Macintyre, stella osannata della squadra di calcio locale. Purtroppo pero' il suo avvocato riesce a farlo uscire di prigione grazie ad un cavillo.

Nel frattempo il sergente Logan McRae, in collaborazione con l'ispettrice Steel, si sta occupando di altri casi: un uomo morto per emorragia in ospedale e una serie di furti. L'uomo e' stato scaricato da uno sconosciuto e dalle ferite sembra che abbia avuto rapporti sessuali non proprio ... tranquilli.

Presto un altro caso si profila all'orizzonte.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Questo e' il terzo libro di MacBride che leggo e l'ho trovato un buon thriller, come del resto i due precedenti.

Rimane solo una grande pecca che gli fa perdere una stella nella valutazione: i troppi errori di stampa. Parole scritte male, parole mancanti o parole aggiunte inutilmente. Sembra che la Newton Compton proprio non riesca a gestire la pubblicazione dei libri di MacBride in modo piu' professionale. Eppure non e' una casa editrice piccola, ne' le mancano le risorse per risolvere il problema. Basterebbe leggersi il libro una volta e fare le opportune correzioni. Che ci vuole? Sicuramente non e' un costo che inciderebbe troppo sul prezzo del libro.

Peccato perche' questa e' proprio l'unica pecca di questo thriller. E' scritto bene, e' tradotto bene (da Francesca Toticchi) e ha un buon ritmo. Non c'e' un attimo di noia. Certo il linguaggio non e' per bambini, ma in fondo e' lo stesso linguaggio che si sente ogni giorno in giro, purtroppo spesso anche tra i ragazzini.

Le storie che tratta MacBride non sono mai semplici. Parla di mostri, non c'e' altra definizione per esseri umani come quelli cui da' la caccia McRae. Le loro azioni parlano per loro. E le origini alla base delle loro turbe psicologiche non possono giustificare i loro comportamenti, soprattutto se vanno poi a colpire persone innocenti.

I personaggi di MacBride sono ben delineati, normali e abbastanza lontani degli stereotipi.

McRae non e' un macho come alcuni dei personaggi presenti nei thriller americani (parlo dei libri di Lehanne o Crais), quanto piuttosto un uomo pieno di dubbi sulla scia del detective Bosch di Michael Connelly. E al suo lavoro di investigatore della polizia si sovrappongono i problemi della sua vita privata, soprattutto da quando convive con l'agente Jackie Watson conosciuta nel primo libro, "Il collezionista di bambini".

E' realistico: nessuno riesce a slegare il privato dal lavoro nella vita reale. E' giusto quindi che anche i personaggi letterari facciano altrettanto se si vuole ricalcare la realta'.

Ed e' altrettanto realistico che i superiori non siano sempre personaggi limpidi e capaci. Ne e' un chiaro esempio l'ispettrice Steel, con le sue manie e i suoi tanti difetti.

Credo non ci sia altro da dire su questo libro.

Concludo quindi consigliandone la lettura agli amanti dei thriller. Non ha nulla da invidiare ai thriller americani e manca la lentezza tipica dei thriller europei. Sarebbe preferibile seguire la serie per avere una conoscenza migliore dei personaggi.

Buona lettura a tutti!