Vado a vivere a Cuba (2011)

Avventure tragicomiche di un informatico a Cuba

Gia' pubblicato in: http://www.ciao.it/Vado_a_vivere_a_Cuba_Alessandro_Pilotto__Opinione_1363601

Titolo: Vado a vivere a Cuba

Anno di pubblicazione: 2011

Edizione: Cabo Cruz

Pag.: 232

Prezzo: Euro 14.00

Finito il: 27/11/11

Vantaggi: Racconto autobiografico di un anno passato a Cuba. Ben scritto e tragicomico.

Svantaggi: Nessuno

1995, un anno come tanti altri.

Per Alessandro Pilotto un anno diverso dagli altri, pregno di tante sorprese e qualche delusione. Ma anche di esperienze di vita che non potra' dimenticare.

E proprio perche' non si possono dimenticare, eccole raccontate in un libro.

Ma chi e' Alessandro Pilotto?

E' un torinese nato nel 1964, per me uno sconosciuto fino a qualche settimana fa. Poi una mia amica mi ha fatto vedere il suo libro e cosi' qualcosa di lui l'ho scoperta. E' un informatico, ora collega di lavoro di quest'amica. Da quanto leggo, probabilmente e' un sognatore, ma questa e' una qualita' non trascurabile se si vuole vivere una vita piena di emozioni e magari soddisfazioni.

Il libro che mi e' arrivato tra le mani si intitola "Vado a vivere a Cuba", edito da Cabo Cruz e pubblicato nel 2011 (sono forse uno dei primi ad averlo letto). Il sottotitolo dice "Dramma comico di un informatico ribelle". E anche qui si svela parecchio, come del resto il titolo.

Infatti il libro racconta la sua avventura a Cuba.

Durante una vacanza diversa dal solito a Cuba nel 1994, incontra Maribel, la ragazza che diventera' presto sua moglie. E un anno dopo, sposato, si trasferisce da Torino a Niquero, nella provincia di Granma. E gia' prima di partire inizia la sua avventura, o meglio, disavventura con la spedizione dei suoi averi verso la sua nuova casa.

Poco dopo inizia la sua vita nell'isola di Fidel Castro. E' uno straniero e tale rimane, anche se richiede lo stato di residente permanente. Cosi' scopre la burocrazia cubana e le sue lungaggini.

Ma questo e' solo l'inizio. E tra le pagine del suo libro, lo accompagnamo nella scoperta della vita di un residente in un provincia cubana lontana dalla capitale, che e' ben diversa dalla spensieratezza che si puo' provare quando si visita l'isola da turista.

Collegamenti tra i paesi interrotti e spesso "sostituiti" da mezzi improvvisati come i cassoni di un camion, comunicazioni telefoniche che possono saltare da un momento all'altro anche solo per una folata di vento, medicine senza scatole e senza bugiardini, supermercati vuoti o con prodotti a prezzi troppo elevati per essere comprati da un lavoratore medio: questi sono solo alcuni esempi delle esperienze vissute da Pilotto.

E il suo modo di raccontare, ricco di particolari, ci trasporta la' con lui.

Durante la lettura del libro mi e' passato per la testa piu' e piu' volte un pensiero: "Ma chi gliel'ha fatto fare?". Probabilmente la sua voglia di provare una vita nuova accanto alla donna che amava e che ama. Gia', perche' Alessandro ora vive con la moglie in Italia e ha una figlia, Alice.

Ma quanto ha resistito a Cuba? Ed e' riuscito a diventare un "residente permanente"?

Sono solo alcune domande che troveranno risposta con la lettura del libro.

Per essere il suo primo libro, devo ammettere che e' davvero ben scritto, piu' di tanti altri prodotti da presunti scrittori professionisti. C'e' qualche errore di stampa qui e la', ma nulla che pregiudichi la lettura, prova ne e' il fatto che ho letteralmente divorato la storia. Mi sono bastati pochi giorni (forse due) per immergermi tra queste pagine e arrivare al fondo della 232-esima senza accorgermene quasi.

Se lo consiglio? Certo, molto volentieri. E' divertente, ma anche tragico. Da' modo di riflettere sui fasti che si vedono visitando come turista un posto e su cio' che si nasconde effettivamente dietro alle quinte. La scenografia puo' essere accattivante, ma non sempre corrisponde alla realta' delle cose.

Buona lettura a tutti!