La grammatica di Dio (2007)

Storie di solitudine e di allegria

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Titolo: La grammatica di Dio

Anno di pubblicazione: 2007

Edizione: Feltrinelli - Universale Economica n.2118

Pag.: 183

Prezzo: Euro 7.50

Finito il: 06/03/2011

Vantaggi: Raccolta di racconti ben scritti ed emozionanti.

Svantaggi: Non ho capito a fondo il titolo.

"Tra gli dei che gli uomini inventarono, il piu' generoso e' quello che unendo molte solitudini ne fa un giorno di allegria"

dice Callistrato, un filosofo greco, dalla pagina che solitamente contiene la dedica di un autore all'inizio di un libro. Credo che uno come me non possa che identificare questo dio "piu' generoso" con Dio, per di piu' non inventato dagli uomini ma, piuttosto, dal quale gli uomini hanno trovato origine.

Qualcuno a questo punto potrebbe pensare che sto per parlare di un libro legato alla religione.

In effetti non e' cosi', anche se c'e' qualche riferimento, a me in parte incomprensibile. Ma andiamo con ordine.

"La grammatica di Dio" e' un'altra raccolta di racconti pubblicata da Stefano Benni nel 2007 tramite la Feltrinelli. Io ho letto la versione "Universale Economica" (n.2118 venduta a 7.50 euro). Il sottotitolo che campeggia sulla copertina e' "Storie di solitudine e di allegria", che mi sembrava adatto proprio come titolo del libro e visto che non gli e' stato concesso questo onore, e' diventato almeno il titolo della mia recensione.

Perche' questa precisazione?

Semplice, non ho capito completamente la scelta del titolo di questo libro, che racchiude una serie di racconti per la maggior parte tristi.

Benni voleva forse associare al linguaggio di Dio solitudine, tristezza e dolore? Mi sembra un po' esagerato, soprattutto poi se fatto da qualcuno che in Dio ci crede poco come sembra essere lo stesso Benni.

In un primo momento mi aspettavo di trovare nella raccolta un racconto con lo stesso titolo. E nell'indice mancava. Poi, leggendoli, ho trovato il racconto che forse da' origine al titolo: "Frate Zitto".

"Non si dovrebbe parlare di Dio. Non conosciamo la sua lingua. L'Universo si manifesta e scompare senza parole, siamo noi a inventare una voce al suo terribile silenzio. Dal primo grido di paura che l'uomo getto' sulla Terra, ogni nostra frase e' poco piu' del lamento di un animale. Possiamo soltanto ascoltare. Come l'incanto di una musica lontana, nel cuore della notte."

cosi' inizia il racconto, il cui protagonista e' un frate di nome Zito, ma soprannominato Zitto per una sua scelta descritta nella storia.

Credo che l'Universo non si manifesti in silenzio, anzi e' anche troppo chiacchierone. Se abbiamo le orecchie giuste e la giusta volonta' d'animo, si puo' sentire la voce di Dio in ogni sua piu' piccola manifestazione. Ma questo ovviamente e' solo il mio pensiero da credente.

E' preferibile la mia visione a quella di Benni? Credo di si perche' almeno vi si trova un po' di speranza. Chi ha fede spera e se si spera la vita appare migliore, anche se confesso di vivere momenti in cui la mia solitudine ha fatto nascere dei dubbi. Ma la fede senza dubbi non e' fede, e' incoscienza.

Ma non divaghiamo. Questi pensieri servivano solo a presentare il mio dubbio su questo libro, cioe' il suo titolo.

Per il resto si tratta di una raccolta di 25 racconti ben scritti e pieni di emozioni, per la maggior parte con protagoniste la solitudine e la malinconia. Si ride anche, ma piu' spesso la realta' che mi hanno presentato mi hanno dato da pensare. Come ad esempio "Mai piu' solo", che tratta un tema molto attuale.

Alcuni racconti sono lunghi anche meno di una pagina, eppure racchiudono tutto cio' che doveva essere il loro messaggio. Usare altre parole per presentare quella storia sarebbe stato un inutile spreco.

In questa raccolta Benni ha messo in scena la serieta' del nostro mondo. Pochi sono i racconti paradossali o fantastici, che possono ricordare quelli di "Bar Sport" che ho letto da poco. E pur nella loro tristezza e malinconia (o forse proprio grazie a queste caratteristiche) mi sono piaciuti e mi hanno colpito. Credo che sceglierne uno tra tutti sia difficile, ognuno e' bello per conto suo e rispetto agli altri.

Dire di piu' e' inutile perche' rovinerebbe la lettura del libro. Se ne puo' discutere solo dopo per confrontare le sensazioni e le riflessioni provocate.

Buona lettura a tutti!