Profondo blu (2001)

"L'accesso e' Dio"

Titolo italiano: Profondo blu

Titolo originale: The Blue Nowhere

Anno di pubblicazione: 2001

Edizione: SuperPocket - Best Thriller n.95

Pag.: 445

Prezzo: Euro 4.90

Finito il: 03/06/2006

Vantaggi: Un thriller nel mondo dei computer e dell'informatica da un maestro del genere. Una trama piena di colpi di scena.

Svantaggi: Forse poco adatto a chi non sopporta i computer

"In principio Dio creo' il network Agenzia ricerca progetti avanzati, chiamato ARPAnet, e ARPAnet sboccio' e diede vita a Milnet, e ARPAnet e Milnet diedero vita a Internet, e Internet, USENET e il World Wide Web divennero la trinita' che cambio' la vita del Suo popolo per tutti i secoli dei secoli"

Blasfemo? Forse. Pero' mi e' parso un buon modo per iniziare questa opinione, che riguarda un thriller ambientato nel mondo dei computer e della Rete e scritto da un maestro del genere, il grande Jeffery Deaver che fino ad ora non mi ha mai deluso con i suoi libri. E anche questa volta non ha mancato al suo patto con il lettore, cioe' catturare la sua attenzione e tenergli compagnia.

Di nuovo i protagonisti non sono Lincoln Rhyme e Amelia Sachs, la celebre coppia di "Il collezionista di ossa" che mi ha fatto conoscere Deaver, ma si fa la conoscenza di personaggi completamente indipendenti.

Si parla di un serial killer un po' particolare. Il suo nome in codice e' Phate (Fate, cioe' Destino, ma con il Ph perche', bisogna ricordarselo, lo spelling e' tutto nel mondo dei computer!) ed e' un hacker, anzi uno stregone della Rete, che purtroppo nella Rete si e' perso. Non distingue piu' la realta' dal Nulla Blu, come viene chiamato il vecchio e caro cyberspazio. Phate sta giocando al suo gioco di ruolo preferito, chiamato Access, solo che lo sta giocando nella realta' e sta uccidendo persone reali. La sua prima vittima nella Sylicon Valley si chiama Lara Gibson, un'esperta di sicurezza metropolitana. E' stata scelta proprio per questa sua caratteristica e rappresenta una sfida allettante per un giocatore che vuole accumulare punti come Phate.

Il suo vero nome e' Jon Patrick Holloway, ventisette anni, nato nel New Jersey. La sua identita' non e' un mistero fin dal capitolo tre e presto viene scoperta anche dalla squadra dell'Unita' Crimini Informatici impegnata nelle indagini e comandata in prima istanza da Thomas Frederick Anderson, detto Andy, un esperto di computer (sua e' la frase con cui ho iniziato, usata quando insegnava storia dell'informatica in un lontano passato). Talmente esperto da riconoscere i propri limiti e sapere di non essere all'altezza del suo avversario. E' per questo che si rivolge a Wyatt Gillette, un hacker geniale, un vero e proprio drogato della Rete, da qualche anno detenuto nel carcere di San Jose' per crimini informatici (violazioni di siti, decrittazioni di codici segreti e cose del genere), che accetta di aiutarlo (in cambio di un computer) e viene rilasciato sotto la sua custodia. Ma un inaspettato incontro ravvicinato tra Andy e Phate risulta mortale per il primo e la squadra passa sotto il comando del detective Bishop, un ottimo poliziotto ma completamente ignorante in materia informatica e con un'aria perennemente distratta. Grazie alla collaborazione con Wyatt, inizialmente titubante e con qualche diffidenza, Bishop si immerge nel Nulla Blu e inizia a comprendere la mentalita' del suo killer.

Ha cosi' inizio una battaglia piena di colpi di scena, trappole informatiche e vittime, innocenti e non.

Riusciranno i nostri "eroi" ad inchiodare Phate e il suo fantomatico complice chiamato Shawn? E chi e' Shawn?

A voi scoprirlo.

L'unico avvertimento che posso darvi e' non farvi mai fuorviare da false piste e indizi fin troppo visibili che nascondono trappole a volte molto pericolose.

Deaver ci fa immergere nel mondo dei computer ed e' stata un'immersione per me fantastica. Deaver non usa un linguaggio prettamente tecnico: grazie alla presenza di un personaggio come Bishop, totalmente ignorante in materia, tutto viene spiegato con un linguaggio facilmente comprensibile. Quindi l'unico svantaggio che riesco a vedere e' che il lettore non ami il mondo dei computer o ne sia totalmente "allergico". Ma leggendo semplicemente il riassunto riportato nel retro di copertina, chi non sopporta i computer riesce a tenersene alla larga.

Francamente a me e' piaciuto molto perche', nonostante la mia esperienza nel mondo dei computer, mi sono accorto di essere ancora un principiante. Il mondo degli hacker mi e' quasi sconosciuto e sicuramente sono molto lontano dalle doti di Gillette e Phate, capaci di rompere tastiere nei loro collegamenti con la Rete, talmente vanno veloci nella battitura. Gillette e Phate sono dei veri e propri drogati di informatica: basta osservare le mani dei due hacker, ricoperte di calli sulle punte delle dita, e continuamente in movimento, anche quando dormono o sono lontani da un computer. Sognano in codice e pensano in codice. Non so se e' proprio una condizione invidiabile. Soprattutto perche' come i drogati, perdono i contatti con la realta' e con la famiglia. Prendiamo Gillette: finito in carcere per le sue continue violazioni e divorziato da una ragazza fantastica che ha perso tutto per pagare le spese legali del marito. La cosa tragica e' che Gillette la ama ma adora anche il mondo dei computer e non riesce a staccarsene.

I personaggi di Deaver sono delineati in modo perfetto come suo solito.

Bishop e' un bravo poliziotto, con la camicia che scappa continuamente dai pantaloni e una famiglia quasi perfetta alle spalle. Oppure il suo collega Shelton che odia il mondo dei computer e ne scopriremo alla fine il perche'.

Ogni personaggio e' perfetto perche' ha sia lati positivi che negativi. Tutti sono verosimili. E questo riguarda anche il killer, che grazie ai computer riesce a raggiungere chiunque. In questo mondo ormai totalmente informatizzato, si puo' fare ogni cosa con i computer, persino uccidere.

Concludendo, non posso che consigliare questo libro agli appassionati del genere giallo e thriller, nonche' del fantastico mondo dell'informatica che si nasconde in quel mondo strano e pieno di possibilita' rappresentato dal Nulla Blu. A me ovviamente il libro e' piaciuto molto ed e' stato difficile staccarmi dalle sue pagine quando dovevo scendere dal treno. Molto originale anche la numerazione dei capitoli: Jeffery ha usato una doppia notazione, quella decimale e quella binaria sotto forma di byte. Per chi non lo sapesse, i byte sono sequenze di otto bit, cioe' di otto cifre binarie, e stanno alla base del linguaggio usato nei computer.

Buona lettura a tutti!