Il grande ascensore di cristallo (1972)

L'ascensore di Willy Wonka

Titolo italiano: Il grande ascensore di cristallo

Titolo originale: Charlie and the great glass elevator

Anno di pubblicazione: 1972

Edizione: Salani (Gl'Istrici)

Pag.: 185

Prezzo: Euro 12.00

Finito il: 12/12/2005

Vantaggi: Una favola per bambini che prende in giro il mondo degli adulti

Svantaggi: Non raggiunge i livelli del libro precedente ma ci si avvicina

Eccoci al seguito de "La Fabbrica di Cioccolato".

Roald Dahl ci regala nuove avventure dell'eccentrico Willy Wonka, del piccolo Charlie Bucket e della sua eterogenea famiglia. Li avevamo lasciati nella vecchia casa in procinto di salire sul grande ascensore di cristallo (che da' il titolo a questo nuovo capitolo) per trasferirsi nella fabbrica di cioccolato, ora di proprieta' di Charlie.

Questa seconda parte inizia proprio da qui, o meglio inizia in volo all'interno dell'ascensore. Troviamo Wonka, Charlie, nonno Joe, i signori Bucket e gli altri tre nonni ancora coricati sul letto da cui per gli ultimi vent'anni non sono mai scesi: nonna Josephine, nonna Georgina e nonno George.

Ma per arrivare dentro la fabbrica, e' prima necessario raggiungere un'altezza tale che permetta all'ascensore, durante la caduta, di rompere il tetto della fabbrica stessa. Alcuni inconvenienti pero' proiettano i nostri eroi nello spazio, dove li attendono avventure fantastiche e straordinarie.

Non vi dico altro per non rovinarvi la lettura di questo racconto che si snoda in appena 185 pagine.

Questo libro deve essere ovviamente letto dopo il precedente "La Fabbrica di Cioccolato" per coglierne in pieno la storia.

Ritroviamo anche gli Umpa Lumpa, in ruoli abbastanza marginali, e le loro immancabili canzoncine derisorie ed educative.

Roald Dahl nuovamente si scaglia contro il mondo degli adulti. Con la scusa di scrivere una storia per bambini, fa un quadro fin troppo realistico (nonostante le dovute e immancabili esagerazioni) della politica americana: in particolare prende di mira il presidente degli Stati Uniti che qui dipinge come un bambino nel corpo di un adulto buono a nulla, quindi capace solo di darsi alla politica. Ottima la canzoncina della tata, diventata vice presidente per stare vicino al suo protetto, che vi consiglio di leggere con attenzione.

Inoltre prende in giro i vecchi che si adagiano sugli allori con la scusa della loro eta': attraverso i tre nonni "costretti" a letto piu' dalla loro volonta' che per necessita', penso che Roald voglia spronare tutti a non fermarsi e a continuare a vivere con lo spirito di un bambino. Un po' come fa Willy Wonka, che con i suoi eccessi, i suoi lampi di genio e la sua inventiva un po' ingenua, prende la vita con quella scintilla di felicita' e distrazione utile a renderla veramente vivibile.

Forse non si raggiungono i livelli del libro procedente, che secondo me risulta migliore, ma vi si avvicina molto e merita comunque di essere letto.

Io non ho figli da prendere come scusa dietro cui nascondermi per giustificarne la lettura, ma appena l'ho trovato in libreria, non me lo sono lasciato sfuggire. Mi aspettavo molto e non sono stato deluso. Per un giorno (tanto ci vuole a leggerlo) sono tornato bambino e mi sono crogiolato nella sfrenata fantasia di un gigante (cosi' viene descritto Roald Dahl nella breve biografia) ancora fanciullo.

Vi avverto che la storia sembra preannunciare un seguito. E spero che qualcuno di voi riesca a darmi notizie su eventuali libri successivi, sempre che esistano.

Buona lettura a tutti!