I cani di Riga (1992)

"Alcune persone si svegliano al canto del gallo"

Titolo italiano: I cani di Riga

Titolo originale: Hundarna i Riga

Anno di pubblicazione: 1992

Edizione: SuperPocket (Best Thriller n.67)

Pag.: 312

Prezzo: Euro 4.60

Finito il: 02/07/2007

Vantaggi: Un buon giallo con un personaggio interessante e normale. Ben scritto.

Svantaggi: Nessuno

"Alcune persone si svegliano al canto del gallo, altre quando il silenzio e' troppo intenso."

E' una frase che ho letto in "I cani di Riga" di Henning Mankell e che mi ha colpito per la sua semplicita' e immediatezza. Cosa significa?

Prima vediamo brevemente di cosa parla il libro.

Un accenno di trama

Si tratta della seconda avventura poliziesta con protagonista il commissario Kurt Wallander della polizia svedese di Ystad, una piccola cittadina. La prima avventura intitolata "Assassino senza volto", che ho recensito un po' di tempo fa, serviva principalmente a presentarci il personaggio ed era questa la causa della sua lentezza. Qui Mankell ha velocizzato un po' l'azione sfruttando quanto gia' detto in passato e mettendo Wallander davanti al caso che prende l'avvio dal ritrovamento di un canotto arancione su una spiaggia isolata. A bordo ci sono i corpi senza vita di due uomini, uccisi con un colpo di pistola al cuore dopo essere stati torturati. L'abbigliamento dei due corpi e' molto ricercato con giacca e cravatta di ottima qualita'. Ma da dove arrivano? E perche' sono stati torturati e uccisi?

Dopo qualche indagine, si scopre che il canotto e' arrivato attraversando il mar Baltico direttamente dalla Lettonia. La cosa migliore e' quindi contattare la polizia di quello stato, che immediatamente invia il maggiore Liepa, un tipo taciturno e tranquillo. Wallander capisce, nonostante l'aspetto trasandato non lo dia a vedere, di trovarsi davanti ad un abile poliziotto, deciso a risolvere il caso.

La faccenda sembra terminare li' per il commissario: il caso viene passato nelle mani dei colleghi lettoni, con evidente sollievo dei superiori di Wallander. Probabilmente si tratta di un omicidio legato al narcotraffico che nei nuovi paesi nati dallo sfaldamento della confederazione russa ha trovato un buon terreno per germogliare ricavando guadagni e nuovi sentieri di passaggio.

Il caso sembra risolto per gli svedesi.

Se non fosse che, appena tornato a Riga, capitale della Lettonia, il maggiore Liepa viene assassinato e Wallander viene invitato dai superiori di Liepa a intervenire per collaborare alle indagini.

Ma cosa si nasconde veramente dietro i due cadaveri del canotto?

E cosa aveva scoperto il maggiore di cosi' pericoloso e compromettente da meritare la morte?

A voi scoprire le risposte a queste domande.

Le mie considerazioni

Come dicevo sopra, Henning Mankell velocizza leggermente la narrazione, non piu' gravato dal peso di presentare il suo personaggio principale.

Kurt Wallander e' un uomo normale, divorziato e con una figlia maggiorenne che studia all'universita' di Stoccolma. Non e' coraggioso come i poliziotti dei film stile Bruce Willis (Die Hard) e Mel Gibson (Arma Letale) che si buttano nell'azione senza pensare alle conseguenze e ai pericoli che corrono. Wallander e' un uomo tranquillo, che si muove coi suoi tempi e a cui piace fare il poliziotto senza essere controllato dall'alto. Ha un senso della giustizia molto radicato, ma senza una spinta adeguata non ha alcuna intenzione di mettere a repentaglio la sua vita per una faccenda che nemmeno lo riguarda direttamente.

Sono queste le ragioni che me lo rendono cosi' reale e che mi hanno convinto nel leggere questo libro. Wallander e' una persona normale, non e' un eroe e nemmeno un anti-eroe, si considera anche un po' vigliacco e non ha problemi a riconoscerlo, ma, anche se con qualche preoccupazione, il suo orgoglio lo spinge alla fine a buttarsi nelle indagini seguendo anche canali non proprio legali e sicuramente non ufficiali per giungere alla soluzione del caso.

Uno degli aspetti positivi de "I cani di Riga" e' la descrizione fatta dallo scrittore dei paesi usciti dalla caduta della federazione russa, terreno fertile per la malavita e la corruzione, dove la vita vale pochissimo e il tradimento e' costantemente dietro l'angolo. E' da qui che ha origine la frase che si trova all'inizio di questa opinione e in parte nel titolo: mette immediatamente in evidenza lo scaturire della consapevolezza di una persona. Ci sono persone sveglie che capiscono a fondo e subito l'ambiente in cui vivono, ne sanno interpretare i risvolti e non vengono colte impreparate. Altre invece si rendono conto di tutto solo quando capita qualcosa che li costringe ad aprire gli occhi. E' una frase detta dal maggiore Liepa quando e' stato costretto ad aprire gli occhi davanti ad una nazione, la sua terra, che e' ben lontana dal suo modo di vivere e di pensare.

Quando si raggiunge una tale consapevolezza, ci sono solo due opzioni tra cui scegliere: la piu' facile e' ignorare la situazione cercando di adattarsi in fretta seguendo la corrente. La piu' difficile e' cercare di cambiare l'ambiente che ti circonda in modo da farlo rientrare nei tuoi canoni di giustizia, cercando di migliorarlo eliminando tutto cio' che stona.

E' una scelta che molti poliziotti sono costretti a fare quando si ritrovano a lavorare in un ambiente non proprio favorevole.

Per quanto riguarda Henning Mankell, ho gia' parlato della sua biografia nella precedente opinione, quindi mi sembra inutile ripetermi.

Concludendo, posso dire che questo libro mi e' piaciuto piu' del precedente, anche se di poco. E' un buon giallo la cui soluzione rimane incerta fino alla fine. E lo consiglio a tutti gli appassionati del genere. Il filone nord-europeo mi sta dando delle buone soddisfazioni letterarie da un po' di tempo a questa parte e sono contento di averlo scoperto. Spero sia lo stesso anche per voi.

Buona lettura a tutti!