La dodicesima carta (2005)

Tre quinti d'uomo

Titolo italiano: La dodicesima carta

Titolo originale: The Twelfth Card

Data di pubblicazione: 2005

Edizione: Sonzogno (Libri ORO n.13)

Pag.: 479

Prezzo: Euro 6.00

Finito il: 08/09/2006

Vantaggi: Un giallo con protagonisti Lincoln Rhyme e Amelia Sachs raccontato con l'eccellente tecnica di Deaver.

Svantaggi: Nessuno

"Prima della Guerra Civile, ai fini della rappresentanza al Congresso, ogni schiavo non contava come una persona intera, ma come tre quinti. E questo non e' frutto di una malefica cospirazione sudista, come si potrebbe pensare. Fu un'idea dei nordisti, che avrebbero preferito non conteggiare del tutto gli schiavi, dato che cio' avrebbe conferito al Sud un maggior numero di rappresentanti al Congresso e al collegio elettorale. I sudisti avrebbero voluto che gli schiavi fossero conteggiati per intero. La regola dei tre quinti fu un compromesso".

E' questa la spiegazione del titolo che ho usato in questa opinione. Ma ha anche un secondo significato che spieghero' piu' avanti.

Le parole che ho citato all'inizio sono di Geneva Settle, una ragazza sedicenne nera di Harlem, una delle protagoniste de "La dodicesima carta" di Jeffery Deaver. Si tratta di una nuova indagine della coppia Lincoln Rhyme-Amelia Sachs e della loro squadra e ripropone tutta la maestria di Deaver nel creare un thriller pieno di colpi di scena.

Ma diamo un'occhiata alla storia che viene raccontata.

Si parte proprio da Geneva Settle intenta a leggere un articolo su un suo lontano antenato, Charles Singleton, ex schiavo accusato di furto nel 1868. Tutto e' tranquillo nella biblioteca dove la ragazza ha trovato il numero del "Colored's Weekly Illustrated" che riporta l'articolo: e' mattina presto, manca poco all'apertura della scuola e nella biblioteca c'e' solo Geneva impegnata nella stesura di una tesina sul suo antenato. Ma la solitudine dura poco e Geneva e' costretta a scappare per salvarsi da un uomo dal viso coperto con un passamontagna.

Il caso viene assegnato a Lincoln Rhyme e in apparenza si tratta di un "normale" tentativo di stupro: gli indizi portano tutti a questa conclusione. Ma Rhyme si accorge che qualcosa non va, c'e' una nota stonata in tutta la faccenda e il suo fine orecchio intenditore l'ha colta nell'armonia del caso. Copre cosi' che il tentativo di stupro e' solo una copertura per qualcos'altro. Rhyme, coadiuvato dalla bellissima Amelia Sachs, si trova a lottare contro il tempo per tenere in vita la giovane Geneva: il killer, Thompson Boyd, vuole a tutti i costi portare a termine il suo lavoro. E non e' solo.

Che ci sia un collegamento tra questo crimine e il vecchio crimine di cui era accusato l'antenato di Geneva? Oppure anche questo collegamento e' solo un modo per sviare l'attenzione della polizia dal vero movente?

Lascio a voi scoprire il resto.

Deaver crea un nuovo thriller pieno di colpi di scena e utile per conoscere Harlem, il quartiere nero di New York, i suoi abitanti e la sua vita. Ci si puo' immergere nel passato per scoprire la lotta per i diritti dei neri nella seconda meta' dell'Ottocento e ci si puo' immergere anche nel presente. Non so se sono cose risapute, ma almeno per quanto mi riguarda ho scoperto ad esempio l'origine e il significato dello snapping e di altri tipi di linguaggio usato tra i neri del quartiere.

Lo snapping e' uno scambio di insulti (snap) e fa parte di un'antica tradizione di poesia nera e sfide tra cantastorie. Lo snapping e' "un duello verbale, una battaglia a colpi di frecciate".

"Gli snapper piu' seri si esibivano su palcoscenico, anche se di solito lo snapping si faceva nei salotti, nei cortili delle scuole, nelle pizzerie, nei bar, nei club o sui portoni di casa".

Si parte da una battuta magari stupida tipo "Tua mamma e' cosi' scema che chiede lo sconto anche quando incassa un assegno" e si continua cosi', senza alcuna animosita' o violenza, semplicemente si rilancia fino a quando uno dei due interlocutori non si da' per vinto.

Io l'ho sentito per la prima volta nei film ambientati nei quartieri neri. Si trovano esempi in "Il sapore della vittoria" o "Sister Act 2". Avevo capito che si trattava di uno scambio di battute "amichevoli" ma non ne capivo l'origine ed ora invece l'ho scoperto. A volte si trovano delle vere perle di conoscenza in libri di puro intrattenimento come questo. Ed e' cosi' che si imparano meglio le cose.

Dell'autore, Jeffery Deaver, si e' gia' detto tanto e la sua fama ha gia' raggiunto molti degli angoli piu' nascosti del mondo. Deaver e' un ex avvocato ed ora scrittore a tempo pieno. Ha vinto vari premi letterari (Edgar Award, Ellery Queen Readers Award) ed e' "considerato il degno erede di Thomas Harris", secondo la breve biografia trovata in fondo al libro: su questo punto ho qualche perplessita', non perche' non considero Harris piu' bravo di Deaver, ma solo perche' Deaver ha dimostrato la sua bravura in un maggior numero di libri rispetto ad Harris. Quindi un confronto tra i due mi sembra ingiusto.

Sulla coppia Rhyme-Sachs sono stati scritti i seguenti libri:

Il collezionista di ossa (1997)

Lo scheletro che balla (1998)

La sedia vuota (2000)

La scimmia di pietra (2002)

L'uomo scomparso (2003)

La dodicesima carta (2005)

La luna fredda (2006)

Ma ne esistono anche alcuni indipendenti (o quasi):

Pieta' per gli insonni (1994)

Il silenzio dei rapiti (1995)

La lacrima del diavolo (1999) (con protagonista Parker Kincaid, grafologo. Compare per un attimo anche in "La dodicesima carta". Rhyme ricambia il favore con un cameo in questo "La lacrima del diavolo")

Profondo blu (2001)

Il giardino delle belve (2004)

Spirali (2003) (contiene il racconto "Il regalo di Natale" con protagonista Rhyme)

Sotto terra (1993) (con protagonista John Pellam, un "location scout". Primo libro di una serie che in Italia era ancora inedita. In America sono stati pubblicati altri 2 libri, "Bloody River Blues" e "Hell's Kitchen")

Spero di averli scritti nell'ordine corretto d'uscita perche' ovviamente sarebbe meglio, almeno per la serie su Rhyme e Sachs, leggere i libri in sequenza. Questo e' l'unico modo per capire l'evoluzione dei personaggi, soprattutto di Lincoln, che in questo libro si trova a seguire uno speciale trattamento "ginnico" per migliorare la sua condizione di quadriplegico C4 causata da un incidente avvenuto durante l'analisi del luogo di un delitto. E' interessante osservare la sua decisione di suicidarsi che caratterizza il primo "Il collezionista di ossa" e poi il suo passaggio all'accettazione delle sue condizioni grazie anche all'ingresso di Amelia nella sua vita e al nuovo entusiasmo che il lavoro gli procura. E' anche a lui che si riferisce il titolo: ad un certo punto in questo libro Lincoln si ritrova a preferire una condizione di "tre quinti d'uomo" abbandonando la speranza di guarire o migliorare per non cadere in depressione nel caso fallisca. Ma e' una decisione non definitiva di cui lascio a voi scoprire l'evoluzione. E' una decisione vile che non fa per lui: chi lo conosce, sa qual e' il suo carattere e la vilta' non e' una delle sue caratteristiche.

Per quanto riguarda Amelia, anche lei e' una protagonista, ma non c'e' un'approfondimento particolare della sua personalita'.

Ci sono poi altri personaggi importanti nella storia, alcuni vecchi compagni di squadra di Lincoln e Amelia (come Lon Sellitto, Kara, Mel Cooper, Thom, Fred Dellray e Roland Bell), altri completamente nuovi. Ma quello che ho detestato maggiormente non e' il killer come qualcuno potrebbe pensare (e' la sua natura comportarsi cosi', quindi il suo essere "cattivo" e' abbastanza normale) ma piuttosto la piccola Geneva. E' una "secchiona" (ho usato questo termine in modo dispregiativo volutamente perche' si adatta perfettamente alla sua personalita') che ha come obiettivo ultimo quello di lasciare Harlem, un quartiere che odia. Certo non le si puo' dare tutti i torti: la vita con lei non e' stata tenera. Ma Harlem ha anche i suoi lati positivi ed e' meglio cercare di migliorare le cose che fuggire. Quello che pero' ho detestato in Geneva e' la sua stupidita', soprattutto perche' e' una ragazza gia' molto matura, quasi adulta, per i suoi sedici anni. Eppure sembra non capire il duro lavoro della squadra di Rhyme che cerca di tenerla in vita. Geneva e' intelligente ma miope e un po' troppo snob verso gli altri.

E la dodicesima carta? E' l'Impiccato, una carta dei tarocchi lasciata da Boyd, il killer, sulla prima scena del crimine per depistare la polizia. Ma la scelta della carta in mezzo a tutte le altre non e' casuale come Boyd puo' credere.

Concludendo, consiglio questo libro agli amanti del genere. A volte sembra quasi che Deaver esageri nei colpi di scena, ma tiene sempre viva l'attenzione del lettore in tutte le quasi 500 pagine del libro. Il nome del killer si conosce fin da subito, ma non e' un problema. Quello che invece il lettore deve veramente scoprire e' il movente e quindi il mandante.

Buona caccia e buona lettura a tutti!