La citta' delle ossa (2002)

"In ogni assassinio c'e' la storia di una citta'"

Titolo italiano: La citta' delle ossa

Titolo originale: City of bones

Anno di pubblicazione: 2002

Edizione: PiEmme

Pag.: ...

Prezzo: Euro 4.90

Finito il: 04/05/2005

Vantaggi: Un giallo diverso e perfetto di un autore che non delude mai.

Svantaggi: Nessuno

Eccoci davanti ad un altro capolavoro di Michael Connelly intitolato "La citta' delle ossa" ("City of bones" e' il titolo originale).

Anche questa volta il protagonista e' il detective Harry (Hieronymus) Bosch, nome strano e ormai familiare a chi, come me, e' un lettore fedele di Connelly.

Anche questa volta il titolo del libro ha un doppio significato.

Ma vediamo prima una traccia della trama.

Primo giorno del nuovo anno. Bosch e' di servizio e riceve una serie di chiamate sui luoghi di altrettanti delitti. I primi due sono "normali" suicidi di fine anno. La terza chiamata riguarda il ritrovamento di un osso da parte di un cane sulle colline di Hollywood. Il padrone del cane e' un dottore a riposo (non si spiega mai il motivo del suo ritiro) ed e' sicuro che si tratti di un osso umano.

Bosch si reca sul posto e trova cio' che rimane di uno scheletro vecchio ormai di vent'anni in una piccola e poco profonda fossa nel bosco. Gli animali hanno lasciato solo le ossa che il tempo ha scurito.

Dalle dimensioni e dalle successive analisi si scopre che appartengono ad un bambino, ucciso brutalmente e vittima di abusi anche prima della sua tragica fine.

Bosch si butta nell'indagine, coadiuvato dal collega Jerry Edgar e ostacolato dai superiori desiderosi di chiudere un caso troppo vecchio che provoca comunque continuo imbarazzo al Dipartimento.

Non vi dico altro, lasciando a voi il piacere di scoprire il resto.

Bosch e' un lupo, anzi un coyote, solitario (riferendomi ad un altro dei libri di Connelly). La presenza del collega Edgar passa inosservata e il piu' delle volte viene ignorata, seppur incosapevolmente.

Venendo al titolo del libro, l'espressione "citta' delle ossa" viene usata per indicare un sito, di solito archeologico, ma anche, come in questo caso, una vecchia sepoltura suddivisa da una griglia usata per la ricerca dei reperti (chi ha letto qualche libro di Jeffery Deaver con protagonisti Rhymes e Sachs sa di cosa si tratta). La frase che ho usato come titolo, e che mi ha particolarmente colpito, deriva da pag.39, dove viene definita la citta' delle ossa e viene pronunciata dallo stesso Bosch, anche se lui non se ne prende la paternita'.

Ma con citta' delle ossa Connelly intende anche tutta Hollywood e dintorni, costruita sulle ossa di tante persone.

Il libro e' scritto nel solito e preciso stile di Connelly, che lo rende estremamente reale. Non ci troviamo di fronte alla vita patinata dei personaggi di un libro, ma a quella reale che si vive tutti i giorni con i suoi alti e i suoi tanti, a volte troppi, bassi.

C'e' una nuova "fiamma" per Harry e continui contrasti con gli Affari Interni, la spina perenne e insistente nel fianco del protagonista.

Il libro e' impregnato di un velo di tristezza che pervade costantemente la vita dell'eroe e che lo portera' ad una radicale decisione per la sua carriera e la sua vita.

In questo periodo tendo a rispecchiarmi in Harry, non tanto come eroe, ma come persona. Mi serve solo trovare il coraggio per seguire la sua stessa strada.

Ma non vi dico di piu'.

I fan di Connelly non rimarranno delusi e a tutti gli altri non posso che consigliare l'intera serie per una comprensione migliore della psicologia del personaggio.

Buona lettura a tutti!