La casa degli inganni (2002)

Anche la giustizia ha un prezzo?

Titolo italiano: La casa degli inganni

Titolo originale: The Beach House

Co-autore: Peter De Jonge

Anno di pubblicazione: 2002

Edizione: SuperPocket - Best Thriller n.83

Pag.: 276

Prezzo: Euro 4.90

Finito il: 17/11/2005

Vantaggi: Ottimo romanzo giallo con toni da legal thriller. Un autore che e' una garanzia. Capitoli corti che corrono veloci.

Svantaggi: Nessuno

Jackson (Jack) Mullen e' uno studente di legge. Vive negli Hamptons, zona frequentata da famiglie ricchissime e potenti, con il fratello Peter, il nonno Macklin (Mack) e il padre John. Ma i Mullen sono solo una famiglia normale, senza troppi soldi ma con tante aspirazioni, di origine irlandese. Jack lavora durante l'estate per un importante studio legale di New York, il Nelson, Goodwin & Mickel, per farsi qualche soldo e soprattutto un po' di esperienza nel settore legale in attesa di prendere la laurea e diventare avvocato. E, strano ma vero, la sua ragazza e' Dana, la figlia della famiglia piu' potente e temuta della zona, i Neubauer. Tutto sembra perfetto nella sua giovane vita.

Ma si sa, quando la vita sembra troppo perfetta, arriva qualcosa a turbarla. In questo caso di tratta della morte di Peter, il fratello di Jack, rinvenuto sulla spiaggia davanti alla casa dei Neubauer il giorno dopo una grande festa. Peter la sera prima lavorava come posteggiatore proprio alla festa, un avvenimento tra i piu' importanti della stagione.

Incidente? Suicidio? Omicidio?

Le autorita' della zona archiviano il caso come suicidio, ma Jack non ne e' convinto: il fratello aveva un carattere tale da escludere una tale ipotesi e questa certezza viene presto suffragata da vari piccoli indizi.

Ma come si fa ad avere giustizia quando come avversari si ha una famiglia ricca e potente che conta amicizie altolocate e quantita' tali di denaro da comprarsi tutto e tutti?

E' questa la sfida che attende Jack. Ed e' una sfida che non abbandona, spronato dal suo spirito indomito ma anche dalla morte per infarto del padre, che non ha retto alla dolorosa perdita di Peter.

Insieme all'arzillo nonno Mack, alla bellissima Pauline (investigatrice dello studio legale in cui lavora Jack) e ad un gruppo di amici d'infanzia fidati, la lotta ha inizio. E i colpi bassi non possono mancare.

Lascio a voi scoprire il resto del libro, scritto da Peter De Jonge in coppia con un grande nome del genere giallo, James Patterson, che da solo, almeno per quanto ho letto fino ad ora, e' una garanzia.

Peter De Jonge e', almeno secondo la breve biografia in fondo al libro, un noto giornalista del New York Times Magazine e di altre pubblicazioni americane. Per quanto mi riguarda, il suo nome mi era completamente sconosciuto.

James Patterson, invece, nato nel 1947 a New York, e' ormai una colonna del giallo americano. Ha vinto il prestigioso premio Edgar a soli ventisette anni e tra i suoi personaggi piu' riusciti c'e' Alex Cross, il profiler cacciatore di serial killer portato sul grande schermo da Morgan Freeman in "Il collezionista" (libro stupendo e film all'altezza) e "Nella morsa del ragno" (non so da quale libro e' stato tratto, ma risulta anche questo un buon giallo).

Tra le caratteristiche del modo di scrivere di Patterson c'e' quella di incalzare il lettore grazie a capitoli molto brevi e legati tra loro. Questo modo di scrivere e' riuscito a catturarmi: i capitoli brevi (da una a tre pagine circa) invogliano ad andare avanti piu' di quelli troppo lunghi perche' si ha la sensazione di potersi fermare in ogni momento. E invece la trama, dosando momenti di apparente calma a colpi di scena interessanti, fa macinare pagine su pagine senza quasi accorgersene.

In piu', in questo libro, Patterson e' riuscito a spiazzarmi fin dall'inizio. I capitoli su Jack sono scritti in prima persona mentre quelli che riguardano gli altri personaggi sono in terza persona. Questo potrebbe generare un po' di confusione ma non e' cosi'. Non e' questo pero' che mi ha spiazzato. Di solito se un libro e' scritto in prima persona, si puo' essere quasi certi che l'io narrante appartenga a qualcuno che non muore. E invece qui i primi capitoli scritti in prima persona sono quelli con protagonista Peter, il fratello di Jack. Ed e' lui stesso a dirci ad un certo punto che sta per morire... e che conosce il suo assassino. Questo mi ha colto di sorpresa e mi ha fatto pensare: se Peter muore nonostante il racconto sia in prima persona, allora chissa' che non capiti ancora.

Vi lascio con questo dubbio e chiudo.

Consiglio questo libro a tutti gli amanti del giallo e del legal thriller (si, puo' essere classificato anche come legal thriller e non ha nulla da invidiare ai grandi successi di John Grisham): e' una lettura veloce, si tratta di 276 pagine ma grazie al metodo di Patterson sembrano molte meno e si assorbono in pochissimo tempo. Provare per credere!

Buona lettura a tutti!