Il cerchio del lupo (2006)

L'agire del vero detective

Titolo italiano: Il cerchio del lupo

Titolo originale: Echo Park

Anno di pubblicazione: 2006

Edizione: PiEmme - Maestri del Thriller n.103

Pag.: 359

Prezzo: Euro 6.50

Finito il: 13/12/2009

Vantaggi: Un buon thriller americano da un maestro del genere con un personaggio speciale

Svantaggi: Nessuno

"Prendere a cuore le cose e' il modo di agire del vero detective. L'unico che esista"

e' la filosofia di Harry (Hieronymus) Bosch, il detective della polizia di Los Angeles protagonista di molti dei libri scritti da Michael Connelly.

Ex giornalista di cronaca nera del "Los Angeles Time", Connelly e' da diversi anni un acclamato, pluri-premiato e soprattutto bravo scrittore. Il "soprattutto bravo" non e' scontato, vista la presenza di alcuni scrittori tanto acclamati grazie ad una buona campagna pubblicitaria ma che alla resa dei conti non si rivelano poi cosi' bravi nello scrivere.

Bando alle polemiche.

Il libro di cui voglio parlarvi e' "Il cerchio del lupo", titolo che non capisco molto. Molto piu' azzeccato e' il titolo originale, "Echo Park". Secondo me era meglio lasciarlo immutato, ma gli editori italiani (in questo caso PiEmme) spesso hanno politiche strane.

Un accenno di trama

Harry Bosch e' alle prese con un suo vecchio caso.

Tornato in polizia dopo essere andato in pensione, fa ora parte della sezione che si occupa dei casi rimasti irrisolti (i cosiddetti "Cold Case"). E tra questi ce n'e' uno suo, di tredici anni prima, che riguarda una ragazza di nome Marie Gesto scomparsa nel 1993. Molto probabilmente e' stata assassinata, ma il suo corpo non e' mai stato ritrovato.

A distanza di tanti anni Harry continua a tornare sul caso spulciando il vecchio fascicolo alla ricerca di tracce che potrebbero essergli sfuggite, cosa alquanto improbabile.

Un giorno viene chiamato dal procuratore per occuparsi dell'interrogatorio di un serial killer di nome Raynard Waits: in modo del tutto casuale e' stato fermato dalla polizia vicino a Echo Park con due sacchi pieni di parti di corpi femminili. Rischia la condanna a morte ed e' disposto a confessare altri omicidi in cambio della commutazione della pena in ergastolo.

Tra questi c'e' anche quello di Marie Gesto.

Bosch, insieme alla collega Kiz Rider, deve determinare se cio' che dice Waits risulta attendibile o meno.

Caso aperto e chiuso cosi' facilmente? Impossibile.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Quella di Bosch e' una missione che ha le sue origini nella sua sfortunata infanzia, segnata dall'omicidio della madre prostituta. Il nome altisonante del detective (Hieronymus Bosch e' il nome usato da un noto pittore olandese, Jeroen Anthoniszoon van Aken, vissuto a cavallo tra il 1400 e il 1500) e' l'unico lascito di sua madre, di cui alla fine ha risolto il caso.

Per Bosch ogni caso diventa quasi un fatto personale, soprattutto quelli lasciati irrisolti. Le voci dei fantasmi delle vittime lo spingono a riprendere in mano i vecchi fascicoli, analizzarli, impararli a memoria.

E' la missione del vero detective, alla ricerca di giustizia e di spiegazioni.

Quello di Marie Gesto gli e' rimasto sul groppone. Era convinto di conoscere il colpevole, seppure non ne avesse le prove, ma la confessione di Waits rivoluziona le sue certezze.

Bosch e' uno dei personaggi migliori di Connelly, se non il migliore, e a lui Connelly ha dedicato molti dei suoi libri, alcuni scritti in prima persona, altri (come questo) in terza. Ma una caratteristica particolare da tenere in conto con Connelly e' che e' meglio leggere i suoi libri nel giusto ordine di pubblicazione perche' in un modo o nell'altro tutti sono collegati tra loro, qualche volta in modo poco evidente. Si possono al massimo escludere le raccolte di racconti gialli che lo scrittore ha curato.

Un'altra caratteristica interessante e' che nonostante i collegamenti, sono pochi quelli che non possono essere letti indipendentemente dagli altri. Sono quasi tutti abbastanza esaustivi. Anche "Il Poeta e' tornato", seguito de' "Il Poeta", si riesce quasi a leggere senza aver letto il precedente.

Concludendo, il libro mi e' piaciuto e lo consiglio agli amanti dei thriller americani. Non e' esagerato quanto Crais o Lehanne, e quindi risulta piu' realistico.

Buona lettura a tutti!