Mille splendidi soli (2007)

"...che si nascondono dietro i suoi muri"

Titolo italiano: Mille splendidi soli

Titolo originale: A Thousand Splendid Suns

Anno di pubblicazione: 2007

Edizione: PiEmme

Pag.: 430

Prezzo: Euro 7.90

Finito il: 20/12/2009

Vantaggi: Un romanzo drammatico ben scritto

Svantaggi: Molto triste

"Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti,

ne' i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri"

e' un verso di una poesia, "Kabul", di Saib-e-Tabrizi scritta nel XVII secolo. La protagonista e' la capitale dell'Afghanistan e si trova facilmente la versione completa del poema in rete (tradotta in inglese dalla Dr. Josephine Davis).

Kabul e' anche una delle protagoniste di "Mille splendidi soli", secondo romanzo scritto da Khaled Hosseini, divenuto famoso grazie al successo riscosso dal precedente "Il cacciatore di aquiloni".

Hosseini ha rielaborato la sua vita nel primo romanzo: figlio di un diplomatico e di una insegnante, e' nato a Kabul nel 1965. Ha cinque fratelli e nel 1980 ha ottenuto asilo politico negli Stati Uniti, quando il suo paese e' stato invaso dai russi. E' laureato in medicina e nel 2003 ha scritto "Il cacciatore di aquiloni".

"Mille splendidi soli", pubblicato nel 2007, ha ottenuto quasi lo stesso successo.

Hosseini e' tornato recentemente in Afghanistan come inviato dell'UNHCR, l'agenzia della Nazioni Unite per i Rifugiati.

Un accenno di trama

"Mille splendidi soli" e' la storia di due donne molto differenti tra loro ma destinate ad incontrarsi.

Mariam e' originaria di Herat.

A cinque anni scopre di essere una _harami_, che significa bastarda: e' infatti la figlia illegittima nata dalla relazione tra Jalil, un facoltoso signore di Herat, e una sua serva. Essendo l'uomo sposato e volendo allontanare lo scandalo e la vergogna dalla sua casa (spinto soprattutto dalle sue mogli), ha allontanato e relegato madre e figlia in un _kolba_ fuori dalla citta', provvedendo comunque al loro sostentamento e visitando la figlia almeno una volta alla settimana.

Mariam crede nella bonta' e nei racconti di Jalil. Ma presto (a quindici anni) avra' un brusco risveglio dalle sue illusioni e la realta' della sua condizione le ricadra' pesantemente sulle spalle, portandola a Kabul.

Laila nasce a Kabul la notte in cui i russi invadono l'Afghanistan e vivra' la sua infanzia sotto il regime russo, insieme al suo migliore amico Tariq. Figlia di un insegnante che il regime ha rimosso dal suo incarico, cresce andando a scuola perche', dice suo padre, "una societa' non puo' progredire se le sue donne sono ignoranti".

Ma anche Laila avra' un brutto risveglio: prima con la guerra contro i russi e poi con l'arrivo dei talebani la sua vita cambiera' completamente.

Le due donne sono vicine di casa e presto condivideranno la stessa casa. E non solo quella.

Ma lascio a voi scoprire il resto della storia.

Le mie considerazioni

"l'amore era un errore pericoloso e la sua complice, la speranza, un'illusione insidiosa"

e' una cosa che Mariam ha imparato da tanto tempo.

L'incontro con Laila cambiera' tante cose e le portera' anche un barlume di felicita'.

Mariam e Laila sono due dei mille splendidi soli cantati da Saib-e-Tabrizi e da Khaled Hosseini.

Lo scrittore dedica il suo libro alla condizione delle donne in Afghanistan, aggravatasi con l'arrivo dei talebani e poi migliorata in tempi recenti.

La storia raccontata da Hosseini e' drammatica. Si puo' riassumere nella frase "se qualcosa puo' andar male, allora certamente lo fara'", e rispetta le leggi di Murphy.

Hosseini scrive bene e sa come raccontare. Sa anche che per rendere una storia indimenticabile, questa deve essere triste perche' sono le lacrime che conquistano il cuore dei lettori piu' che le storie tutte rose e fiori. E lui sa cosa raccontare anche perche' ha vissuto in quella realta'. Non e' una donna, ma non e' necessario esserlo per rendersi conto di cio' che succede ad una donna.

Le donne sono alla base della societa' umana.

Per quanto l'uomo (per paura e/o vigliaccheria) si ingegni per screditarle, umiliarle e relegarle nel buio di una casa o di una prigione, esse risplendono proprio come "mille splendidi soli" e la loro luce trovera' il modo per arrivare al mondo.

La vera civilta' si ottiene solo dalla collaborazione di tutti, uomini e donne. E solo cosi' una societa' puo' prosperare.

Questo romanzo puo' servire dunque a capire come una donna viene trattata nelle societa' islamiche, soprattutto quelle piu' tradizionaliste e rigide. Ma anche la nostra societa' non e' esente da colpe. Si parla di parita' dei diritti, ma oggi giorno non si e' ancora raggiunta del tutto.

Uomo e donna hanno (o dovrebbero avere) gli stessi diritti e gli stessi doveri, ma non sono uguali. E' un fatto logico e incontestabile. Ed e' una fortuna che sia cosi'. Prima ce ne renderemo veramente conto, meglio sara'. Come del resto non sono uguali tra loro gli esseri umani: ognuno e' unico per certe sue caratteristiche e solo accettandole potremo imparare a sfruttarle per il bene dell'umanita'.

La cosa piu' importante che possiamo fare e' accettare e rispettare gli altri con i loro pregi e i loro difetti. Ma soprattutto e' necessario accettare noi stessi e i nostri limiti.

Utopisticamente mi auguro che il 2010 ci riservi delle positive sorprese sotto questo punto di vista (e l'avverbio iniziale non e' messo a caso!).

Scusate, mi sono lasciato trasportare delle emozioni. Ma "Mille splendidi soli" genera emozioni e riflessioni.

Concludo dicendo che il libro mi e' piaciuto e lo consiglio a tutti. Non e' una lettura facile, ma e' sicuramente istruttiva.

Buona lettura a tutti!