Nebbia (20.11.2006)

Nebbia... questo manto grigio che si posa sopra il mondo circostante con una pressione d'ovatta e nasconde ogni cosa.

Sembra una magia, a volte anche un maleficio.

Ma a me piace se non devo girare in macchina.

Alzarsi la mattina capendo dai suoni che lei e' calata: i rumori sono bassi, perfino i clacson delle auto o il motore su di giri di una moto si inchinano sotto questo soffice peso. Sembra quasi di essere in un sogno, nascosti a tutti.

E quando si esce di casa per farsi accogliere in quel muro cedevole, sembra di camminare nel nulla.

Se e' proprio fitta come di solito e' in pianura, non si riesce a vedere a piu' di una decina metri: i muri si immergono in quel muro e le case potrebbero essere benissimo ruderi disabitati, ultimi resti rimasti dopo un bombardamento a tappeto, perche' i tetti non esistono piu', le finestre solo bui occhi vuoti, a volte con un piccolo lume dietro le palpebre calate.

Come e' bello questo mondo grigio!

Le persone come fantasmi si avvicinano senza riconoscersi, senza salutare o tentare un approccio ciarliero, quasi intimorite di trovarsi in quel nulla. E subito, come sono arrivate, si allontanano scomparendo nel nulla, magari in un'altra dimensione. Tante volte gli scrittori di fantascienza e horror hanno lanciato l'idea di una porta interdimensionale nascosta nella nebbia. Come e' facile capire perche'! Perdersi e' talmente semplice. Il mondo poi diventa irriconoscibile, prende nuove forme e nuovi colori, nuovi odori e nuovi gusti.

Gli odori cambiano, certo, immersi magari nel fumo dei camini accesi, che nei paesi di montagna ha ancora l'aroma della legna che arde, un profumo che riempie di tanti ricordi del passato, di storie raccontate quando si e' tutti riuniti intorno ad un falo' a rivivere avvenimenti che si tramandano solo in forma orale. Ha un sapore, la legna che arde, che nulla riuscira' mai ad eguagliare.

In citta' l'odore della nebbia assume invece l'aroma greve dello smog da tubo di scappamento.

Come sarebbe bello che la nebbia riuscisse a tenere nei garage quelle macchine, che riesci a vedere solo all'ultimo istante, se il guidatore si e' ricordato di accendere i fari.

L'umidita' riesce ad attraversare perfino gli abiti, portando un brivido sul collo e lungo la schiena. Ma se fossero invece le carezze dei fantasmi del passato?

Nella nebbia anche i sogni (e gli incubi) possono prendere vita. E nel grigio vecchi ricordi e antichi visi assumono forma, quasi consistenza. Ti ritrovi a fissarli pensando che forse il tempo non e' mai trascorso e che puoi ancora parlare con gli amici partiti verso lidi lontani. Osservi i loro occhi, la loro forma e il caldo sorriso che assumevano nei momenti di allegria e scorgi i solchi lasciati dalle lacrime nei momenti tristi. Sono espressioni in continuo cambiamento a causa di piccole correnti d'aria che smuovono quella parete grigia, quel grande telone da cinema. Quelle correnti conferiscono vita dove vita non c'e'.

E si continua a camminare, forse senza una meta precisa, senza scopo ne' fretta. Ormai, nella frenesia dell'era moderna, queste passeggiate diventano rare, quasi uniche, per sparire sostituite da un orologio che ticchetta inesorabile ad indicare il tempo che passa e fugge insieme alla nostra vita. Bisognerebbe riscoprire la tranquillita' della nebbia, che non ha fretta, s'alza leggera e calma per posarsi soave cercando di trasmettere questa lentezza a tutti gli esseri che le capitano a tiro.

L'uomo moderno ha imparato purtroppo a resistere a questa malia, ha inventato tanti metodi meccanici per risvegliare la mente dall'ipnosi del dolce far niente. Che poi anche cosi' si lavora tanto. E' la mente a lavorare, sono il cuore e l'anima a prendere il sopravvento per assaporare un attimo di tranquillita' e riflessione.

Ma quell'attimo non dura in eterno, anche se cosi' potrebbe sembrare alle menti libere che riescono a riconoscerlo e a nutrirsene, ricavando un'energia indispensabile a rendere questa vita almeno sopportabile.

Quell'attimo sparisce lentamente quando il primo raggio di sole riesce ad introdursi furtivo nel grande muro grigio. Sembra impossibile, magari si tratta solo di un'illusione, ma lui e' li', tronfio vincitore di una battaglia che non ha mai esito scontato. Spesso il raggio rimane li', solitario, ad illuminare un punto sull'asfalto o una rosa appena dischiusa nel giardino a fianco della strada. Poi viene risucchiato dal muro che torna ad allontanarlo. Ma lui non si arrende, aiutato da tanti fratelli che lentamente continuano a combattere per assicurarsi la possibilita' di creare l'ombra di un petalo sulla guancia bagnata di un'amante triste. La battaglia continua fino a quando il muro si arrende, la nebbia comprende di aver perso, conscia del fatto che la guerra continuera' in futuro e che le prossime battaglie potrebbero vederla vincitrice. Lentamente si allontana, torna nella dimensione che l'ha creata e il mondo riprende le sue forme e i suoi colori. E cosi' ti accorgi che la tua passeggiata senza meta ti ha portato in un posto conosciuto, quello che i tuoi ricordi aveva richiamato quasi inconsciamente, quello a cui sei piu' affezionato. Senza una meta precisa, senza volonta' particolari, i tuoi passi ti hanno guidato verso quel posto.

Puo' essere una panchina nel piccolo parco del tuo paese, quella sotto un pioppo che tu hai imparato ad amare perche' li' vicino c'e' una fontana ancora aperta che suona la sua arpa di gocce sul cemento. Su quella panchina hai compreso l'importanza di leggere il cuore di una ragazza guardandola semplicemente nel profondo dei suoi occhi. Li' hai imparato che mille parole non equivalgono ad un suo sorriso e quando sono le anime a parlare, il mondo intero potrebbe anche sparire senza che te ne accorga. E che felicita' sarebbe se fosse successo davvero, sperando che quel momento non fosse mai passato, ricavando da quella conversazione piu' nutrimento di un pasto da dodici portate e sensazioni piu' grandi di quelle che ogni droga potrebbe mai farti provare.

O puo' essere il parapetto di un ponte, quello da cui hai pensato tante volte di buttarti senza per questo credere di essere triste: dicono che ci vuole coraggio a vivere e che morire cosi' e' un atto di vigliaccheria. Ma tu sai che e' tutto il contrario, che ti senti un vigliacco perche' sei ancora vivo e cosi' rimani a fissare il torrente sottostante, la cui bassa profondita' mostra i sassi che ogni tanto hai lanciato credendo fossero quei pensieri e ricordi di cui volevi liberarti per poter continuare a vivere senza rimorsi.

O ancora puo' trattarsi di un angolo di strada qualunque, da cui passi ogni tanto mentre vai alla stazione a prendere il treno per andare al lavoro. Non ha un'importanza particolare, a parte quella di averti visto passare pensieroso e con lo sguardo perso. Su quell'angolo trovi un gatto accucciato sul gradino di una casa, intento a pulirsi le zampe con la lingua: non alza nemmeno lo sguardo, non si e' accorto del tuo arrivo nella nebbia. Tu pensi di rimanere immobile per non spaventarlo, ma non serve a nulla perche' quando il gatto ha finito la sua pulizia quotidiana, si stiracchia e se ne va lentamente, dondolando i fianchi e la coda, considerandoti per quello che sei, un fantasma inconsapevole in un mondo che non riesci a considerare piu' tuo, e forse non l'hai mai potuto fare.

Non ha importanza dove si trovi alla fine. Per la nebbia non e' fondamentale conoscere le ragioni di ogni cosa. La sua scomparsa ti ha riportato alla vita che dovresti considerare normale e cosi', dopo esserti guardato intorno, ti incammini per tornare a casa, salutando magari le persone che prima avevi incontrato di sfuggita e fermandoti a chiacchierare del brutto tempo che si e' abbattuto quel giorno. Ma e' una recita, quello non era brutto tempo, il meteo non c'entra nulla quel giorno. La nebbia era li' per uno scopo: farti riflettere un po' sulla tua vita e su cio' che ti tocca fare per renderla speciale. A volte la nebbia se ne va prima che tu abbia preso una decisione, ma sai che tanto quella nebbia tornera' quando tu sentirai inconsapevolmente di averne bisogno.

Perche' darsi pensiero? Si deve comunque continuare a vivere fino alla prossima pausa nebbiosa. E se questa pausa avviene solo nel tuo cuore e nel tuo animo senza coinvolgere il mondo intero, accoglila come una vecchia amica e assaporane al massimo il contenuto. Anche se si fosse trattato di un sogno, la sua presenza non avrebbe avuto meno importanza, non pensi?

Buona passeggiata a tutti e attenti a non perdervi!