L'ultimo copione di John Pellam (2001)

Vivere e morire a Hell's Kitchen

Titolo italiano: L'ultimo copione di John Pellam

Titolo originale: Hell's Kitchen - A Location Scout Mistery

Anno di pubblicazione: 2001

Edizione: SuperPocket - Best Thriller

Pag.: 374

Prezzo: Euro 5.90

Finito il: 10/11/2009

Vantaggi: Un buon thriller americano da un esperto del settore. Protagonista John Pellam.

Svantaggi: Questa volta nessuno.

"- La prima cosa che devi sapere su Hell's Kitchen e' che chiunque puo' ammazzarti, per un motivo o per l'altro. E' un dato di fatto.

- Allora come puoi fare per sopravvivere?

- Be', facendo in modo che ucciderti diventi una cosa complicata."

Questo stralcio di conversazione e' riportato sul retro del libro "L'ultimo copione di John Pellam" (titolo originale "Hell's Kitchen - A Location Scout Mistery") scritto da Jeffery Deaver nel 2001 e arrivato in Italia solo un paio di anni fa ad opera della Sonzogno Editore. Io l'ho letto nella versione SuperPocket, serie "Best Thriller".

Come e' facile intuire, l'ambientazione e' il quartiere di Hell's Kitchen a New York.

Per il titolo di questa opinione ho scelto di parafrasare il titolo di un film, "Vivere e morire a Los Angeles". Citta' diversa, ma vivere e soprattutto morire a Hell's Kitchen ha la stessa valenza.

Per chi ama il genere thriller americano, il nome di Jeffery Deaver non e' sconosciuto, anche se molti lo associano alla serie dedicata a Lincoln Rhyme e Amelia Sachs, iniziata con "Il collezionista di ossa", da cui e' stato tratto l'omonimo film con Denzel Washington e Angelina Jolie. La trasposizione cinematografica non e' comunque all'altezza del libro.

Jeffery Deaver ha scritto anche libri indipendenti da questa serie.

E in particolare la serie su Rhyme&Sachs e' stata preceduta da un'altra con protagonista John Pellam, un regista che dopo vicende alterne si e' "riciclato" come location scout per altri registi. Il lavoro del location scout e' quello di cercare i posti piu' suggestivi ed adatti ad un determinato copione. Non e' un lavoro semplice perche' l'ambiente nei film (almeno quelli senza ricostruzioni computerizzate) ha quasi la stessa importanza dei buoni attori che lo interpretano.

Ho gia' incontrato John Pellam in due libri precedenti, "Sottoterra" e "Fiume di sangue", che non mi avevano colpito moltissimo. Si notava un Deaver alle prime armi, ancora da sgrossare e rendere piu' appetibile per il pubblico.

Questa volta il discorso cambia, ma prima vediamo un accenno della storia.

Un accenno di trama

John Pellam e' a New York.

Lasciata da parte la sua professione di location scout, sta girando un documentario intitolato "A ovest dell'8th Avenue", dedicato al quartiere di Hell's Kitchen. In particolare sta seguendo la storia del quartiere attraverso un'intervista ad una vecchia signora, Ettie Washington, ex cantante jazz e con tante storie alle spalle da raccontare.

Un giorno il palazzo in cui vive Ettie viene distrutto da un incendio. La signora viene arrestata perche' sospettata di essere la mandante del crimine al fine di ottenere il risarcimento dell'assicurazione del suo appartamento.

John pero' non crede alla sua colpevolezza e decide di indagare per conto suo, mentre altri incendi vengono appiccati dallo stesso piromane facendo altre vittime.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Questa volta il discorso cambia e si riconosce il modo di scrivere che ho imparato ad apprezzare la prima volta, quando ho letto "Il collezionista di ossa", e poi i libri successivi.

I due libri precedenti di questa serie avevano trame complicate e un po' difficili da seguire.

Anche Carol O'Connell scrive trame complicate e difficili da seguire, ma hanno un altro gusto: dietro si nota la volonta' di una brava autrice. Ed e' uno stile che la contraddistingue.

Qui invece, avendo gia' letto libri di Deaver, lo stile era sicuramente un altro e le complicazioni erano dovute solo alla mancanza di esperienza dell'autore.

Esperienza che e' venuta fuori con questo libro.

Il personaggio di John Pellam, gia' definito nei libri precedenti, qui assume un'altra forma e un'altra consistenza, con uno sfondo psicologico che ci accompagna fino all'ultima pagina del libro.

Devo quindi dire che questo libro mi e' piaciuto. Avevo quasi deciso di lasciar perdere la serie su Pellam, visti i libri precedenti. Ma, per fortuna, ho cambiato idea e ne sono contento.

Concludo quindi consigliando questo libro agli amanti del genere thriller americano e di Jeffery Deaver in particolare. Si tratta anche di un viaggio nella storia di un vecchio quartiere della Grande Mela, con un tocco nostalgico che da' un sapore diverso alla storia.

Buona lettura a tutti!