Bambino 44 (2008)

Quando il crimine non esiste...

Gia' pubblicato in: http://www.ciao.it/Bambino_44_Tom_R_Smith__Opinione_1328795

Titolo italiano: Bambino 44

Titolo originale: Child 44

Anno di pubblicazione: 2008

Edizione: Sperling&Kupfer (2008)

Pag.: 445

Prezzo: Euro 10.90

Finito il: 05/08/2011

Vantaggi: Ottimo thriller ben scritto e ben ambientato

Svantaggi: Nessuno

Periodo di saldi, periodo di promozioni, periodo di sconti: l'estate e' un po' tutto questo. E nel mio caso il periodo di sconti riguarda la libreria. Grazie a questi infatti scopro nuovi autori e nuovi libri.

E' il caso di "Bambino 44" di Tom Rob Smith, che ho scoperto grazie alla raccomandanzione di un amico di treno, altro pendolare amante dei libri.

Spesso vale piu' una buona critica e il passaparola della mera pubblicita' fatta dagli editori. Ed e' ancora questo il caso.

La biografia di Tom Rob Smith riportata nel libro e' davvero breve. Dice solo che e' nato nel 1979 a Londra da madre svedese e padre inglese e vive ancora a Londra. Davvero poco, ma forse la cosa importante e' il libro e non l'autore. Quindi passiamo al libro.

Un accenno di trama

Unione Sovietica, 1953.

A Mosca Leo Stepanovic Demidov e' un eroe della Seconda Guerra Mondiale. Alto, bello, atletico, e' un modello da seguire per il popolo russo nel regime totalitario in vigore sotto Lenin. Dopo la guerra, e' entrato nel Ministero per la Sicurezza di Stato, al servizio del vecchio NKVD (il Commissariato del Popolo per gli Affari Interni) ora denominato MGB. Il suo compito e' rintracciare e arrestare i nemici del popolo, tutti coloro cioe' che mettono in discussione le idee del Partito nei modi piu' disparati.

Persino un padre che dice apertamente che il proprio figlio e' stato assassinato puo' essere visto come un nemico del popolo. E come tale puo' essere denunciato, arrestato, interrogato, torturato e condannato ai lavori forzati in qualche gulag oppure a morte.

Perche' nella Russia del 1953 la criminalita' non esiste per legge e ammetterne l'esistenza e' vista come una critica al governo del Paese. E chi osa criticare il governo, per definizione, ha perso la fede nel Partito, nella Causa.

Leo pero' scopre presto che la sua condizione di agente dell'MGB non puo' proteggerlo completamente. Per un motivo apparentemente futile, Leo si ritrova nelle vesti della preda, invece che del predatore. Non ha piu' diritti, gli rimane solo l'onore e un'indagine sulla morte di alcuni bambini da portare a termine prima di farsi catturare e condannare.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Smith ha un buon modo di scrivere. Ogni tanto si perde nelle descrizioni, ma non in modo ossessivo come capita ad altri scrittori inglesi. Sa come catturare l'attenzione del lettore con una storia che a volte sembra un'opera di fantascienza.

Perche'?

Perche' leggere di uno stato come quello descritto da Smith da' molto da pensare e soprattutto tanti brividi.

Leggendolo, io ho sperato che si esagerasse, che l'ambientazione fosse sbagliata. Ma penso non sia cosi'. Se qualcuno puo' smentirmi, ben venga.

Uno stato dove e' "meglio far soffrire dieci innocenti che lasciar scappare una spia", che si deve sempre "controllare coloro di cui ci si fida", che una persona e' colpevole fino a prova contraria, mi sembra un incubo.

Nella Russia del 1953 e' meglio non prendere iniziative, non pensare, seguire la corrente, adattarsi. E sperare di non essere denunciato all'MGB perche' e' un biglietto di sola andata per i gulag o per la morte (spesso le due cose non sono slegate). La ragione non e' importante, puo' essere anche una sciocchezza come, ad esempio, guardare male una persona per strada. Definire un brav'uomo un sospettato puo' portarti in prigione. E prima della prigione ti fa passare per le stanze della Lubjanka, dove per gli interrogatori si usa la tortura per ottenere informazioni.

I personaggi di Smith sopravvivono grazie alla paranoia. Leo ne e' un esempio perfetto. Deve guardarsi dai criminali comuni che per legge non esistono e dai criminali che governano. Perche' se si inizia un'indagine senza portarla a termine e senza indicare un colpevole, si rischia di essere incriminati.

Nel complesso, "Bambino 44" (titolo originale "Child 44") pubblicato nel 2008 ed edito in Italia dalla Sperling&Kupfer si e' rivelato un buon thriller, anche se l'identita' del cattivo risulta abbastanza scontata.

Si rivela anche una lettura istruttiva per la sua ambientazione storica, che molti ignorano o fanno finta di ignorare.

Concludo raccomandando questo libro agli amanti dei thriller, non solo come lettura estiva ma per tutto l'anno.

Buona lettura a tutti!