La grande bugia (2006)

La risposta di Pansa

Titolo: La grande bugia

Anno di pubblicazione: 2006

Edizione: Sperling

Pag.: 554

Prezzo: Euro 6.00

Finito il: 07/05/2009

Vantaggi: Argomenti interessanti sulla storia d'Italia moderna e passata

Svantaggi: Solo per chi ha letto i libri precedenti. Meno interessante dei precedenti

Chi mi segue da quando sono su questo sito ha gia' sentito sicuramente il nome di Giampaolo Pansa.

Nato a Casale Monferrato (quindi vicino a me) nel 1935, ha collaborato con tante testate giornalistiche. Attualmente scrive per "L'Espresso" e "la Repubblica".

Ha scritto diversi romanzi e libri di storia. Inizialmente dal punto di vista della Resistenza, ultimamente ha osservato lo stesso periodo dall'altro punto di vista, quello dei vinti.

Tra i suoi libri ho letto "I figli dell'aquila", "Il sangue dei vinti" e "Sconosciuto 1945", tutti legati da un filone comune, soprattutto gli ultimi due insieme a "I gendarmi della memoria" che pero' non ho letto.

"La grande bugia" riprende lo stesso argomento, ma con un altro scopo.

Premesso che e' necessario aver letto gli altri titoli che ho citato prima di questo, "La grande bugia" rappresenta la risposta alle critiche mosse in questi anni ai libri che ha scritto e che ancora non aveva esternato.

Di cosa si occupa la serie citata?

Del periodo che inizia dal 1943 in avanti, soprattutto di cio' che e' successo dopo il 25 aprile 1945 da coloro che si proclamavano giudici e giustizieri dei grandi criminali di guerra. Purtroppo molti di questi criminali avevano l'unica colpa di essere in possesso della tessera fascista, oppure di appartenere ad un partito diverso da quello comunista.

E' un argomento tra i piu' spinosi, che molti non vogliono nemmeno sentir nominare.

Eppure proprio i partigiani dovrebbero essere i primi a denunciare chi infanga la loro memoria e il loro strenuo e valoroso operato al servizio dell'Italia. O almeno dovrebbero farlo i partigiani veri e non quelli della "venticinquesima ora" come li definisce Pansa, indicando coloro che si sono dichiarati partigiani senza aver mai combattuto veramente nella Resistenza. E hanno sfruttato il caos generato dalla fine della guerra per coprire veri e propri crimini.

Il fatto poi che a scrivere di queste cose sia un uomo di sinistra nonche' antifascista come Pansa e' notevole.

Ma questi libri-denuncia hanno portato ad aspre critiche da parte della Sinistra italiana. E Pansa e' stato chiamato "revisionista" dando al termine un tono dispregiativo.

Ma cosa c'e' di male nel revisionismo?

Francamente non lo so e mi stupisce che sia condannato. Meglio sarebbe se la condanna venisse rivolta contro i criminali che si sono macchiati di sangue innocente, a qualunque partito essi appartengono.

Giampaolo Pansa ne' "La grande Bugia" risponde a tutto con dovizia di particolari e di riferimenti, citando anche nomi e cognomi importanti della nostra epoca. Compare anche l'attuale segretario del PD, Dario Franceschini, con una storia relativa alla famiglia materna legata al partito fascista.

Credo che il modo migliore per conoscere questo libro sia leggerlo. Ci sono cosi' tanti dati che e' impossibile riportarli tutti o farne un riassunto.

Prima pero' di leggere questo libro, e' meglio (necessario) leggere i libri di cui parla, specialmente "Il sangue dei vinti" e "Sconosciuto 1945", per capire meglio cio' che viene contestato allo scrittore. E di conseguenza le sue risposte ed esternazioni.

Per quanto mi riguarda, il libro risulta interessante, anche se l'ho trovato piu' arido dei precedenti, forse troppo intessuto di tono polemico.

E' sempre impostato sul dialogo con un personaggio inventato. In questo caso si tratta di Emma Cattaneo, avvocato nonche' nipote del grande Alberti, l'interlocutore immaginario che compare in "Sconosciuto 1945" e qui risulta morto.

Emma e Alberti sono gli unici personaggi inventati, come dice lo stesso Pansa all'inizio del libro. Tutto il resto e' vero e verificabile.

A chi gli critica di non fornire una bibliografia completa al fondo del libro, Pansa risponde con i fatti: ogni articolo, libro e testimonianza di cui parla ha un riferimento spiegato al momento della citazione. E' necessario leggere il libro per conoscerlo. E' un male? Direi di no. Prima di condannare un libro bisognerebbe averlo letto, cosa che non sempre succede.

Risultano quasi comiche le critiche che vengono fatte ai libri di Pansa prima ancora che questi compaiano nelle librerie. Evidentemente questi critici hanno il dono della preveggenza. Oppure semplicemente una grande coda di paglia e qualche peso sulla coscienza.

E questo capita non solo con i libri di Pansa, ma anche con tanti altri.

Concludo consigliando questo libro a chi vuole avere una visione completa della nostra Italia. Non sempre cio' che pensiamo di conoscere e' reale. La storia ha la brutta abitudine di essere scritta dai vincitori, ma solo chi ha la voglia di vedere tutti i punti di vista in gioco riesce a correggerla e a non commettere gli stessi errori. O almeno dovrebbe essere cosi'.

Ma gli uomini, si sa, tendono a ripetere gli stessi errori.

Perche'?

E' una domanda che non avra' mai risposta.

Buona lettura a tutti!