Il Professionista (2007)

Omaggio all'Italia

Titolo italiano: Il Professionista

Titolo originale: Playing for Pizza

Anno di pubblicazione: 2007

Edizione: Mondadori - Miti n.364

Pag.: 334

Prezzo: Euro 6.00

Finito il: 14/04/2009

Vantaggi: Un romanzo ben scritto. Un omaggio all'Italia.

Svantaggi: Poco originale. Grisham non al suo meglio.

"Ottimo: l'ennesima scommessa vinta da Grisham" dice "il Giornale", almeno secondo quanto riportato sulla copertina del libro "Il professionista" (titolo originale "Playing for Pizza") scritto da John Grisham.

Vero? Vedremo. I giudizi al fondo.

Per quanto riguarda John Grisham, credo sia un nome che non ha bisogno di presentazioni.

E' da sempre considerato il re del legal thriller, anche se ultimamente il suo trono risulta un po' traballante per due ragioni principali.

La prima e' che da un po' di tempo non ha sfornato legal thriller. Ma e' anche vero che non conosco ancora le ultime uscite in libreria e tra queste c'e' un libro intitolato "Ultima sentenza" che dovrebbe riprendere l'aspetto legale.

La seconda ragione e' che ci sono altri scrittori che stanno aspirando al trono di Grisham. Tra questi ricordo Steve Martini, William Lashner e Richard North Patterson. Ma sono solo tre concorrenti americani. Ne esistono altri.

In Italia non ci si puo' dimenticare Gianrico Carofiglio che con la sua serie sull'avvocato Guerrieri puo' essere considerato il re italiano del legal thriller. Al momento non ne conosco altri. Voi si?

Tornando alla prima ragione, non si deve dedurre che Grisham sia stato con le mani in mano.

Visto che una delle sue regole (a quanto ho sentito dire) e' quella di scrivere tutti i giorni per un certo numero di ore, senza saltare un giorno, qualcosa in questi anni e' venuto comunque fuori. Ma si tratta di romanzi fuori dal suo solito genere, come "La casa dipinta" (un po' piu' vecchiotto), "L'allenatore" o "Il Professionista", proprio quello che sto recensendo.

Certo, c'e' anche "Innocente" che ancora non ho letto e mi pare tratti di un caso giudiziario. Ma non avendolo letto non posso ancora inquadrarlo senza rischiare di fare errori.

Vediamo allora di cosa parla "Il professionista" nella sua copertina gialla con una testa di pantera stilizzata in blu.

Un accenno di trama

Il protagonista, anzi "Il professionista", e' Rick Dockery, un quarterback di ventotto anni che gioca nella NFL americana. Per chi non lo sapesse, stiamo parlando di football americano.

La sua ultima performance gli ha rovinato la carriera di giocatore: per colpa sua una partita praticamente vinta e' stata persa.

Il suo agente Arnie non sa piu' chi chiamare per ottenere un ingaggio. Dockery puo' considerarsi fuori dal giro, essendo etichettato come "il piu' grande Cane di tutti i tempi" da un giornalista sportivo molto in voga.

Alla fine un contratto viene fuori, anche se non e' proprio tra le aspirazioni dei giocatori americani: quarterback dei Panthers di Parma. In Italia.

Dockery accetta. Cos'altro puo' fare? Non sa e non puo' fare altro, se non abbandonare lo sport. Ma non se la sente.

E cosi' inizia la sua avventura italiana.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Come si legge dal titolo che ho dato a questa opinione, "Il professionista" e' un omaggio fatto da Grisham all'Italia. Descrive la vita di Rick Dockery nella nostra bella nazione. Non ci si limita alla citta' di Parma, ma si parla anche di altre citta' con squadre di football (Milano, Firenze, ecc.).

Il football americano non e' sicuramente uno degli sport piu' seguiti in Italia. Ha un piccolo zoccolo duro di tifosi, ma siamo sinceri, siamo di fronte a dei dilettanti che giocano per orgoglio e per passione.

E' un male?

Da cio' che scrive Grisham, non mi pare sia un male. Quando si gioca per passione, lo sport acquista un altro sapore e un altro aspetto. Qui siamo lontani dai contratti milionari dei giocatori di calcio, che vengono pagati tanto per dare ben poco, secondo me.

Nel football italiano, gli unici giocatori pagati sono quelli stranieri, che non sono molti. In ogni squadra ci possono essere al massimo tre giocatori americani. E non vengono certo pagati tantissimo. Rick prende circa 2000 euro al mese. Che differenza, eh?

Quando i soldi iniziano a girare in grande quantita', si esce dallo spirito sportivo e si entra in quello piu' arido della finanza. Quale giocatore della serie A di calcio accetterebbe di giocare per un salario cosi' basso? Credo quasi nessuno. E invece bisognerebbe farlo. Perche' in fondo cosa sa fare un giocatore di calcio se non correre dietro ad un pallone? E perche' dovrebbe valere piu' di un contadino che alla fine della sua giornata puo' dire di aver effettivamente prodotto qualcosa grazie al suo lavoro?

Ma qui mi sto addentrando in un discorso difficile che potrebbe non trovare molti consensi tra voi lettori (se qualcuno sa pero' rispondere alla mia domanda, e' ben accetto).

Torniamo al libro.

John Grisham ha scritto un romanzo senza alcuna tinta gialla o thriller. E' narrativa semplice ma comunque buona.

Non e' il primo libro che viene ambientato in Italia. Era gia' successo con "Il broker".

E' stato interessante immergersi in questa lettura per analizzare il pensiero di un americano sull'Italia e sugli italiani. Lascio pero' a voi scoprirlo da soli. Credo sia il lato piu' interessante del libro. La storia infatti non e' delle piu' originali e il finale, sebbene potesse svilupparsi anche in un'altra direzione, non mi ha stupito tantissimo.

Non sono dispiaciuto di averlo letto. Grisham mi piace come narratore per la linearita' e per la semplicita'. Non si rifugia in trame complicate per nascondere la loro pochezza. Magari non da' molto al lettore, ma quel poco che da' non e' deludente. Certo io preferisco il legal thriller, ma sono comunque soddisfatto.

L'unico altro svantaggio di questo libro e' per chi non ha dimestichezza con il football americano: potrebbe risultare spiazzato davanti ai termini tecnici che non vengono spiegati in modo dettagliato.

Concludendo, consiglio questo libro a tutti. Secondo me il vero Grisham e' un altro (provate "Il socio" o "Il rapporto Pelikan" o "Il momento di uccidere" per citare solo alcuni dei suoi grandi successi), ma continuero' a seguirlo anche cosi'.

Buona lettura a tutti!