La casa buia (1998)

Per il bene dei bambini

Titolo italiano: La casa buia

Titolo originale: Gone, Baby, Gone

Anno di pubblicazione: 1998

Edizione: PiEmme - Maestri del Thriller n.22

Pag.: 459

Prezzo: Euro 5.90

Finito il: 17/06/2006

Vantaggi: Un thriller pieno di colpi di scena su argomenti duri che fanno anche riflettere

Svantaggi: Nessuno

Chi ha rapito Amanda McCready?

Che sia stata rapita, non ci sono molti dubbi: una bambina di 4 anni non sparisce di punto in bianco senza lasciare tracce.

Potrebbe essere stata la madre ad ucciderla e a farne sparire il corpo? E' una domanda che non sembra trovare conferme: la madre Helene non ne sarebbe capace. Troppo stupida. La sua "unica" colpa e' quella di non curarsi della figlia, di averla lasciata sola in casa per una notte intera trascorsa insieme ad un'amica in un locale malfamato, e scoprire al ritorno l'assenza di Amanda. La sua colpa e' in pratica quella di non essere una Madre.

E allora chi e' stato?

A Boston la foto di Amanda e' ormai conosciuta da tutti: i giornali la sbattono in prima pagina; i notiziari televisivi iniziano con lei i loro servizi; cittadini e poliziotti si mobilitano nella ricerca. Ma tutto sembra inutile e non portare a nulla di concreto.

E cosi' Beatrice, la zia di Amanda, si rivolge a Patrick Kenzie e Angie (Angela) Gennaro per far luce sul caso.

Ma cosa puo' fare una coppia di investigatori (diventati famosi dopo aver fermato un serial killer) che gia' non abbia fatto la polizia?

Dopo alcuni dubbi iniziali, Patrick e Angie si buttano nel caso, che si rivelera' difficile, sia da risolvere che da "digerire". Si, perche' Patrick e Angie sono dei duri, nelle loro giovani vite hanno gia' visto di tutto: regolamenti di mafia (tra l'altro Angie fa parte di una Famiglia mafiosa, anche se non ne e' un membro "attivo"), serial killer, violenza e morte. Ma quando ci sono di mezzo i bambini le cose cambiano e anche gli stomaci piu' forti possono avere problemi di digestione.

E' questo l'inizio di "La casa buia" di Dennis Lehane (titolo originale "Gone, Baby, Gone", ovviamente completamente diverso dal titolo italiano), autore di libri interessanti come "Mystic River", "Pioggia nera" e "Buio prendimi per mano" (che precede cronologicamente questo e a cui si fanno parecchi riferimenti), tanto per citare solo quelli che ho gia' letto. Gli ultimi due, come questo, hanno per protagonisti Kenzie e la bella Angie, aiutati qualche volta da "Bubba" Rogowsky (per il vostro bene e' meglio non sapere il suo vero nome), un gigante nero dalla reputazione molto torbida. Non e' un angelo, non ha scrupoli, ma e' leale e nel duro mondo della criminalita' sono queste le doti che permettono di sopravvivere.

I libri di Lehane possono essere etichettati da qualcuno come americanate e un po' lo sono: hanno il sapore dei film d'azione targati USA con protagonisti duri come, ad esempio, Bruce Willis o Clint Eastwood. Ma hanno anche la capacita' di catturare l'attenzione del lettore nonostante alcune piccole esagerazioni. La violenza e la morte sono di casa, naturali come bere un bicchiere d'acqua. E Lehane non si risparmia nel linguaggio: il mondo che racconta e' duro quanto quello descritto da James Ellroy, ma usa un linguaggio meno volgare e denigratorio che preferisco (Ellroy e' troppo estremo per i miei gusti, anche se ha scritto libri interessanti come "L.A.Confidential" o "American Tabloid"). Se avete gia' letto un suo libro, dovreste essere preparati ad affrontarlo.

In questo caso pero' si ha un'escalation perche' ci sono di mezzo i bambini e tutto acquista toni piu' macabri e crudeli. Si incontrano alcuni pedofili, si ascoltano le storie della squadra "Delitti Contro Minori" della polizia di Boston e poi ci si scontra con la normalita' della vita nei quartieri piu' degradati. Tutto questo da' da pensare sulla differenza tra giustizia e legge e sul significato dei termini moralita' e umanita'.

Io ho letto moltissimi libri, tanti thriller e horror e sono abituato alla violenza letteraria. Eppure leggere alcune pagine di questo libro mi ha fatto male. Quindi state attenti. Soprattutto perche' e' scritto in prima persona e ci si immedesima parecchio con il protagonista, Patrick Kenzie.

Concludendo, posso dire che mi e' piaciuto sia come trama che per il modo in cui viene raccontata. Ha un finale originale che da' da pensare (e sul quale non posso fare riflessioni senza rovinarvi la lettura) e una maestria impeccabile nel mischiare violenza e ironia. I personaggi sono verosimili: nessuno e' totalmente buono o cattivo. Non c'e' bianco e nero, ma varie tonalita' di grigio che rispecchiano fedelmente la realta' che viviamo tutti i giorni.

Buona lettura a tutti!