Le ali della sfinge (2006)

Due indagini nella burrasca Livia

Titolo: Le ali della sfinge

Anno di pubblicazione: 2006

Edizione: Sellerio Palermo

Pag.: 265

Prezzo: Euro 12.00

Finito il: 22/11/2006

Vantaggi: Una nuova avventura di Montalbano nello stile per me unico di Camilleri

Svantaggi: Nessuno

Eccoci all'undicesimo romanzo sul commissario di polizia Salvo Montalbano.

Si, siamo a quota 11, almeno per quanto riguarda le edizioni Sellerio di Palermo. Poi ovviamente ci sono anche le varie raccolte di racconti edite dalla Mondadori. Una collezione che si sta allungando sempre piu' su uno dei piani delle mie librerie (prima o poi mi sommergeranno, questi fratelli da tutti conosciuti come libri!), spazio dannatamente ben occupato, secondo me, perche' ogni volta e' un piacere ritrovare il gruppo di Vigata immerso in una nuova indagine nella tranquilla vita della provincia di Montelusa. Con le ammazzatine, i rapimenti, il pagamento del pizzo, gli sgarri alla mafia, tanta tranquillita' in realta' manca. E se a tutto questo si aggiungono i problemi amorosi di Salvo con l'"uragano" Livia, povero commissario!

Montalbano sta invecchiando, oramai questa sua fissa e' una costante degli ultimi romanzi. Arrivato alla mezza eta', il suo cervello fino sta facendo le bizze inventandosi due personalita' in continuo contrasto, un po' come capita tra Salvo e Livia. Dopo i contrasti creatisi nel precedente "La vampa d'agosto", i due eterni fidanzatini sono ai ferri corti. Possibile che il loro amore senza fine sia arrivato al traguardo?

L'unica soluzione valida e' vedersi e parlarne a quattr'occhi. Nulla di meglio per appianare le cose o dirsi finalmente addio e passare oltre.

Ma come si fa? Montalbano e' fin troppo impegnato: c'e' il cadavere nudo di una giovane ragazza ritrovato in una discarica, il volto distrutto da un colpo di pistola e come unico segno distintivo il tatuaggio di una farfalla. E poi c'e' il rapimento di un ricco commerciante, avvenuto in circostanze strane che non convincono Mimi' Augello e il buon Fazio, a cui il caso e' stato affidato.

Ci sara' un collegamento tra i due avvenimenti?

A voi scoprirlo, non voglio rovinarvi la sorpresa.

Quel che posso dirvi e' che e' stato come sempre un piacere ritrovare lo stile per me unico di Andrea Camilleri, pronto, a quanto si dice, a segnare la fine del suo personaggio piu' famoso con racconti rinchiusi gelosamente in cassaforte. Ma perche' pensarci? Il momento non e' ancora arrivato e speriamo che sia ancora ben lontano. Quindi assaporiamoci questa nuova indagine del commissario piu' famoso d'Italia, a cui ormai saranno assegnate per sempre le fattezze di un bravissimo Luca Zingaretti, suo interprete nei film TV trasmessi su Rai2. Questo non fa molto piacere a Camilleri che si era figurato un Montalbano pieno di capelli (e anche siciliano purosangue, invece di questo attore del nord che ha pero' saputo imparare la psicologia sicula in modo eccellente). Capelli che nel libro compaiono di sfuggita, ma compaiono, mentre vengono asciugati dopo un diluvio.

Per mia fortuna ho iniziato a leggere i libri di Camilleri prima del loro approdo in TV e me ne sono fatto una mia raffigurazione personale.

A fianco del commissario ritroviamo i soliti collaboratori e personaggi di sempre: Mimi' Augello, suo vice, con i problemi familiari di un Salvuzzo (il figlio) che non lo fa dormire; un Fazio che racchiude in se' l'anima del poliziotto per antonomasia e la sua solita, tragicomica mania da ufficio anagrafe che tanto fa imbestialire Salvo; il dottor Pasquano, patologo legale, contento solo quando gli girano i cabasisi e riesce a farli girare al suo prossimo; il "signori e questore" Bonetti-Alderighi che da Montelusa tuona e fulmina peggio di uno Zeus greco. E tutti gli altri, che sono troppi per essere qui elencati. Tra questi pero' un posto d'onore va al solito, originalissimo, splendido e tragicomico Catarella che mi e' entrato nel cuore fin da subito per il suo modo d'essere. Senza Catarella, i libri di Camilleri perderebbero molto del loro fascino. E penso che il buon Andrea se ne sia reso conto perche' gli interventi dell'agente aumentano continuamente inserendo momenti di grande ilarita' con l'usuale storpiatura dei nomi delle persone che telefonano al centralino del commissariato, stanza dove Catarella regna sovrano. O di quelle persone che vengono da lui ricevute. Certo e' che se tutti i commissariati avessero un biglietto da visita come Catarella, i carabinieri tirerebbero un sospiro di sollievo perche' perderebbero molte delle barzellette di cui sono solitamente protagonisti.

Ma Catarella e' una macchietta e non solo: nasconde uno spirito serio e capacita' notevoli! Ottimo secondo me la scelta dell'interprete televisivo, Angelo Russo, che riesce a dargli vita in modo esemplare!

Chiudo la sua descrizione consigliandovi di scoprire la sua personale definizione di "passare a miglior vita", un capolavoro d'ingegno e di logica.

Per quanto riguarda la storia, e' ben costruita, con continui riferimenti agli avvenimenti politici italiani e ai danni provocati da una o dall'altra amministrazione sulle povere forze dell'ordine.

La storia pero' passa quasi in secondo piano per me, sorpassata dal piacere di leggere il dialetto siciliano con la sua strana, insita poeticita'. Strano per un piemontese dirlo, vero? Eppure riesco a capirlo in modo sorprendente. Penso che sia solo una questione di volonta' e adattamento: se una cosa interessa sul serio, allora si impara senza quasi rendersene conto.

Ho letto in un'altra ottima opinione che il finale arriva e risolve tutto troppo in fretta. Io non ho avuto questa impressione: forse sono stato contagiato dalla fretta di Montalbano. Capirete la causa leggendo il libro e lascio a voi l'onere di giudicare.

Quello che posso fare io e' chiudere consigliandovi assolutamente questo libro, raccomandazione forse inutile per i tanti fan di Montalbano e Camilleri, ma essenziale per tutti gli altri che non lo conoscono e si fidano del mio gusto letterario. A costoro consiglio pero' di iniziare la lettura dal primo "La forma dell'acqua" e proseguire seguendo l'ordine esatto di uscita dei libri, perche' e' il solo modo per entrare perfettamente nel clima siciliano e nella psiche dei personaggi. O forse, per non esagerare immediatamente, di leggere la raccolta "Un mese con Montalbano" edito dalla Mondadori, che racchiude una serie di racconti e che e' anche il primo libro da me letto sul commissario. Ho gia' avuto modo di consigliarlo e ogni volta e' risultato una scelta azzeccata.

Buona lettura a tutti!