La Signora dell'Arte della Morte (2007)

Un'anatomo-patologa nel XII secolo

Titolo italiano: La Signora dell'Arte della Morte

Titolo originale: Mistress of the Art of Death

Anno di pubblicazione: 2007

Edizione: PiEmme - Serie ORO

Pag.: 427

Prezzo: Euro 6.50

Finito il: 18/12/2008

Vantaggi: Un buon giallo storico, ben raccontato, con protagonisti interessanti. Utile per conoscere l'Inghilterra del XII secolo.

Svantaggi: Solo per chi non ama il genere

Durante le mie incursioni in libreria sono stato attirato da una copertina un po' sfocata a tinte marroni che mostrava un sentiero in mezzo ad un bosco e una figura incappucciata di spalle ad osservarlo.

La seconda cosa che mi ha attirato e' stato il titolo: "La Signora dell'Arte della Morte".

La terza cosa e' stato il sottotitolo: "La Kay Scarpetta del XII secolo".

Tutt'e tre queste cose mi hanno spinto a comprare questo libro edito dalla PiEmme e uscito in tascabile nella "Serie ORO" a 6.50 euro.

Prima di tutto mi piaceva l'immagine della copertina.

In secondo luogo adoro i gialli medievali.

E in terzo luogo adoro le storie con protagonisti gli anatomo-patologi.

Kay Scarpetta, per chi non lo sapesse, e' la protagonista di una serie di libri scritti da Patricia Cornwell e il suo lavoro e' quello di anatomo-patologo: ha cioe' a che fare con i cadaveri, da cui deve ricavare tutte le informazioni utili alla comprensione del modo in cui sono morte queste persone e scoprirne eventualmente i responsabili. Avendo letto (quasi) tutti i romanzi sulla Scarpetta (gli ultimi purtroppo mi hanno deluso un po'), la mia curiosita' si e' accesa.

Un accenno di trama

Siamo nel 1170 a Cambridge.

A Pasqua un bambino di nome Peter scompare e viene ritrovato cadavere e torturato. La colpa viene data immediatamente alla comunita' ebraica della citta' e due ebrei vengono linciati. Gli altri trovano rifugio nel castello dello sceriffo.

Poco tempo dopo altri tre bambini spariscono.

Enrico II, re d'Inghilterra, deve trovare un modo per risolvere la situazione: gli ebrei sono una fonte notevole di introiti e averli barricati in un castello ha gravi ripercussioni sulle casse dello stato.

In aiuto arriva il re di Sicilia, che manda l'ebreo Simone di Napoli, il musulmano Mansur e Vesuvia Adelia Rachele Ortese Aguilar di Salerno, chiamata piu' semplicemente Adelia. Simone e' un agente esperto, il cui aspetto innoquo nasconde la grande capacita' nell'interrogare le persone e scoprire utili informazioni.

Mansur e' un eunuco inviato come guardia del corpo di Adelia.

Adelia e' un medico, nonostante sia una donna. La sua specializzazione e' l'"arte della morte". Sa interpretare i messaggi dei cadaveri analizzandoli. Fino a quel momento ha sempre esercitato questa arte nell'universita' medica di Salerno, dove il fatto che sia una donna non genera scandalo.

Ritrovarsi invece nell'Inghilterra medievale e' un'esperienza nuova che le genera non pochi problemi per il solo fatto di essere una donna.

Il giorno dopo l'arrivo di questo trio italico i tre bambini scomparsi vengono ritrovati, morti. Ma si capisce subito che il loro decesso non e' recente.

Tocchera' dunque a Simone e ad Adelia scoprire chi si cela dietro questi orrendi delitti, aiutati dal priore Geoffrey di Cambridge e da alcune altre persone.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

E' la prima volta che leggo un libro di Ariana Franklin e credo che non sara' l'ultima. Ha infatti gia' pubblicato un'altra avventura di Adelia intitolata "La rosa e il serpente", sempre per PiEmme.

La Franklin e' nata a Londra e ha fatto la reporter, per poi abbandonare tale lavoro per dedicarsi alla famiglia. Ma non ha abbandonato la scrittura e sfruttando le sue conoscenze sul Medioevo ha dato vita a thriller ambientati in quel periodo.

Il suo modo di raccontare e' molto interessante perche' infarcisce la semplice storia gialla con dati storici reali. E leggere questo libro ci insegna qualcosa sulla vita condotta durante il medioevo inglese, dove c'era una forte ingerenza della Chiesa di Roma e i dottori non erano visti di buon occhio, soprattutto se erano donne. In Inghilterra medici donne non esistevano, a causa dei pregiudizi che seguivano le donne in ogni campo e ambiente.

La fortuna di Adelia e' trovare sul suo cammino persone di piu' ampie vedute che la tengono in considerazione dopo averne saggiate le capacita'.

Se si viene poi a sapere che e' un'esperta dell'Arte della Morte, le cose ovviamente si complicano.

Nel complesso si tratta di un ottimo romanzo giallo medievale che rivaleggia senza problemi con quelli scritti da Candace Robb, Ellis Peter o Peter Tremayne.

In alcune parti la Franklin si perde un po' nelle descrizioni degli ambienti, ma e' accettabile perche' utile a comprendere meglio il periodo.

La soluzione arriva in modo inaspettato e l'identita' del colpevole lascia abbastanza sorpresi. Ma, purtroppo, ha la sua logica e non lascia dubbi in proposito.

Concludendo, questo libro mi e' piaciuto e lo consiglio agli amanti del giallo medievale. Il lato dell'analisi dei cadaveri non e' cosi' marcato, anche se genera orrore l'identita' dei protagonisti di questa analisi trattandosi di bambini.

Buona lettura a tutti!