Una piccola bestia ferita (2003)

La seconda avventura della Profia

Titolo: Una piccola bestia ferita

Anno di pubblicazione: 2003

Edizione: Mondadori - Oscar n.1702

Pag.: ...

Prezzo: Euro 15.00

Finito il: 01/01/2009

Vantaggi: Un buon romanzo giallo scritto bene e in modo originale.

Svantaggi: Deve piacere il modo in cui e' scritto

"I parenti, cioe' i genitori degli allievi, vengono solo per lamentarsi di qualcosa - il quattro del compito in classe, l'interrogazione senza preavviso -, per aggredirli verbalmente - perche' mia figlia deve tenere il cellulare spento durante le lezioni? cosa li hanno inventati a fare i cellulari? -, per contestare gli infiniti soprusi inflitti ai loro figli. Che non hanno nessunissimo dovere ma un universo di diritti. Oppure non vengono mai. Oppure vengono a dichiararti guerra se hai fatto telefonare o scrivere dieci volte dalla segreteria per pregarli di farsi vivi. [...] Chiusi a riccio in difesa della famiglia, sordi e ciechi di fronte a ogni rilievo e a ogni richiesta di collaborazione. I loro figli sono ragazzi normalissimi. Con la faccia pulita. Come tutti. E quelli che buttano sassi dai cavalcavia? Quelli che la notte viaggiano ai 180 a fari spenti accoppando e accoppandosi? Quelli che scannano con coltelli e con spranghe?

Quelli vengono da un altro pianeta."

Voglio iniziare con questo breve estratto la mia recensione sul romanzo "Una piccola bestia ferita" scritto da Margherita Oggero ed edito dalla Mondadori (io ho la versione Oscar n.1702 che racchiude i primi tre libri della Oggero in un unico volume al prezzo di 15.00 euro) per due motivi.

Il primo e' dare un'idea del duro lavoro dei professori nelle scuole moderne che si riflette bene nei libri della Oggero, essendo lei stessa un'ex insegnante di scuola superiore ed essendo la protagonista dei suoi libri una professoressa di lettere in un istituto per ragionieri. Piena di ironia e sarcasmo, la Profia (di cui non si sa il nome fino a questo momento) spiattella le sue frustazioni di insegnante alle prese con ragazzi non sempre beneducati e con genitori che l'educazione se la sono dimenticata nel momento in cui hanno messo l'aureola ai loro figli.

Il secondo motivo e' dare un'idea del modo di scrivere della Oggero.

Ma prima di andare avanti su questo punto, vediamo una piccola traccia della trama.

Un accenno di trama

E' un gennaio come tanti nella fredda Torino.

L'attenzione della nostra Profia viene attirata da Christian, un ragazzo di diciassette anni che abita nel suo stesso condominio.

E' timido e riservato, ma i suoi occhi la catturano. E per uno strano caso del destino, Christian la prende come sua confidente.

Le cose si complicano quando la sorella di Christian, Karin, appena diciottenne, scompare. Dopo qualche giorno arriva una telefonata: Karin e' stata rapita.

Le cose si complicano ulteriormente quando viene scoperto il cadavere di Gigi, fidanzato di Karin.

Chi sono i rapitori? E perche' Gigi e' stato ucciso? C'e' un collegamento tra i due fatti?

A voi scoprirlo...

Le mie considerazioni

"Una piccola bestia ferita" segue "La collega tatuata" e deve essere letto in successione per capire a fondo i personaggi della storia. Torna la Profia, con le sue paturnie da quarantenne, il marito Renzo, la figlia Livietta e la madre che abita nello stesso condominio. Nonche' il commissario Gaetano, della squadra Omicidi, che dopo un iniziale tentativo di corteggiamento alla Profia andato male, le rimane amico.

La professoressa si ritrova in mezzo alle indagini in modo quasi casuale, con l'unico scopo di aiutare Christian. O forse questa e' solo una scusa per giustificare il suo ficcare il naso intorno.

Piu' che un giallo, pero', questo libro e' un romanzo con tinte gialle. Il rapimento e l'omicidio sono fatti un po' secondari che fanno da sottofondo alla "biografia" della professoressa, personaggio sempre in primo piano per tutta la storia (a parte il finale).

E adesso torniamo al famoso secondo motivo di cui parlavo nell'introduzione, cioe' il modo di scrivere della Oggero.

E' molto particolare e potrebbe non piacere a tutti perche' necessita di una grande attenzione. Fa poco uso di virgole, soprattutto negli elenchi di cose collegate. E mischia la prima persona alla terza riferita sempre alla professoressa. Sembra quasi che si identifichi con il personaggio, cosa che non mi stupirebbe affatto, vista la professione della scrittrice e della professoressa.

Senza la giusta attenzione, si corre il rischio di confondersi parecchio.

Avevo letto "La collega tatuata" ad agosto e dopo quasi cinque mesi mi ci sono volute alcune pagine per riprendere il ritmo. Ma una volta fatto, la storia e' scorsa velocemente, nonostante la sua originalita' o forse proprio grazie a questa.

A quel punto e' stato bello riconoscere i posti descritti della "mia" Torino, i modi di essere dei suoi abitanti e i modi di dire in un piemontese leggermente diverso dal mio (il dialetto cambia a seconda delle zone in cui si vive anche se distanti pochi chilometri).

Il libro ovviamente mi e' piaciuto e lo consiglio a chi vuole scoprire la bella Torino attraverso l'ironia di una brava scrittrice piemontese.

Volevo chiudere con un altro brano del romanzo. Chi mi conosce, capira' facilmente il motivo della scelta:

"Andare in biblioteca era sempre una gioia, che cominciava gia' sul marciapiede e sulla scala d'accesso, ingombri di persone di eta' varia ma perlopiu' ragazzi con libri sotto il braccio negli zaini in borse di carta e di plastica. Speriamo che continuino a leggere, si augurava ogni volta, anche dopo le tesine e tesi per lauree e dottorati di ricerca, speriamo che non si fossilizzino su quel poco o tanto che hanno imparato, come ha fatto e continua a fare gran parte della generazione dei padri, speriamo che i libri, il conforto dei libri, gli diventi indispensabile come il dentifricio il rasoio il pettine la saponetta."

Speriamo che le sue speranze non rimangano tali ma si concretizzino!

Date anche un'occhiata agli elenchi senza virgole presenti per avere un'idea del modo di scrivere della Oggero. Interessanti, no?

Buona lettura a tutti!