Bar Sport (1976)

Il bar di Benni

Titolo: Bar Sport

Anno di pubblicazione: 1976

Edizione: Mondadori - Feltrinelli, Universale Economica n.1434

Pag.: 129

Prezzo: Euro 7.00

Finito il: 24/02/2011

Vantaggi: Raccolta di racconti ironici e demenziali. Fanno sorridere.

Svantaggi: Mi aspettavo di piu'.

Stefano Benni (Bologna 1947) e' un prolifico scrittore italiano che ho imparato a conoscere grazie ad una cara amica che qualche tempo fa mi presto' "La Compagnia dei Celestini", "L'ultima lacrima" e "Il bar sotto il mare". Questi libri mi erano piaciuti, soprattutto gli ultimi due in quanto raccolte di racconti. "La Compagnia dei Celestini" e' un romanzo lungo e, seppur divertente da leggere, aveva una storia troppo piena: c'era troppa carne al fuoco.

Memore di questi libri e sentendo questa amica decantarmi "Bar Sport", alla fine me lo sono comprato e letto.

Si tratta di un libro pubblicato per la prima volta nel lontano 1976 dalla Mondadori. Io l'ho preso nell'edizione Universale Economica Feltrinelli (a 7.00 euro).

Composto da appena 129 pagine, si legge in fretta.

Si tratta di una raccolta di racconti legati alla mitica figura del Bar Sport e ai personaggi che vi si possono incontrare, allora come oggi.

Il genere e' demeziale, con una vena ironica molto buona. E si va dalle descrizioni delle famigerate paste da bancone (monumenti storici del bar che i frequentatori abituali hanno imparato a rispettare e a starne lontano), alle partite di calcio con gli esperti, i disturbatori e i tifosi sfegatati. Non tutti i racconti sono ambientati all'interno del locale, ma sono comunque collegati ad esso grazie ai protagonisti che li animano, figure quasi leggendarie che sono entrate nella storia di un qualunque Bar Sport.

Anche se probabilmente Benni ha preso come base un bar di sua conoscenza, magari di Bologna, le storie sono state raccontate in modo tale da adattarsi a qualunque locale della stessa tipologia. In qualunque bar infatti si incontra il playboy "banfone", che racconta storie inventate di splendide conquiste in posti esotici ed esclusivi, oppure i nonni temibili per il loro carattere ben lontano dalla figura classica e buona del nonno che tutti conosciamo.

Benni ha cercato di ritrarre in questi racconti la realta' del periodo in cui sono stati scritti, ovviamente esagerandola ed esacerbandola cosi' da strappare un sorriso al lettore, ma utile a farlo riflettere e annuire. Il 1976 e' ormai lontano, i flipper sono stati sostituiti dalle macchinette del videopoker, ma l'ambiente e' rimasto lo stesso. L'animale uomo, anche al passare al tempo, non cambia la sua natura e la realta' tende a ripetersi.

Detto questo, il mio giudizio non e' cosi' positivo come puo' sembrare. A parte il fatto che mi aspettavo di piu', dopo aver sentito parlare cosi' bene di questo libro, devo confessare che qualche sorriso mi e' sfuggito: i racconti sono scritti in modo tale da spingere al sorriso. Nel complesso pero' ho apprezzato maggiormente gli altri libri di Benni che ho letto, che non questo. Alcuni racconti mi hanno lasciato indifferente, troppo grotteschi oppure strani.

Non sono dispiaciuto di aver letto il libro, ma se qualcuno mi domandasse se lo rileggerei penso che risponderei con un no. Credo ci siano libri migliori con cui passare il proprio tempo.

Concludo quindi consigliando questo libro solo agli amanti di Benni. Chi non lo conosce, forse dovrebbe partire da altri libri.

Buona lettura a tutti!