Palladion (1985)

"Theodòros égnoke tèn alétheian"

Titolo: Palladion

Anno di pubblicazione: 1985

Edizione: Mondadori

Pag.: ...

Prezzo: ...

Finito il: 14/03/2005

Vantaggi: Una storia tra passato e presente, un giallo soprannaturale iniziato 2000 anni fa.

Svantaggi: banale l'inizio e confuso e sbrigativo il finale.

E' forse il peggior libro di Manfredi che ho letto fino a questo momento (e ne ho gia' letti alcuni). Eppure la storia prometteva bene...

Inizia nell'anno 574 dalla fondazione di Roma, quando troviamo il tribuno Lucius Fonteius Hemina della terza legione "Italica" lanciato in una folle corsa per conto del Senato romano. Lo scopo: impedire al console Cnaeus Manlius Vulso di attraversare il fiume Tauro, pena grandi catastrofi su Roma promesse da una profezia. Ma il console non si ferma e rimane un solo modo per scongiurare il pericolo: porre sul Campidolio il Palladion, un'effigie della dea Athena portata a Roma da Enea in persona direttamente da Troia. Ai lati della dea devono essere poste due particolari statue, quelle di Ulisse e Diomede. Purtroppo le statue vanno perse in un naufragio e l'effigie viene rubata dal suo tempio insieme a 6 copie e nascosta da ignoti prima di venir portata a Roma.

Si salta quindi all'anno del Signore 1071, al Monastero di San Nilo di Grottaferrata, dove troviamo il monaco Theodoros di Focea, amanuense della Chiesa Ortodossa, alle prese con un testo di Polibio contraffatto senza una ragione apparente. Testardamente riesce a trovare il testo originale e a nasconderlo dopo aver compreso il motivo della contraffazione. Lascia un messaggio criptico nel testo contraffatto (quello del titolo, che significa "Theodoros sapeva la verita'"), quindi muore. Aveva solo trentaquattro anni (questo e' un punto importante della storia).

L'azione infine si sposta ai giorni nostri dove il professor Emilio Quintavalle scopre quella che dagli antichi romani era considerata la tomba dell'eroe Enea. Nelle vicinanze trova interrate sette statue raffiguranti la dea Athena. Alla sua ricerca si associa anche Fabio Ottaviani, dottore del Dipartimento di antichita' classiche e storia antica dell'Universita' San Carlo Borromeo di Pavia. E sulle loro tracce si mette infine un gruppo di gente molto pericolosa che non esita ad uccidere per raggiungere i propri scopi.

Vi ho abbastanza confusi? Spero di no, ma lascio a voi continuare la storia, che inizialmente risulta abbastanza banale.

L'inizio ha il sapore del "gia' letto" ed io ero nella trepidante attesa della svolta che renda originale la storia. Ovviamente c'e' una donna, Elizabeth Allen, archeologa americana, ovviamente bellissima e misteriosa.

Finalmente la svolta arriva: ad un certo punto qualcosa di originale capita e mi sono sentito felice di continuare la lettura.

Purtroppo il finale lascia molto a desiderare: troppo confuso, manca una soluzione logica e si trovano invece errori temporali grossolani. Sembra quasi che l'autore abbia fretta di concludere, di passare ad altro e lascia molto cose insolute.

Nel complesso, Manfredi poteva dare molto di piu' su una storia che prometteva grandi cose. Una promessa mancata e una delusione che spero non si ripeta negli altri suoi libri che ancora devo leggere.