Niente di vero tranne gli occhi (2004)

Il killer dei fumetti

Titolo: Niente di vero tranne gli occhi

Anno di pubblicazione: 2004

Edizione: Baldini Castoldi Dalai (Supernani n.67)

Pag.: 496

Prezzo: Euro 8.90

Finito il: 20/04/2007

Vantaggi: Un buon thriller ottimamente scritto da un bravo narratore

Svantaggi: Un particolare inverosimile che non intacca il piacere di leggere

Nel 2002 l'Italia ha assistito alla nascita improvvisa di un bravo scrittore di thriller.

Con "Io uccido" Giorgio Faletti si e' rivelato al mondo per il suo eccellente modo di scrivere.

A causa del suo passato di comico, attore e, in piccola parte, anche di cantante, questa svolta inaspettata della sua carriera inizialmente mi ha convinto poco. Ci ho messo un po' prima di leggere il suo libro pensando che si trattasse solo dell'ennesima bufala letteraria come capita spesso con questi attori e comici che si vogliono improvvisare scrittori, troppo spesso per mera smania di grandezza, ancor piu' se si buttano in un genere che e' completamente slegato dalla loro apparente natura e formazione.

E invece mi sono dovuto ricredere, cospargendomi il capo di cenere, e accettare e riconoscere il notevole talento di Faletti.

Certo "Io uccido" non e' il miglior libro del mondo, ma si e' rivelato comunque un buon thriller, degno di nota e pronto, secondo me, per essere portato sul grande schermo, cosa che pero' stranamente non e' ancora successo.

Ma dopo questo lungo preambolo e' tempo di passare al vero protagonista di questa recensione, "Niente di vero tranne gli occhi", secondo libro di Faletti uscito nel 2004 edito dalla Baldini Castoldi Dalai e che solo adesso e' riuscito ad attirare la mia attenzione. Da tempo si trovava nella mia libreria ma mi lasciava in dubbio la sua lettura: avevo sentito pareri contrastanti sulla storia creata da Faletti e apparentemente non all'altezza del suo primo successo letterario.

L'unico modo per tacitare tali dubbi era verificare di persona, e cosi' ho finalmente fatto.

"Niente di vero tranne gli occhi" ha due protagonisti principali: Jordan Marsalis e Maureen Martini.

Jordan e' un uomo di 37 anni, 1.86 metri di altezza, capelli brizzolati, fisico atletico. Guida una Ducati 999 e abita a New York. E' un ex tenente di polizia che ha abbandonato il servizio per motivi di famiglia (che lascio a voi scoprire) e che proprio il giorno in cui sta per partire per un viaggio senza meta in giro per l'America con la sua amata moto viene chiamato dal fratello Chris per occuparsi di un caso importante: suo nipote Gerald, figlio di Chris, e' stato assassinato. E Chris chiede il suo aiuto ben conoscendo il suo valore come investigatore, ancor piu' trattandosi di una faccenda che riguarda la loro famiglia. La sua collaborazione non sara' ufficiale, ma puo' contare su tutto l'aiuto che potra' servirgli: Chris infatti e' il sindaco di New York e usera' tutto il suo potere per facilitargli l'indagine su Gerald.

Gerry, l'assassinato, era un pittore di grido che viveva all'estremo: droga, alcool, depravazione. Ed era in pessimi rapporti con l'importante genitore e il resto della famiglia. Il suo corpo e' stato ritrovato ricomposto in modo tale da ricordare Linus, il personaggio dei Peanuts che va sempre in giro con la sua copertina. L'opera sembra quella di un serial killer che non intende fermarsi, visto che vicino al corpo viene trovato un indizio che indica come prossima vittima Lucy, un altro dei personaggi principali di Charles Schulz.

Jordan, affiancato dal detective Burroni della polizia di New York, inizia ad indagare. Ma gli indizi sono davvero pochi e le indagini non sembrano approdare a nulla di veramente utile.

Maureen Martini e' un commissario della Polizia di Stato italiana. Ha 29 anni, 1.72 metri di altezza, capelli e occhi neri e guida una Porsche Boxster per le strade della citta' in cui vive quasi da sempre, Roma. E' figlia del proprietario di un famoso ristorante della capitale italiana, con una filiale gia' aperta a New York e un'altra in procinto di aprire in Giappone. E' anche figlia di Mary Ann Levallier, una brava e importante avvocatessa di New York dal carattere duro e distaccato. I genitori sono separati da tempo e vivono ognuno nella propria citta' d'origine e Maureen, a dispetto delle aspettative della madre, e' diventata poliziotta. Una poliziotta che al momento e' sotto inchiesta per aver ucciso un criminale albanese durante un'operazione di polizia. Ad un concerto Maureen conosce Connor Slave, grande cantautore e musicista, con il quale instaura una profonda relazione che viene purtroppo interrotta bruscamente quando Connor viene ucciso dal fratello dell'albanese morto per colpa di Maureen. Questa viene anche violentata e picchiata, perdendo cosi' la vista.

Cosa collega queste due persone cosi' lontane tra loro?

Non voglio rivelarvelo. Anch'io me lo sono chiesto mentre leggevo il libro e voglio lasciare a voi lo stesso piacere che ho provato io nello scoprirlo per conto mio.

Per quanto riguarda la trama non voglio aggiungere altro: ogni traccia in piu' rovinerebbe il piacere di scoprirne il proseguimento.

Io posso solo dire che nonostante tutti i pareri non del tutto positivi su questo libro letti e sentiti da piu' parti, sono contento di averlo letto e devo affermare che mi e' piaciuto. C'e' un piccolo particolare nella storia indispensabile a far incrociare le vite di Maureen e Jordan che non mi ha convinto molto per la sua poca verosimilianza. Come "scienziato" mi sembra un po' tirato per i capelli, soprattutto perche' e' di una importanza assoluta per il proseguo della storia. Ma come lettore posso anche accettarlo, quindi l'ho inserito come svantaggio, anche se e' talmente lieve da non intaccare la bonta' del libro.

E soprattutto non intacca la grande capacita' narrativa di Faletti, che riesce a creare con le parole delle vere poesie in prosa.

"Il colore dei suoi occhi era il tesoro scintillante dei pirati, era l'ombra cangiante delle nubi al vento su un campo di grano, era avere di fronte qualcosa che, prima d'ora, nemmeno sapeva fosse possibile sognare.

Era sentirsi stupito mentre si lasciava attraversare da questi pensieri."

sono le parole usate da Jordan per descrivere gli occhi di Lysa, un altro personaggio del libro.

Quale ragazza non vorrebbe sentire descrivere i suoi occhi in questo modo? E quale uomo non vorrebbe riuscire a trovare parole simili per descrivere gli occhi della ragazza per lui piu' importante?

C'e' poi un altro pensiero che mi ha colpito:

"[...] Raramente la bellezza e' sinonimo di carattere. Il carattere deriva dalla sofferenza, e una persona bella di solito non ha mai dovuto faticare per conquistare niente, perche' trova sempre un sacco di altre persone disposte a farsi in quattro pur di regalarglielo. Questo valeva per gli uomini e per le donne."

E' un pensiero che puo' valere in tanti casi, ma che ho trovato comunque sbagliato e ingiusto. La bellezza puo' essere un'arma a doppio taglio perche' se da una parte spalanca tante porte, puo' anche generare pregiudizi incredibili e a volte insostenibili. Troppa gente, se ha modo di conoscere una persona bella, tende a non scendere in profondita', a limitarsi ad ammirare la superficie tralasciando la bellezza interiore che spesso supera di gran lunga quella esteriore.

Mi sono voluto segnare questa frase perche' e' una cosa di cui si lamentava una mia amica un po' di tempo fa: troppi la giudicano bella e stupida, senza preoccuparsi se effettivamente lo e'. Secondo me, lei stupida non e' e se si ha la voglia di scoprire cosa si nasconde nel suo cuore, nella sua mente e nella sua anima, ci si stupira' di quanto la bellezza esterna sia poca cosa in confronto a tutto questo.

Invece:

"Il sognatore costruisce castelli in aria, il pazzo ci abita e lo psichiatra riscuote l'affitto."

mi sembra molto azzeccata per la sua semplice logica. Per fortuna io sono un sognatore, con tutti i castelli che costruisco solitamente. Per fortuna non sono cosi' pazzo da credere di poterci abitare. Diciamo che qualche volta sono un pazzo in affitto perche' ci vado ad abitare per un po' per sfuggire alla durezza della realta', ma poi torno perche' e' da questa parte che la vita deve essere vissuta.

Ed ora un piccolo enigma:

"Qualcuno ha posto gli esseri umani davanti al dubbio fra essere e non essere, qualcun altro davanti alla scelta tra essere e avere. Io, in questo momento, l'unica cosa che desidero e' soltanto capire."

dice Jordan. A chi si riferisce nella prima frase? Il primo e' facile, il secondo un po' meno, ma penso di averlo individuato. A voi rispondere. Ma vi avverto, nel libro non viene detto.

E con questo indovinello chiudo.

A me il libro e' piaciuto e lo consiglio agli appassionati di thriller che, secondo me, riusciranno ad apprezzarlo. Non e' necessario leggere prima "Io uccido" perche' si tratta di libri completamente indipendenti tra loro. Per quanto mi riguarda, sto aspettando che esca in tascabile il terzo libro di Faletti, "Fuori da un evidente destino", per poter assaporare nuovamente il suo talento narrativo.

Buona lettura a tutti!