Il brigante (2006)

Quattro vite. Piu' una.

Gia' pubblicato in: http://www.ciao.it/Il_brigante_Marco_Vichi__Opinione_1274494

Titolo: Il brigante

Anno di pubblicazione: 2006

Edizione: TEA / Guanda

Pag.: 175

Prezzo: 8.00

Finito il: 15/03/2011

Vantaggi: Buon romanzo storico ben scritto con due finali

Svantaggi: Mi e' rimasto un dubbio alla fine

Ho conosciuto Marco Vichi nel 2007 leggendo il suo "Il commissario Bordelli", il primo della serie con protagonista lo stesso Bordelli. Pur essendo un bel libro, non ho letto altro di Vichi fino a questo momento e ho ricominciato da un libro indipendente e di genere completamente diverso, intitolato "Il brigante" e scritto nel 2006. Edito inizialmente dalla Guanda, io ho letto la versione TEA (venduto a 8.00 euro).

Marco Vichi e' nato nel 1957 a Firenze, dov'era ambientato il libro su Bordelli. E nei dintorni di Firenze e' ambientato anche "Il brigante", anche se in un tempo completamente diverso.

Prima di andare avanti vediamo di cosa parla.

Un accenno di trama

Secolo XVIII, centro Italia.

Una notte buia e temporalesca cala sui monti dell'Appennino pistoiese. Un cacciatore e' alla ricerca di un rifugio dove passare la notte e trova "Il Tasso Morto", una taverna. Al suo interno, oltre all'oste, ci sono tre uomini intenti a bere seduti intorno ad un lungo tavolo. Un quarto e' sdraiato su una panca vicino al fuoco, apparentemente addormentato.

Quando l'oste, servito il nuovo arrivato, va a dormire, l'ambiente diventa piu' intimo e adatto a raccontare storie.

Uno per uno, i quattro uomini narrano la loro storia, lanciando ogni tanto un'occhiata carica di apprensione al tipo addormentato. Si tratta infatti del famigerato Frate Capestro, un brigante dalla ferocia e dall'astuzia ormai leggendaria.

Stara' davvero dormendo?

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Come si puo' dedurre dalla trama, "Il brigante" e' un romanzo storico. In pratica si tratta di una raccolta di racconti, seppur inseriti in un canovaccio che li lega tra loro.

Formato da appena 175 pagine, questo libro si legge velocemente.

Ma si legge velocemente anche grazie alla capacita' di scrivere di Vichi. La storia risulta scorrevole e ha il sapore delle storie raccontate intorno al fuoco, proprio come succedeva ancora all'inizio del secolo scorso, quando in campagna c'era l'abitudine di riunirsi per passare le serata in faccende leggere, bevute tranquille e racconti di vita. Ora questa bella abitudine e' andata persa, sostituita dalla televisione che rende le serate piu' solitarie e sonnecchiose, o dal caotico mondo di pub, discoteche e bar, dove ci si riunisce con intenti diversi celando pero' la stessa solitudine d'animo delle serate davanti alla tv. Il mondo ha perso il calore dei cantastorie e della condivisione.

Scusate questa digressione, semplici riflessioni scaturite dalla lettura di libri come quello di Vichi.

Tornando all'argomento principale, "Il brigante" e' scritto bene e nell'edizione TEA ha una caratteristica in piu': ben due finali. Il primo segue la storia. Il secondo e' aggiunto come appendice al libro, ed e' quello originale, pubblicato nell'edizione Guanda del 2006.

E' preceduto da una nota dell'autore, che ho trovato interessante. In particolare Vichi scrive:

"[...] scrivere romanzi e racconti non sia altro che portare alla luce storie che in qualche zona misteriosa esistono gia'. Lo scrittore e' una specie di archeologo che scava nel terreno per dissotterrare frammenti di reperti antichi. Poi li porta in laboratorio e cerca di rimetterli insieme, di ripulirli, di ricostruire l'opera per restituirle il piu' possibile il suo aspetto originario"

aggiungendo che la storia del brigante e' nata gia' cosi', con due finali. Possibile?

L'idea non e' male e si ritrova anche nella filosofia di certi scultori che trovano le loro opere gia' nella pietra scelta, basta togliere il materiale di troppo per portarle alla luce.

Comunque entrambi i finali si legano bene, il piu' vecchio un po' piu' sanguinario, il piu' giovane un po' piu' tranquillo, in tono con il resto del romanzo. Entrambi pero' mi hanno lasciato un dubbio su uno paio di personaggi della storia, dubbio che non posso svelare per non rovinare la lettura del libro.

Concludo quindi consigliando la lettura de' "Il brigante" agli amanti dei racconti storici con sapori malinconici da storie intorno al fuoco.

Buona lettura a tutti!