La svastica sul sole (1962)

E se avessero vinto gli altri?

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Titolo italiano: La svastica sul sole

Titolo originale: The Man in the High Castle

Anno di pubblicazione: 1962

Edizione: Fanucci (1997-2008)

Pag.: 302

Prezzo: Euro 4.90

Finito il: 17/11/2011

Vantaggi: Buon romanzo di fantascienza, con personaggi molto approfonditi

Svantaggi: Forse troppo cervellotico in certi brani, non mi e' piaciuto il finale

Philip K. Dick (1928-1982) ha un buon curriculum come scrittore di fantascienza. Il suo primo romanzo ha visto la luce nel 1955 con il titolo "Lotteria dello spazio". E tanti altri lo hanno seguito.

Tra questi non deve essere dimenticato "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?". Titolo strano. Qualcuno ne ha mai sentito parlare? E se vi dicessi che da questo libro e' stato tratto il film "Blade Runner" di Ridley Scott le cose cambierebbero? Sicuramente si, e non e' il solo film che ha tratto origine dai suoi libri ("Minority Report", "Screamers - Urla dallo spazio", "Paycheck", "Next" o il piu' recente "I guardiani del destino").

Tranquilli, non vi sto sgridando. Anch'io fino a pochi giorni fa non sapevo cos'avesse scritto Dick. Anzi, per me P.K.Dick era solo uno scrittore tra tanti i cui libri vedevo ogni tanto nelle librerie. Non ho mai letto nulla di suo, fino ad ora, quando mi e' capitato tra le mani "La svastica sul sole" (titolo originale "The Man in the High Castle") scritto nel 1962 e pubblicato dalla Fanucci in Italia a partire dal 1997.

Ultimamente la Fanucci ha iniziato a ripubblicare in un formato accattivante e a prezzi bassi le opere di Dick. Questo e la lettura della trama sulla quarta di copertina mi hanno spinto a leggere questo libro.

Un accenno di trama

1962, Stati Uniti.

Il mondo ha preso un assetto completamente diverso rispetto a come lo conosciamo noi.

I tedeschi e i giapponesi, con gli italiani a rimorchio, hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale.

Gli Stati Uniti sono stati divisi in due parti, una sotto il controllo giapponese e l'altra sotto il controllo tedesco. I campi di sterminio continuano ad esistere e gli ebrei sono criminali continuamente braccati, almeno nella parte tedesca. I giapponesi hanno leggi meno severe e risultano piu' tolleranti.

In questa realta' alternativa seguiamo la vita di diversi personaggi.

C'e' Childan, proprietario di un negozio specializzato nel trattare oggetti legati alla storia americana, molto ricercati dai giapponesi.

C'e' Frank Frink, un ebreo che lavora metalli e altri materiali e che insieme ad un collega da' l'avvio ad una nuova attivita' per la produzione di gioielli.

C'e' Tagomi, funzionario giapponese di notevole importanza, appassionato cliente di Childan e alle prese con un nuovo cliente dai comportamenti misteriosi.

C'e' Juliana, ex moglie di Frink, che si ritrova con un nuovo compagno e dovra' prendere decisioni drastiche.

E in mezzo a tanti altri compare un libro proibito che racconta una storia diversa da quella che tutti conoscono. E c'e' I Ching, l'oracolo della saggezza cinese, cui quasi tutti si affidano per conoscere il futuro e prendere decisioni.

A voi scoprire come tutte queste vite si incroceranno...

Le mie considerazioni

Diro' subito che la fantascienza non e' tra i miei generi preferiti. Forse e' per questo che il nome di Dick mi diceva ben poco, nonostante tutti i libri che ha scritto.

Diro' anche che il libro inizia con una Introduzione di Carlo Pagetti che ho iniziato a leggere e poi ho tagliato: troppo seria per un viaggio in treno. Ho letto invece la Postfazione di Luigi Bruti Liberati, che mi e' risultata piu' interessante (ed e' anche piu' breve dell'Introduzione). Quindi posso solo consigliare di leggere quest'ultima. Sulla prima decidete voi, magari e' piu' istruttiva e a qualcuno veramente appassionato di questo genere puo' interessare.

Tornando alla storia, che e' addirittura piu' vecchia di me, posso dire che e' ben scritta. Dick usa bene le parole per imbastire la sua trama e approfondire i vari personaggi. In molti punti pero' l'ho trovato un po' troppo cervellotico, troppo intento a voler cercare ed esprimere qualcosa che francamente non sono riuscito a cogliere. Per non parlare del finale.

Leggendo il riassunto della trama mi e' tornato in mente "Fatherland" di Robert Harris, ambientato nello stesso periodo e con un'idea simile sui vincitori della Seconda Guerra Mondiale. Ma ho un ricordo migliore del libro di Harris rispetto a questo. Il finale mi ha lasciato un po'... orfano. Mi aspettavo qualcosa di piu' definitivo e invece mi ha spiazzato.

Questo comunque non mi impedira' di riprovare a leggere almeno un altro libro di Dick: bisogna sempre dare una seconda possibilita' agli scrittori appena conosciuti. Per di piu' mi sono piaciuti i suoi personaggi, soprattutto quelli legati al mondo giapponese, come Tagomi (dalla parte dei vincitori) e Childan (dalla parte dei vinti): il primo per il senso fatalistico e il mondo che si porta sulle spalle; il secondo per la sua ricerca di entrare in contatto con un mondo che non capisce a fondo e per la vittoria della propria anima orgogliosa.

Interessante la predilezione di Dick verso l'Oriente che lo porta a rendere i vincitori giapponesi piu' umani e tolleranti dei tedeschi, distruttivi e auto-distruttivi verso tutto e tutti. Per fortuna la Storia e' andata diversamente.

Concludo consigliando questo libro agli appassionati di fantascienza, anche se probabilmente questi l'avranno gia' letto. Per tutti gli altri, potrebbe essere un punto di vista interessante e magari riusciranno a capire cio' che invece io mi sono perso.

Buona lettura a tutti!