Gli occhi della paura (2003)

19 passi nel mistero

Titolo italiano: Gli occhi della paura

Titolo originale: The Best American Mystery Stories 2003

Anno di pubblicazione: 2003

Edizione: PiEmme

Pag.: 347 + biografie

Prezzo: Euro 5.90

Finito il: 08/11/2005

Vantaggi: Una raccolta di racconti di genere mistery con qualche approccio originale e autori sconosciuti

Svantaggi: I racconti piu' originali sono i piu' difficili da leggere e per me da accettare

"Perche' amo i racconti? Per la velocita'. I racconti sono come un'auto decappottabile: sono smilzi, scattanti e aderiscono bene al terreno. Trattano temi importanti o minimali, ma lo fanno in modo conciso. Abbassate le capote e lanciatevi lungo le curve"

Queste sono le parole di Michael Connelly riportate sul retro di copertina di questo libro da lui presentato e curato.

Ma non lasciatevi ingannare: lui ha scelto i 19 racconti che formano questa raccolta ma nessuno di questi e' suo. In questo libro, ha scritto solo l'introduzione, che puo' essere riassunta dalle parole citate sopra.

Francamente, a parte qualche caso sporadico, sono rimasto un po' deluso da questa sua scelta.

Il lavoro non deve essere stato semplice visto che da una cinquantina di racconti si e' arrivati a 19. Inoltre la scelta non si e' limitata ad una mera lettura del titolo o del nome dell'autore, anche perche' praticamente tutti risultano a me sconosciuti. Si salva George P. Pelecanos di cui ho gia' letto (e recensito) un libro in passato ("Angeli neri"), ma gli altri nomi li sento forse per la prima volta (il che in definitiva non significa niente, forse si tratta solo di una mia ignoranza). In ogni caso al fondo del libro sono riportate brevi biografie degli scrittori e scrittrici, decisamente utili per saperne qualcosina in piu'.

Poi ci sono i titoli stravaganti come "Da Abaco ad Azteco" di Christopher Chambers o "Delinquentare: significato e (de)costruzione del se'" di Tyler Ditts che di mistery apparentemente sembrano contenere ben poco. Eppure il genere e' questo: il primo racconta un crimine generato da un fraintendimento, mentre il secondo riguarda la riscossione di un debito. Ma mentre il primo si salva ottenendo un giudizio appena sufficiente, del secondo avrei fatto volentieri a meno: il protagonista della storia si da' arie da filosofo mentre svolge il suo lavoro di riscossore di debiti e la trama di per se' non vale molto. In piu' lo scrittore ha inserito corpose note a pie' pagina che rendono la lettura ancora piu' ostica, senza per altro aggiungere alcunche' di utile. E infatti ad un certo punto le ho ignorate bellamente senza sentirne troppo la mancanza.

In ogni caso gli argomenti spaziano in tantissimi campi: omicidio, rapimento, vendetta, rapine, furti.

Alcune volte non viene nemmeno data la soluzione del caso. Prendiamo l'esempio de "Il cranio" di Joyce Carol Oates, dove ci viene presentato in tutti i piu' piccoli aspetti Kyle Cassity, scultore e criminologo esperto nella ricostruzione di crani, in questo caso si tratta del cranio di una ragazza scomparsa. Be', il crimine e' un fatto secondario e il racconto e' quasi una biografia. L'avrei accettata meglio se il protagonista fosse legato ad una serie. In questo caso sarebbe stata utile per conoscerlo un po' meglio. Ma cosi' slegato e' solo un personaggio in cerca di un pubblico al quale purtroppo ha tanto da offrire ma non lo fa. La sua professione e' affascinante, i suoi lati oscuri interessanti da un punto di vista psicologico, ma ad un certo punto mi sono chiesto dove si voleva andare a parare. Ho anche pensato che alla fine fosse lui il colpevole dell'omicidio ma sono rimasto deluso.

Il racconto di Pelecanos invece e' decisamente su un altro livello. S'intitola "Gli occhi della paura" (ma non penso sia necessariamente da qui che prende origine il titolo del libro... o forse si?) e parla di due omicidi, il primo a tradimento, il secondo per vendetta. Scritto in prima persona, Pelecanos riesce a farci conoscere il protagonista, Vasili, un greco appena giunto negli Stati Uniti, dal carattere duro ma con un suo codice di comportamento.

Quello che invece mi e' piaciuto maggiormente e' "L'avventura dell'attrice inquieta" di Daniel Stashower, che piu' classico non potrebbe essere: si tratta di un'indagine alla Sherlock Holmes, personaggio che tra i classici io adoro, insieme a Poirot. In verita' il protagonista e' un attore da teatro che, guarda caso, impersona il grande Holmes in una commedia e ne deve vestire i panni per scoprire il colpevole del furto di una spilla. Al suo fianco c'e' come assistente l'attore che impersona Watson. Anche se il finale non e' originalissimo, e' stato quasi come ritrovare un vecchio amico ed e' questo che mi ha conquistato.

Non vi dico altro: i racconti sono abbastanza brevi e parlarne svelerebbe troppo della loro trama.

Quello che invece posso dirvi e' che dovete stare lontani da questa raccolta se non siete amanti dei racconti e del genere mistery: solo in questo caso il libro puo' risultare interessante dando anche la possibilita' di scoprire nuovi talenti.

E gli altri lettori? Be', il mondo e' pieno di libri che possono tener loro una migliore compagnia.

Buona lettura a tutti!