Fiume nero (2002)

L'onore sopra tutto

Titolo italiano: Fiume nero

Titolo originale: Black River

Anno di pubblicazione: 2002

Edizione: PiEmme - I Maestri del Thriller n.38

Pag.: 314

Prezzo: Euro.5.90

Finito il: 09/08/2008

Vantaggi: Un buon giallo scritto bene, con molti dialoghi. Interessante protagonista.

Svantaggi: Per chi non ama le americanate.

Dopo "La furia", eccoci al secondo romanzo della serie sul giornalista/scrittore Frank Corso scritta da G.M. Ford. Si intitola "Fiume nero", ma come spesso succede, sarebbe stato preferibile mantenere il titolo originale, "Black River", perche' ha un suo significato particolare. Nella traduzione si perde parecchio. Ma qui si ritorna alla vecchia critica che continuo a fare agli editori italiani, fissati con la traduzione dei titoli dei libri stranieri.

Per fortuna, almeno l'ordine di uscita dei libri della serie e' stata fino a questo momento rispettata. E non e' poca cosa!

A parte questo, vediamo di cosa parla.

Un accenno di trama

A Seattle, nello stato di Washington, sta per essere celebrato un nuovo processo per un crimine incredibile: dopo una scossa leggera di terremoto, un'intera ala di un nuovo ospedale crolla provocando sessantre vittime, tra cui quarantun bambini.

L'imputato e' Nicholas Balagula, boss della mafia russa implicato in appalti truccati e costruzioni fatte con materiale scadente.

Sono gia' stati celebrati altri processi, ma si sono risolti tutti con la morte di testimoni chiave e corruzione della giuria.

Questa volta, pero', le cose potrebbero andare diversamente. O almeno e' quello che spera il giovane e rampante procuratore assegnato al caso.

Il processo e' celebrato a porte chiuse. Unico spettatore e' Frank Corso, giornalista del "Seattle Sun" e scrittore di successo, dal passato non proprio limpido. Ma i suoi libri hanno fruttato parecchio e gli hanno permesso di vivere senza problemi.

Contemporaneamente, Meg Dougherty viene coinvolta in un grave incidente automobilistico. Testimone involontaria di un regolamento di conti, durante la fuga Meg va a sbattere contro un camion e finisce all'ospedale. I killer devono eliminare la testimone ma non tengono conto del fatto che Meg e' una cara amica di Corso, il quale si butta nella mischia per salvarle la vita e scoprire cosa si nasconde dietro la faccenda.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

A differenza de "La furia", questo secondo romanzo non svela nell'inizio parte del suo finale.

E questo mi e' piaciuto, oltre al fatto che Ford riesce ad essere molto adrenalinico nel suo modo di raccontare. Non ci sono lunghi momenti di pausa. E i pochi vengono comunque stemperati nei dialoghi e negli scambi di battute tra i protagonisti.

Il lettore non ha il tempo di annoiarsi, prova ne e' il fatto che in un paio di giorni sono riuscito a leggere il libro di 314 pagine.

Una parte del merito va anche al protagonista, Frank Corso, il cui carattere mi ricorda un po' altri personaggi letterari americani, tra i quali Harry Bosch di Michael Connelly o Patrick Kenzie di Dennis Lehane. Corso ha forse meno scrupoli e non esita ad uccidere per proteggere i suoi cari. Inoltre ha una carica di cinismo notevole. Una prova?

"...Madre Teresa [di Calcutta, NdR] ha fatto cio' che era meglio per lei. Forse, rispetto a noi, aveva una visione piu' ampia del mondo. Forse la compassione le addolciva la vita. Comunque aveva il suo tornaconto."

Per Corso gli eroi non hanno alcun merito, semplicemente perche' essere eroi era la "cosa piu' semplice. [...] perche' una voce interiore aveva loro sussurrato che non sarebbero piu' stati in grado di convivere con se stessi se non avessero agito in quel modo."

Cinico o realistico?

Francamente, spesso i due termini sono interscambiabili.

Io, forse perche' ho una visione piu' romantica del mondo e degli esseri umani (rimango spesso deluso dall'uno e dagli altri, ma continuo a sperare e forse ad illudermi), preferisco che gli eroi si comportino cosi' per un fine piu' grande.

Tralasciando queste considerazioni, torniamo al libro, che risulta ben scritto. La trama ha qualche sorpresa qui e la'. Forse il finale e' un po' prevedibile, ma comunque accettabile.

Concludendo, consiglio questo libro agli amanti del thriller americano. Magari non e' uno dei libri piu' profondi mai scritti, ma e' perfetto come lettura "estiva" o di viaggio, cioe' scorrevole e senza troppi pensieri.

Buona lettura a tutti!