Il centurione di Augusto (2005)

Imboscata in Germania

Titolo: Il centurione di Augusto

Anno di pubblicazione: 2005

Edizione: PiEmme

Pag.: 223

Prezzo: Euro 5.90

Finito il: 03/03/2008

Vantaggi: Una buona ricostruzione storico con personaggi interessanti ai tempi dell'impero romano.

Svantaggi: Trama breve e molto descrittiva.

L'autore

Guido Cervo insegna diritto a Bergamo, dove vive. Da sempre la storia lo affascina, soprattutto quella romana. Ed e' da questa passione che nascono i suoi romanzi, tutti (almeno quelli letti fino ad ora) ambientati nella Germania della dominazione romana.

Perche' questa scelta?

Da varie note allegate ai libri che ho letto, credo sia dovuta alla mancanza di precise notizie relative alle conquiste e alla permanenza romana a nord dell'Italia. Tale mancanza permette di creare situazioni e personaggi verosimili senza rischiare di intaccare cio' che si conosce della storia in quelle regioni. Ma tutto questo e' fatto nel piu' rigoroso rispetto dei dati e del contesto storico.

Leggendo i suoi romanzi si evince uno studio profondo di fondo, per inserire le storie di Cervo all'interno di un contesto storico interessante e pieno di fascino.

Tra i suoi romanzi, ho letto "Il legato romano", "La legione invincibile" e "L'onore di Roma", tutti facenti parte di una serie legata al personaggio del legato Valerio Metronio Stabiano, comandante della Ventiduesima Legione Primigenia di stanza a Mogontiacum (l'attuale Magonza).

"Il centurione di Roma" si discosta da questa serie con personaggi completamente nuovi e quindi non serve leggere i precedenti per capirne personaggi e situazioni.

Un accenno di trama

Autunno dell'anno 9 d.C..

Il centurione Decio Murrio Calidio sta procedendo insieme alla Diciannovesima legione a cui appartiene nel trasferimento per raggiungere Alisone, sede dei quartieri invernali.

Agli ordini del generale Publio Quintilio Varo, le legioni Diciassettesima, Diciottesima e Diciannovesima cadono in una imboscata e subiscono pesanti perdite: gli assalitori barbari della Germania hanno vita facile in un territorio boscoso e stretto come quello della strada seguita dai romani, che non consente a questi ultimi di schierarsi nelle formazioni a loro piu' congeniali. Queste su un terreno pianeggiante risulterebbero mortali per i nemici, ma schiacciate tra gli alberi diventano quasi inutili.

Calidio riesce a sfuggire alla morte per pura fortuna e insieme ad uno sparuto gruppetto di compagni (sia militari che civili) cerca di raggiungere le rive del Reno e da li' la fortificazione romana piu' vicina.

In un territorio pieno di pericoli, circondati dai nemici, Calidio e il suo gruppo deve fare grande attenzione.

Riuscira' a salvarsi?

Le mie considerazioni

"Il centurione di Augusto" e' un romanzo molto breve. Consta infatti solo di 223 pagine, contando anche la nota conclusiva dell'autore, e si legge quindi abbastanza velocemente.

Come dicevo sopra, non necessita della lettura dei libri precedenti di Guido Cervo perche' e' ambientato piu' di due secoli prima della serie dedicata al legato Valerio Metronio Stabiano. Ma forse nei romanzi precedenti c'era una descrizione piu' accurata delle usanze e della struttura dell'esercito romano durante la conquista della Germania e cio' puo' risultare utile per capire meglio l'ambientazione.

La storia non ha grandi sorprese e si svolge nell'arco di pochi giorni. Ma quel che Cervo, secondo me, vuole mettere in evidenza e' la psicologia dei personaggi, soprattutto del protagonista Calidio, combattutto tra il salvare il suo onore di soldato e quindi morire al fianco dei tanti compagni caduti durante la battaglia, e il salvare la vita ai civili che lo accompagnano.

La morte non ha molta importanza per Calidio e per i suoi soldati, che hanno gia' combattuto tante altre volte, sfiorandola piu' volte. La morte puo' essere infatti una liberazione da una vita piena di pericoli. Certo, si perde la possibilita' di rivedere i famigliari (Calidio ha una figlia adolescente che lo aspetta in Campania e che lo conosce appena), ma morire con onore significa essere ricordato dalle generazioni future con rispetto e per un soldato di Roma questo e' molto importante.

Il romanzo mi e' piaciuto, anche se io di solito non apprezzo molto le parti descrittive. Ma qui sono necessarie per spiegare il contesto e l'ambientazione. Non troviamo scambi di battute argute e ironiche, i dialoghi sono ridotti all'essenziale. Si preferisce raccontare cio' che si sviluppa nell'anima dei personaggi, soprattutto quelli romani.

Concludendo, consiglio questo libro agli appassionati di storia, in particolare di quella romana, ma fuori dal contesto patinato della capitale e immerso invece nella vita piu' difficile delle colonie lontane, poste ai margini dell'impero.

Buona lettura a tutti!