L'aiuto (2009)

Aliti di liberta'

Titolo italiano: L'aiuto

Titolo originale: The Help

Anno di pubblicazione: 2009

Edizione: Mondadori (2009)

Pag.: 526

Prezzo: Euro 10.80

Finito il: 28/04/2013

Vantaggi: Romanzo ben ambientato, ottimamente scritto e trama coinvolgente

Svantaggi: Assolutamente nessuno

Come ho gia' avuto modo di dire spesso in passato, una delle mie regole e' di vedere un film solo dopo aver letto il libro da cui e' tratto. A questa regola ogni tanto faccio delle eccezioni, come e' successo in questo caso. Alcune volte ci guadagno, altre ci perdo.

Ma andiamo con ordine.

Diversi mesi fa mi e' capitato tra le mani il DVD intitolato "The Help" con copertina a sfondo gialla e quattro donne in primo piano a figura intera: due, bianche, sedute su una panchina, una snob e una dallo sguardo limpido e diretto; due, nere, in piedi, vestite da domestica, una con il viso serio e l'altra con un sorriso appena accennato. Lo stile dei vestiti e' anni Sessanta.

Regia di Tate Taylor, il film e' uscito nel 2012, e ha vinto l'Oscar per la miglior attrice non protagonista.

In basso la copertina riporta la scritta "Tratto dal best seller mondiale di Kathryn Stockett".

L'ho visto: dura 146 minuti, ma sono stati 146 minuti assolutamente ben spesi, tanto che ne ho gia' spesi altri 146 per vederlo una seconda volta. Mi ha conquistato per la sua semplicita', gli ottimi attori (nessuno particolarmente conosciuto tra i protagonisti e qualche caratterista noto in sottofondo), l'ottima regia e la splendida storia (divertente e drammatica in egual misura) che me l'ha fatto mettere allo stesso livello di un altro dei miei film preferiti, "A spasso con Daisy". E si somigliano anche per l'argomento. A Natale ho cercato il libro di Kathryn Stockett e ho trovato la versione tascabile della Mondadori stampata prima dell'uscita del film. Il libro riportava come titolo "L'aiuto" e aveva una copertina semplice, con una cameriera di colore intenta a parlare al telefono. Secondo me e' una copertina molto piu' azzeccatta di quella del film, che ha portato alla ristampa del libro con gli stessi colori. Prima di accennare la trama, diamo un'occhiata veloce alla biografia dell'autrice. Kathryn Stockett e' laureata in letteratura. Nata e cresciuta a Jackson, in Mississippi, si e' trasferita a New York lavorando nel campo dell'editoria. E nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo, "L'aiuto" (titolo originale "The Help").

Un accenno di trama

Jackson (Mississippi). 1962.

Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia, dopo essersi laureata in Letteratura.

La madre si augura per lei un matrimonio nel prossimo futuro, ma l'aspetto selvaggio della figlia non sembra aiutare.

Skeeter si cerca un lavoro che possa soddisfarla. Vorrebbe scrivere, ma quel che trova (essendo donna) e' la redazione di una rubrica settimanale di faccende domestiche sul giornale locale. Lei pero' e' una ragazza appartenente alla borghesia benestante di Jackson e quindi non sa nulla di economia domestica. Per risolvere il problema chiede l'aiuto della cameriera di colore dell'amica Elisabeth, Aibileen, donna matura per cui le faccende domestiche non hanno segreti.

Questo incontro portera' a qualcosa di completamente nuovo e trasgressivo, mentre i primi aliti di liberta' spirano aiutati dai discorsi di Martin Luther King e dalle prime manifestazioni contro la segregazione razziale.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Il libro e' scritto in prima persona, ma alternata tra tre narratrici.

Una ovviamente e' Skeeter (zanzara), con la sua voglia di scrivere e la sua crescente allergia per le tradizioni locali.

Un'altra e' Aibileen, che ci racconta la sua condizione di cameriera di colore presso una famiglia di bianchi, specializzata nell'allevare i loro figli, sacrificando la propria famiglia, ormai inesistente.

La terza voce narrante e' quella di Minny, la migliore amica di Aibileen, cameriera come lei ma senza la sua pazienza: ha la pessima abitudine di non tenere i propri pensieri per se' e in un mondo come quello di Jackson negli anni Sessanta non e' il miglior modo per mantenersi un lavoro. E senza un lavoro, e' difficile sopravvivere, soprattutto se si hanno diversi figli e un marito che ogni tanto beve e ogni tanto adora picchiare la moglie.

Intorno a questi tre personaggi ruota tutto il mondo di Jackson, tipica cittadina del Mississippi, divisa in due da un muro invisibile: da una parte la borghesia bianca ipocrita e spesso razzista, dall'altra il mondo dei "negri" che tengono in piedi l'altra meta' del mondo con il loro lavoro.

Il bene e il male non ha colore, ed e' un'ottima scelta fatta dalla scrittrice, che ha vissuto di persona quanto racconta (non bisogna ignorare il breve racconto alla fine del libro): ci sono bianchi con la puzza sotto il naso, sempre pronti a dare addosso agli altri, non necessariamente con la pelle di un colore diverso; e ci sono bianchi che seppur mantenendo una facciata distaccata, provano rispetto e affetto. E dall'altra ci sono neri che sopportano una vita difficile e altri che aiutano a rendere quella vita ancora piu' difficile.

Conosciamo quindi l'intrigante Hilly nel suo regno fatto di castelli di sabbia, la svampita Celia dal grande cuore e tanti altri personaggi interessanti e tragicomici.

Il libro e' scritto bene, la trama e' coinvolgente. Il mio problema e' che avevo gia' visto il film e ne conoscevo la storia, quindi sapevo cosa aspettarmi. Ci sono alcune differenze, ovviamente, ma la sceneggiatura ha rispettato lo spirito del libro. E alla fine posso dire che mi sono piaciuti entrambi. Anche se per me prevedibile, il libro ha piccole aggiunte e differenze e quindi ho fatto bene a leggerlo.

Vorrei tanto parlare della trama, dei particolari, dei personaggi, ma rischierei di contravvenire ad un'altra delle mie regole: non rovinare la lettura di un libro a chi ancora non l'ha letto.

Quindi mi tocca fermarmi qui e limitarmi a consigliare questa lettura, magari prima di vedere il film.

Buona lettura a tutti!