Là fuori, nel buio (1985)

Carl dagli Occhi di Crepuscolo

Titolo italiano: Là fuori, nel buio

Titolo originale: Twilight Eyes

Anno di pubblicazione: 1985

Edizione: Bompiani

Pag.: 430

Prezzo: Euro 9.00

Finito il: 06/03/2007

Vantaggi: Una storia horror ben scritta, ben raccontata e ben ambientata da un Dean Koontz in piena forma

Svantaggi: Solo per chi non ama questo genere letterario

Anni Sessanta. Stati Uniti d'America.

Incontriamo il protagonista, Carl Stanfeuss, nell'anno in cui John F. Kennedy viene ucciso a Dallas. E' il 1963, per la precisione, e Carl e' in fuga. La polizia lo cerca per l'assassinio di suo zio Denton, ucciso in modo brutale con un'ascia. Ma questo crimine ha una motivazione chiarissima per Carl Stanfeuss, appena diciassettenne: lo zio Denton e' un demone.

Appena letta questa spiegazione data immediatamente nelle prime pagine, la mia mente razionale ha pensato che il ragazzo potesse avere qualche problema mentale: in pratica essere matto da legare. Perche' come si fa a credere ad una cosa del genere leggendo per di piu' che solo lui riesce a vedere questi demoni (perche' ovviamente ce ne sono tanti altri) celati sotto le spoglie di persone all'apparenza assolutamente normali? A sentire le parole di Carl nelle prime pagine, il pensiero che non sia completamente normale e'... normale. Scusate la ripetizione, ma e' il modo migliore per evidenziare lo sconcerto di una tale scoperta.

Presto pero' ho dovuto ricredermi perche' nel libro di Dean Koontz i demoni esistono davvero, anche se si scoprira' la loro origine solo molto piu' avanti. Carl li combatte perche' sono malvagi e si nutrono della sofferenza umana e se questa non c'e', fanno di tutto per crearla attraverso uccisioni, incidenti e sabotaggi. E una volta creato, rimangono ad assorbire il dolore che hanno provocato, nutrendosene e nascondendosi dietro un aspetto dispiaciuto.

Ma come fa Carl a vederli? Semplice: grazie ai suoi Occhi di Crepuscolo, come li chiama sua nonna, e alle sue qualita' di veggente. La sua e' una famiglia dell'Oregon piena di talenti: ogni componente ha una qualita' particolare. Il padre Kurt era un genio della musica e sapeva suonare qualunque strumento. La madre Cynthia ha il pollice verde con qualunque tipo di pianta e riesce ad usare le sue "amiche" verdi per curare i mali delle persone. La sorella Sarah Louise, due anni piu' vecchia di Carl, e' una pittrice straordinaria, mentre per l'altra sorella Jennifer Ruth, tre anni piu' di Carl, i numeri non hanno segreti.

Una famiglia cosi' straordinaria pero' si e' sfaldata: il padre e' stato ucciso da Denton, come pure la nonna, e Carl ha fatto giustizia in modo sommario, per poi fuggire. Era infatti impossibile che le autorita' credessero alle sue parole.

Ora e' in fuga e si sta rifugiando in uno dei posti che possono proteggerlo meglio dai pericoli esterni: un luna-park itinerante, un ottimo posto per passare inosservato. Ne ha gia' sfruttati altri due in passato ed ora si trova in quello gestito dai fratelli Sombra. Ma gia' dalla prima notte la sua vista lo porta a individuare e combattere un demone che sta tentando di sabotare una delle giostre per provocare qualche morto e molto dolore.

Il giorno dopo Carl si fa assumere nel luna-park con il nome di Slim MacKenzie e conosce nuove persone speciali. Una di queste e' Rya Raines, una ragazza ventenne bionda e bellissima, dal carattere duro e schivo ma con la stessa qualita' di Carl-Slim: riesce a vedere i demoni, anche se non possiede le qualita' chiaroveggenti del ragazzo. E tra i due nasce una relazione.

L'altra persona speciale e' Joel Tuck, un vero e proprio fenomeno da baraccone: un uomo altissimo e con qualche deformazione fisica, anche se quella che spicca maggiormente e' un terzo occhio in mezzo alla fronte. Ma se si riesce a superare l'apparenza fisica, Joel si rivela una bravissima persona, migliore di tante altre nate apparentemente normali.

E anche Joel riesce a vedere i demoni.

Carl ha sempre creduto che nessun'altro si accorgesse di questo popolo malefico e alcune volte ha pensato di essere matto. Ma ora le cose cambiano drasticamente e la sua lotta puo' ricevere nuovi aiuti, anche se l'inizio non e' dei piu' promettenti.

Ma questo ovviamente lo lascio scoprire a voi, insieme all'origine dei demoni e ai loro piani per il futuro.

Mi sono dilungato un po', ma non vi ho svelato nulla che non si trovi nelle prime pagine del libro di Dean Koontz e ancora molto deve essere scoperto.

Koontz e' nato e cresciuto in Pennsylvania e ha scritto molti libri interessanti, spaziando dai thriller alla fantascienza all'horror. I primi libri che ho letto, "Il fiume nero dell'anima" e "Intensity", mi avevano portato a considerare questo autore come appartenente al genere thriller. Ma "L'ultima porta del cielo" (recensito un po' di tempo fa) aveva aggiunto un nuovo genere da associare al suo nome, quello fantascientifico. Qui invece ci troviamo davanti all'horror ed e' stata una piacevole sorpresa.

Koontz ha un modo di scrivere che cattura immediatamente, almeno nei libri che ho letto fino ad ora.

Parlando di questo "La' fuori, nel buio" (titolo originale "Twilight Eyes" scritto nel 1985), non ipnotizza il lettore impedendogli di pensare. Perche', seppur scritto in modo magistrale in prima persona dal punto di vista di Carl (l'uso della prima persona riesce di solito a coinvolgere maggiormente il lettore), le prime pagine fanno dubitare della sanita' mentale del protagonista. Ma forse proprio grazie a questo dubbio iniziale, Koontz riesce a portare dalla sua parte il lettore, convincendolo della veridicita' della situazione. Certo non si e' portati a credere che i demoni esistano veramente (anche se forse la loro esistenza spiegherebbe tante cose brutte capitate in questa nostra realta'), ma c'e' la verosimilianza necessaria per rendere un libro un buon libro.

Sarebbe bello (e troppo semplice) dare la colpa ai demoni per cio' che in realta' viene fatto dagli uomini, non credete?

Nel libro si legge:

"[...] Viviamo in un mondo che diventa ogni giorno piu' freddo e squallido, perlopiu' - se non soltanto - per causa LORO, un mondo in cui gli esempi che si danno alle giovani generazioni sono quasi sempre cattivi. Col risultato che ogni nuova generazione sara' sempre meno compassionevole della precedente. Ogni nuova generazione sara' sempre piu' tollerante nei confronti della menzogna, dell'assassinio e della crudelta'. Meno di vent'anni ci separano dagli omicidi di massa di Hitler, ma quanta gente ricorda o si preoccupa di quanto e' successo? Stalin uccise un numero di persone tre volte superiore a quello delle vittime di Hitler, ma nessuno ne parla. Adesso, in Cina, Mao Tse-tung sta uccidendo milioni di persone mentre altri milioni marciscono nei campi di lavoro. Ma quanti denunciano l'oltraggio? ..." (p.253)

E il modo per risolvere questa disperata situazione e' eliminare i demoni.

Questo brano pero' si adatta benissimo alla nostra realta' e la colpa di tutto questo e' imputabile solo agli esseri umani.

Scoprendo quindi l'origine dei demoni, non ci allontaniamo cosi' tanto dalla nostra realta'.

Koontz sfrutta il suo libro per esaltare nuovamente una delle compagne della nostra vita:

"[...] la speranza e' una compagnia costante in questa vita. Una cosa che ne' la natura crudele, ne' Dio, ne' gli uomini possono strapparci. Salute, ricchezza, genitori, fratelli e sorelle adorati, figli, amici, passato, futuro... tutto puo' esserci portato via, come una borsa incustodita. Ma il nostro piu' grande tesoro, la speranza, resta. E' un piccolo, gagliardo motore interno che ronza, pulsa, ci spinge avanti anche quando la ragione suggerirebbe di arrenderci. E' quanto di piu' toccante e di piu' nobile possediamo, la nostra piu' assurda e mirabile qualita', perche' finche' c'e' speranza c'e' anche capacita' di amare, di desiderare. C'e' decenza." (p.179)

"Sperare non e' follia. La speranza e' il sogno di un uomo desto" (p.427)

Dico "nuovamente" perche' gia' in "L'ultima porta del cielo" veniva trattata. E quanta verita' c'e' in queste parole: e' la speranza a farci andare avanti nella vita, a impedirci di soccombere alla disperazione e al dolore provocati dalle situazioni negative che ci capitano. E' lei che ci fa compiere gesti straordinari che sembrano apparentemente impossibili per un uomo normale.

Tornando a noi, il libro e' ambientato negli anni Sessanta e con la sua mania di citare canzoni dell'epoca, per un attimo mi ha ricordato Stephen King, che infarcisce i suoi racconti di citazioni musicali. Koontz non ha nulla da invidiare a King, almeno per quanto riguarda questo libro: lo consiglio quindi ai fan del Re, che credo troveranno in Koontz un valido autore.

Come King, anche Koontz sfrutta persone particolari per portare avanti la storia: Carl con i suoi talenti di veggente, Joel con il suo fisico straordinario e altri ancora. Soprattutto con Joel quanti di noi riuscirebbero a superare l'impatto fisico per scoprire la sua anima buona? Francamente non mi sono mai trovato in una situazione simile, quindi non posso dare una risposta sincera e priva di ipocrisia.

"[...] pensai a quanto poco vediamo di cio' che guardiamo e a come di solito ci accontentiamo delle semplici superfici: forse perche' le visioni piu' profonde sono spesso terrificanti nella loro complessita'." (p.180)

Qui Carl non si riferisce a Joel, ma mi sembrava che si adattasse bene a spiegare il concetto. Superare l'apparenza per scoprire l'interiorita' delle persone e' una delle mie piu' grandi aspirazioni, avere gli occhi di Carl che riescono a vedere dentro la gente e notare i demoni ma anche la bonta' nascosti sotto la pelle.

Infine vorrei inserire un'ultima citazione che si adatta invece a me, pendolare in treno da una vita:

"La vita [...] e' un lungo viaggio in treno durante il quale gli amici e le persone amate scendono inaspettatamente, lasciandoci continuare il viaggio in una crescente solitudine." (p.361)

E' una visione un po' pessimista e poco allegra della vita, ma quanta verita' nasconde! La solitudine cresce e l'unico modo per combatterla e' conoscere sempre nuovi compagni di viaggio.

Concludendo, consiglio questo libro agli appassionati di horror: troveranno una delle tante perle di questo genere. E se qualcuno e' nuovo a queste letture, perche' non iniziare proprio da qui per scoprire se puo' interessarlo?

Buona lettura a tutti!

"La inibizioni inculcate dalla religione e dalla societa' non sono di solito assurde, ottuse o grette, come vuole la moda recente; al contrario, molto di quelle proibizioni sono elementi di sopravvivenza altamente auspicabili perche' a lungo andare contribuiscono a formare una popolazione meglio istruita, meglio nutrita, piu' prospera. La selvatichezza e' sregolata e favorisce la sregolatezza; e' terreno fertile per la barbarie." p.172