Uomini che odiano le donne (2005)

Due personaggi straordinari in un giallo perfetto

Gia' pubblicato in: http://www.ciao.it/Uomini_che_odiano_le_donne_Millennium_trilogy_Vol_1_Stieg_Larsson__Opinione_1217492

Titolo italiano: Uomini che odiano le donne

Titolo originale: Män som hatar kvinnor

Anno di pubblicazione: 2005

Edizione: Marsilio - 2 volumi con il Corriere della Sera

Pag.: 668 (318+350)

Prezzo: Euro 2.90+6.90

Finito il: 22/06/2010

Vantaggi: Un giallo assolutamente ben scritto senza la tipica lentezza nord-europea

Svantaggi: Nessuno

Dopo averne tanto sentito parlare, finalmente anch'io sono riuscito a leggere "Uomini che odiano le donne" (titolo originale "Män som hatar kvinnor"), il primo libro della cosiddetta "Trilogia Millenium" scritta dal giornalista svedese Stieg Larsson (1954-2004).

Nel libro si trova tutta la sua preparazione giornalistica. Nella biografia viene definito esperto mondiale di movimenti di estrema destra. E' stato anche consulente del ministero di Giustizia svedese e di Scotland Yard.

E' sceso in campo nel 1995 dopo l'omicidio di cinque ragazzi da parte di estremisti di destra a Stoccolma. Ha fondato la rivista EXPO, con "intenti antirazzisti". La sua vita ricorda un po' quella di Saviano: e' rimasto sotto la protezione della polizia a causa della sua missione contro grandi mali del mondo quali razzismo, antisemitismo, fascismo, movimenti nazionalisti, discriminazioni e violenza sulle donne, tutti argomenti ripresi nel libro che ho letto.

E' morto improvvisamente nel 2004: aveva appena finito di scrivere la trilogia che lo ha portato alla fama mondiale. Purtroppo non ha potuto godersi il successo. "Uomini che odiano le donne" ha vinto il Glass Key, mentre "La ragazza che giocava con il fuoco" ha vinto il Premio dell'Accademia svedese del Poliziesco. Il terzo libro della trilogia si intitola "La regina dei castelli di carta".

In Italia i libri sono arrivati a partire dal 2007 editi dalla Marsilio. Fino ad ora hanno venduto 2 milioni e mezzo di copie in Italia, mentre nel mondo hanno superato i 30 milioni. Davvero un successo mondiale.

Solitamente sono molto diffidente verso i libri osannati come questo. Quando inizio a leggerli, parto prevenuto: mi aspetto che siano bellissimi e le troppe aspettative solitamente non vengono appagate.

Un esempio? "Il Codice Da Vinci" di Dan Brown: veniva osannato come un libro assolutamente bellissimo, pubblicizzato a ritmo battente sfruttando le polemiche con la Chiesa. L'ho letto e l'ho trovato abbastanza normale, buono ma non eccezionale. Devo dire che mi e' piaciuto di piu' "Angeli&Demoni".

Comunque meglio non divagare e tornare al libro di questa recensione, di cui e' d'obbligo un piccolo accenno di trama.

Un accenno di trama

Mikael Blomkvist e' un giornalista svedese, esperto di economia e cofondatore della rivista "Millenium".

Ha una reputazione di tutto rispetto ed e' sempre alla ricerca delle magagne che si celano dietro le grandi aziende del mondo, soprattutto quelle svedesi, e in particolare dietro i loro fondatori.

Ma la sua ultima inchiesta contro Hans-Erik Wennerström e' risultata un flop colossale, che gli ha fruttato una condanna pecuniaria e detentiva (di tre mesi) da scontare entro l'anno.

Per salvare il suo giornale dalla crisi, decide di ritirarsi e un buon ripiego gli viene offerto da Henrik Vanger, una delle colonne portanti del Gruppo Vanger. Henrik lo assume per un anno: il suo incarico ufficiale sara' quello di scrivere una biografia della famiglia Vanger. Il vero incarico sara' invece quello di scoprire cosa e' successo a Harriet Vanger, nipote di Henrik, scomparsa nel 1966. Tutti ritengono che sia stata uccisa, ma il corpo non e' mai stato ritrovato, ne' tanto meno il colpevole.

Lisbeth Salander e' una ragazza di una ventina d'anni dall'aria strana e distaccata. E' magra come un chiodo con alcuni tatuaggi e percing sparsi ovunque e non e' ritenuta legalmente in grado di badare a se stessa.

Lavora per una societa' esperta nella sicurezza e nella ricerca di informazioni. E contro ogni previsione, Lisbeth e' brava nel trovare informazioni, anche quelle piu' nascoste e compromettenti.

Non ama i contatti sociali e sa come difendersi contro i pericoli esterni, rispondendo colpo su colpo.

Le vite di Lisbeth e Mikael sono destinate ad incrociarsi... ma la storia e' ancora tutta da raccontare.

Lascio a voi il piacere di scoprirla.

Le mie considerazioni

Come potete notare, ho dedicato piu' parole a Mikael che a Lisbeth.

Lisbeth, infatti, e' il personaggio misterioso di questo libro e come tale deve essere scoperto leggendolo.

Il libro e' diviso in quattro parti e ogni parte viene aperta con una statistica riguardante la violenza sulle donne. Facile immaginare quindi l'argomento portante del libro. E' forse questo l'unico svantaggio che ho riscontrato nel modo di scrivere questa storia.

Ma e' l'unico.

Quando ero ad un terzo della storia, pensavo di aver quasi scoperto il finale, anche se l'identita' del colpevole non e' scontata. Superati i due terzi della storia, mi sono dovuto ricredere su alcuni punti, mentre altri hanno avuto conferma.

Deluso da queste conferme?

Per niente.

Ho dovuto constatare che le opinioni positive su questo libro erano davvero meritate.

E anche la mia e' assolutamente positiva.

La grande sorpresa sta nel modo di scrivere il libro. La mia esperienza con i gialli di autori nord-europei quali Henning Mankell o Lars Kepler mi ha spiazzato. Mi aspettavo un giallo molto lento e molto descrittivo.

E invece mi sono trovato tra le mani un giallo mai noioso. Non e' veloce e adrenalinico come ad esempio quelli americani di Dennis Lehane o Robert Crais ma non ha nemmeno le esagerazioni da macho di questi scrittori. E' piu' sulla linea di un Ken Follett. Lo stampo e' sicuramente americano, anche se l'autore e' svedese.

Cosa posso aggiungere?

La storia e' ben ambientata e interessante anche nelle parti che qualcuno potrebbe considerare pesanti, come ad esempio le descrizioni storiche o le spiegazioni di argomenti economici. A me e' piaciuta in ogni sua parte.

I due personaggi principali sono buoni, anche se non del tutto originali.

Mikael e' ben strutturato e descritto.

Ma il personaggio che mi ha colpito di piu' e' Lisbeth. Come dubitarne? E' un insieme di contraddizioni che non possono lasciare indifferente il lettore.

Potrei parlarne per pagine e pagine, ma andrebbe contro la mia "filosofia di recensore", che preferisce far scoprire storie e personaggi ai lettori. Sentirseli raccontare da altri in tutto e per tutto serve solo a rovinare una lettura.

Concludo consigliando questo libro agli amanti dei gialli e dei thriller. Mentre aspettavo di pubblicare questa opinione, ho avuto il tempo di leggere gli altri due libri della trilogia... ma per le mie considerazioni in merito si dovranno aspettare le prossime opinioni.

Buona lettura a tutti!