Norwegian Wood (1987)

La vita e' una scatola di biscotti

Gia' pubblicato in: http://www.ciao.it/Norwegian_wood_Tokyo_blues_Haruki_Murakami__Opinione_1345163

Titolo italiano: Norwegian Wood

Titolo originale: Noruwei no mori

Anno di pubblicazione: 1987

Edizione: Einaudi

Pag.: 379

Prezzo: Euro 11.50

Finito il: 14/10/2011

Vantaggi: Romanzo ben scritto e con buone riflessioni. Ipnotico e triste

Svantaggi: Nessuno a parte la tristezza, ma e' uno svantaggio in un romanzo?

Per i fan dei Beatles "Norwegian Wood" e' un titolo noto, visto che e' un brano di questo gruppo inglese (scritta da John Lennon per l'album "Rubber Soul" del 1965. Da Wikipedia leggo che si differenzia dalle altre perche' per la prima volta viene usato un sitar, suonato da George Harrison).

Io sono tra quelli che ne ignoravano l'esistenza e l'ho ascoltato solo qualche giorno fa per scoprire se l'avevo gia' sentito. Probabilmente si, ma non lo ricordo.

Per me "Norwegian Wood" e' il titolo di un libro scritto da Murakami Haruki, giapponese nato nel 1949 a Kyoto e cresciuto a Kobe. Autore di molti romanzi, racconti e saggi, ha viaggiato per il mondo e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Irving, Carver, Capote e Salinger.

Ecco un'altra mia lacuna letteraria. Fino a qualche giorno fa non sapevo nemmeno dell'esistenza di Murakami Haruki, ma ci ha pensato un'amica giapponese a farmelo scoprire durante una chiacchierata su un autobus.

Come dicevo in una recensione passata, i consigli letterari arrivano nei modi piu' disparati, a volte via sms ma piu' facilmente con il passaparola e le chiacchierate tra amici.

Cosi' sono arrivato a Murakami Haruki e al suo "Norwegian Wood" (titolo originale "Noruwei no mori") scritto nel 1987 e arrivato in Italia prima con la Feltrinelli e poi nel 2006 nell'edizione Einaudi.

La versione Einaudi che ho letto viene introdotta da una nota del traduttore, Giorgio Armitrano, che consiglio di leggere solo dopo aver finito il libro perche', secondo me, rivela troppo della storia raccontata da Murakami Haruki. E' comunque da leggere perche' risulta interessante per conoscere alcune informazioni sull'autore.

Un accenno di trama

Amburgo.

Il trentasettenne Watanabe Toru si trova su un Boeing 747 e dagli altoparlanti dell'aereo in fase di atterraggio viene trasmesso "Norwegian Wood", brano dei Beatles che lo costringe a rivivere alcuni ricordi del suo passato.

Siamo a Tokyo alla fine degli anni Sessanta. Watanabe e' un giovane studente universitario senza particolari interessi. Si lascia guidare dalla corrente senza pero' farsi coinvolgere dagli eventi. Sono gli anni degli scioperi studenteschi ma Watanabe li guarda come apatico spettatore, troppo preso dall'incontro con Naoko, ragazza del suo miglior (e unico) amico ai tempi del liceo.

L'incontro con Naoko e una serie di personaggi interessanti e vari portera' Watanabe a farsi domande, maturare e soprattutto imparare a vivere.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Da una nota dell'autore all'inizio del libro ho scoperto che "Norwegian Wood" e' stato scritto in viaggio, tra Grecia e Italia (in particolare Roma e la Sicilia). Forse erroneamente, ho trovato una traccia italiana in mezzo alle 379 pagine del romanzo:

"...il tavolo da biliardo rivestito di feltro verde, la N360 rossa e il fiore bianco sul banco" (pag.32)

La N360 e' l'auto di Kizuki, il miglior amico di Toru nonche' ragazzo di Naoko fin da bambini.

Verde, rossa e bianco: un accostamento di colori interessante che forse non ha alcun significato ed e' solo frutto di una coincidenza. Qualcuno sa dirmi se e' davvero cosi'?

A parte questo, il libro e' ben scritto.

E' ipnotico, coinvolgente, bello, triste, drammatico, riflessivo, sentimentale: sono questi gli aggettivi che mi sono venuti in mente mentre lo leggevo e quando sono arrivato all'ultima pagina.

E' ipnotico perche' cattura l'attenzione del lettore e lo trascina nella storia, forse anche grazie al fatto che e' scritto in prima persona (una delle cose che piu' adoro nei libri perche' mi costringono ad entrare nella storia e viverla attraverso gli occhi del protagonista).

E' triste perche' ogni buon romanzo deve esserlo: non ho ancora trovato alcun buon romanzo che non fosse triste e qui c'e' sicuramente questa caratteristica, con la morte sempre dietro l'angolo in attesa, grande compagna nel viaggio che e' la nostra vita e la vita dei protagonisti del libro.

E' sentimentale perche' parla d'amore: della relazione tra Watanabe Toru e Naoko, ma anche tra Watanabe e Midori. Parla anche di amicizia, un'altra faccia dell'amore: e' quella che lega Watanabe a Kizuki, ma anche ad una figura bivalente come il suo compagno di collegio Nagasawa con i suoi lati positivi e negativi.

Ho trovato interessante la visione letteraria di Nagasawa quando parla degli scrittori del passato:

"E' proprio per questo che li leggo. Se uno legge quello che leggono gli altri, finisce col pensare allo stesso modo. Queste cose lasciamole al mondo dei provinciali, alle mezze calzette. I tipi come si deve non fanno errori di gusto." (pag.41)

E poi c'e' Reiko, una donna che fa da guida in tante circostanze, una specie di grillo parlante.

"Norwegian Wood" e' anche divertente, con personaggi come Sturmtruppen, l'eccentrico compagno di stanza di Watanabe, origine di alcuni sorrisi scappati mentre leggevo in treno.

Che altro si puo' dire di un romanzo del genere? Non saprei.

Io di solito leggo fantasy, thriller, horror. I romanzi sono quasi come mosche bianche nella miriade delle mie letture. Eppure si tratta solitamente di mosche bianche positive (ci sono anche dei casi negativi, ma sono pochi). Forse dovrei leggere piu' libri di questo genere.

Chiudo con la spiegazione del titolo che ho usato per la recensione:

"- Cerca di pensare che la vita e' una scatola di biscotti.

[...]

Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. E' quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andra' bene. Percio' la vita e' una scatola di biscotti." (pag.323)

E' la filosofia di Midori che mi ha ricordato un po' la filosofia della madre di Forrest Gump nell'omonimo film del 1994 di Robert Zemeckis, "La vita e' come una scatola di cioccolatini, non sai mai quel che ti capita" (visto che il libro e' datato 1987, e' facile supporre che Erich Roth, lo sceneggiatore, si sia ispirato a Murakami). Midori e' una figura molto interessante per le idee e i comportamenti che ha. E' il lato luminoso e pieno di energia della vita amorosa di Watanabe, cosi' come Naoko ne e' il lato oscuro.

Chiudo consigliando la lettura di questo libro a tutti. Chissa' se anche gli altri libri di Murakami Haruki sono altrettanto belli.

Buona lettura a tutti!