Assassino senza volto (1991)

Stranieri?

Titolo italiano: Assassino senza volto

Titolo originale: Mördane utan Ansikte

Anno di pubblicazione: 1991

Edizione: SuperPocket Best Thriller n.88

Pag.: 366

Prezzo: Euro 4.90

Finito il: 25/03/2007

Vantaggi: Un giallo ben costruito e realistico con un protagonista verosimile

Svantaggi: Un po' lento all'inizio e un po' veloce alla fine

Ho scovato questo libro grazie ad un'offerta di qualche settimana fa in un supermercato. Leggendo il riassunto della trama riportato sul retro di copertina sembrava interessante e il nome dell'autore a me sconosciuto fino a quel momento ha acceso la curiosita' di trovare nuovo sangue per la mia brama di lettore.

Il sottotitolo "Le inchieste del commissario Wallander" mi lasciava un po' perplesso: di solito indica una serie di romanzi legati tra loro e questo mi portava a sperare che fosse il primo della serie per imparare a conoscere il personaggio protagonista cosi' come aveva voluto crearlo l'autore e presentarlo al pubblico. In questo caso internet ha fatto la sua parte e la fortuna mi ha arriso esaudendo il mio desiderio.

Cosi' eccomi qui, ho appena finito di leggere "Assassini senza volto" (titolo originale "Mördane utan Ansikte") di Henning Mankell e sono contento di averlo fatto.

Mankell (nato a Stoccolma il 3 febbraio 1948) e' uno scrittore che vive tra la Svezia e il Mozambico (dove dirige il Teatro Avenida a Maputo) e grazie ai suoi libri ha vinto vari premi (Swedish Academy of Crime Literature Award, August Prize e il Deutscher Bücherpreis). Ha venduto nel mondo vari milioni di copie... e mi era addirittura sconosciuto! Che smacco per un lettore accanito par mio!

Proprio in Svezia opera il protagonista del libro che ho letto, il commissario Kurt Wallander, un quarantaduenne amante dell'opera e della musica classica, appena divorziato dalla moglie Mona, che lo ha lasciato a causa del suo lavoro di poliziotto (proprio non capisco queste donne: conoscono un poliziotto, sanno che lavoro fa e lo sposano per poi lamentarsene e divorziare. Ma possibile che non riescano a pensarci prima di sposarsi?). Anche con la figlia Linda le cose non vanno bene: salvata da Wallander dopo un tentativo di suicidio a sedici anni, il rapporto padre-figlia si e' incrinato e lui non riesce ancora a spiegarsene la ragione.

Questo e' l'uomo che l'8 gennaio si trova a sostituire il capo Björk della polizia di Ystad andato in vacanza per qualche settimana e che risponde ad una chiamata urgente fatta da una fattoria un po' isolata di Lenarp. Una coppia di anziani contadini ormai in pensione e' stata ritrovata dai vicini nella camera da letto, trasformata in un vero e proprio macello tanto l'ambiente e' ricoperto di sangue. Per l'uomo non c'e' piu' nulla da fare, ma la donna e' ancora viva, anche se in gravissime condizioni, e viene subito ricoverata in ospedale. Prima di morire riesce a dire, ripetendola piu' volte, una sola parola: "Stranieri".

E' il suo modo di denunciare i colpevoli?

Tocca a Wallander, coadiuvato da una buona squadra di colleghi, scoprirlo, spulciando nel passato di una coppia apparentemente tranquilla, senza nemici e senza tanti soldi.

Le cose pero' non sono mai come sembrano e quello che viene fuori e' un caso con tanti vicoli ciechi e una sola possibile soluzione, che lascio a voi scoprire.

La storia raccontata da Mankell e' ben scritta, con due soli difetti: un inizio molto lento, con una descrizione della vita di Wallander quasi prosaica e forse troppo precisa che non sembra portare ad alcuna soluzione del caso, e una fine forse troppo frenetica che porta alla cattura dei colpevoli.

Questa scelta di stile puo' pero' avere una ragione: essendo il primo libro della serie, penso che l'autore abbia voluto presentare il personaggio del commissario in modo completo ed esauriente. Quella che viene fuori e' la figura di un uomo normale ma molto caparbio. Normale perche' ha tanti problemi che riesce a risolvere solo ricorrendo ad altre persone o affrontandoli con calma, come succede ad ognuno di noi nella vita. Caparbio perche' davanti alle difficolta' di un caso apparentemente senza movente, indizi e soluzioni, non si da' per vinto, quasi per principio. Gli tocca mettere d'accordo il lavoro con la vita privata, dando purtroppo priorita' al primo a discapito della seconda. Da questo ha origine il divorzio con Mona e anche i contrasti col vecchio padre pittore che sperava per il figlio una professione diversa, senza mai specificare quale.

Wallander e' un uomo assolutamente realistico: non e' un macho alla Lehane che affronta la vita con battute ironiche e grossolane, ma nemmeno un genio alla Poirot che sfrutta le cellule grigie cercando possibilmente di non muoversi dalla confortevole poltrona del suo ordinatissimo e pulitissimo appartamento. E' un poliziotto che sa che il lavoro di gambe e' di importanza vitale per la ricerca delle piste che possono portare alla soluzione di un caso e che non si risparmia, anche incorrendo in molti errori, tanto normali in una professione come quella del poliziotto.

Concludendo, non mi resta che consigliare questo libro agli amanti del genere giallo perche' scopriranno un autore e un personaggio molto interessanti. Ho letto alcune opinioni sui successivi libri della serie, definiti migliori di questo. Questo pero' credo debba essere letto almeno come introduzione per comprendere e definire a fondo il protagonista (non so se una tale presentazione viene ripetuta anche nei successivi).

Per quanto mi riguarda cerchero' gli altri libri della serie.

Una notizia dell'ultima ora che ho trovato sul sito del TGCom riferisce che su Rete4 in primavera (quindi presto) verra' trasmessa una serie svedese intitolata "Wallander" dedicata al commissario di Mankell. Per ora non ho altre notizie in merito. Esiste pero' un sito ufficiale solo in inglese, www.inspector-wallander.org, contenente una serie di interessanti notizie.

Buona lettura a tutti!